L’Unione europea dell’euro ha perso le elezioni in Polonia. Dove ha vinto Trump…

13 luglio 2020

Di fatto, le elezioni in Polonia sono state non soltanto importanti per questo Paese, ma anche per lo scenario internazionale che ha condizionato questo passaggio elettorale. La vittoria del premier polacco uscente è, in realtà, la sconfitta dell’Unione europea dell’euro e dei Democratici di Obama. Con possibili riflessi, anche pesanti, sulla Germania…      

di Economicus

Pensavano di vincere, gli ‘europeisti’ in Polonia. E sapete perché? Perché i protagonisti dell’Unione europea dell’euro, dopo il primo turno del 28 Giugno – primo turno vinto dal candidato ‘populista’ Andrzej Duda con il 43,5% – sono riusciti, con promesse mirabolanti, a riunire quasi tutti i gruppi politici avversari di Duda, provando a far convergere i voti su Rafal Trzaskowski, il candidato targato Ue che, al primo turno, aveva raggiunto poco più del 30%.

Invece gli elettori polacchi, anche se per un margine risicato, ovvero poco più di 2 punti di differenza, hanno regalato la vittoria al premier uscente, il citato Andrzej Duda.

Così alla fine è passato il premier uscente: che ha praticamente vinto contro tutti. Mentre il citato Rafal Trzaskowski, attuale sindaco di Varsavia, ha perso, nonostante l’appoggio di tutta l’Unione europea dell’euro.

Come ho detto al direttore de I Nuovi Vespri, che mi ha chiesto di commentare il risultato delle elezioni in Polonia, Paese che conosco un po’ per questioni di lavoro, non commenterò il risultato delle elezioni di questo Paese con la storia che il vincitore ha preso molti voti nelle zone rurali, mentre il candidato europeista ha preso i voti nelle città. Queste analisi i lettori di questo blog le troveranno su altri giornali.

Le elezioni in Polonia, o meglio, i risultati delle elezioni in Polonia sono importanti per la stessa Polonia, per gli effetti che avranno nell’Unione europea e per gli affetti che avranno nelle elezioni negli Stati Uniti d’America.

POLONIA – Per la Polonia è un risultato importante. A cominciare dagli effetti che i migrati bloccati sul confine turco potrebbero sortire in futuro. Scusate se batto sempre su questo tema, ma il fatto è che è un tema del quale si parla poco, soprattutto in Italia. La Turchia di Erdogan, oggi tornata alleata degli USA, ha tra le mani uno strumento formidabile che potrebbe mettere in campo da un momento all’altro: l’eventuale apertura delle frontiere ai migranti verso l’est europeo oggi bloccati dalla Turchia.

L’eventuale apertura di queste frontiere provocherebbe problemi enormi all’Europa, a cominciare dalla Germania, perché si tratterebbe di più di 4 milioni di migranti, in maggioranza siriani. Un piccolissimo esempio di quello che potrebbe succedere lo hanno dato i migranti che hanno provato a oltrepassare il confine con la Grecia. Rispetto ai 4 milioni erano pochissimi. Ma è scoppiato un mezzo pandemonio! Provate a immaginare cosa succederebbe se la Turchia decidesse di liberarli tutti…

Forte di questo strumento, la Turchia si è intrufolata nella guerra in Libia dove, rispetto all’Europa, fa valere anche questo strumento.

Morale: essendo molto critico verso la Ue, Andrzej Duda si ritrova, automaticamente, alleato dell’America di Trump, che lavora per affondare l’Unione europea dell’euro e, in particolare, la Germania. E in quanto alleata degli USA, la Turchia di Erdogan non ha motivo di ‘inviare’ migranti in Polonia.

GLI EFFETTI DELLE ELEZIONI POLACCHE NELLA UE – Gli effetti della vittoria di Duda, per l’Unione europea dell’euro, sono molto negativi. Non a caso i signori della Ue si sono spesi tantissimo per far vincere il sindaco di Varsavia. Ma hanno fatto un buco nell’acqua. Ora la situazione, in Germania, si complica, dando forza all’ala della classe dirigente tedesca che chiede la fine dell’euro.

L’economia tedesca, oggi, è in grande difficoltà: meglio chiudere l’esperienza della moneta unica europea che, fino ad oggi, è stata molto positiva per la Germania, ma che ormai crea più problemi che opportunità. La fine dell’euro – cosa molto importante – alleggerirebbe la pressione negativa degli USA sulla Germania (leggere dazi doganali americani sui prodotti tedeschi).

Questa posizione, in Germania, fino ad ora è stata minoritaria. Ma con la sconfitta della Ue in Polonia lo scenario diventa diverso, anche per gli effetti che il risultato di questa elezione provocherà negli Stati Uniti d’America, o meglio, nelle elezioni presidenziali americane.

LA VITTORIA DI TRUMP – Fino ad oggi i democratici di Obama – l’ex presidente USA è un grande amico e alleato della Cancelliera Angela Merkel – sono riusciti a convincere gli europei, Germania in testa, che Trump perderà le elezioni americane. Ma dopo i primi mezzi scandali che vanno piano piano emergendo in America e che toccano i Democratici, lo scenario è mutato.

Insomma, la tesi sulla sconfitta di Trump alle imminenti elezioni presidenziali americane – che in Europa è stata data quasi per matematica – comincia a scricchiolare. E quella parte della classe dirigente tedesca che vuole chiudere l’esperienza dell’euro prima che cominci a diventare onerosa per la stessa Germania comincia a prendere forza.

A che serve essere contro Trump – questa la domanda che oggi attraversa tutta la classe dirigente tedesca – se non c’è la certezza che perda le elezioni?

 

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