I grillini e Conte si rassegnino: il PD non cederà mai sulle Autostrade

13 luglio 2020

Un’intervista di oggi di Giuseppe Conte a “Il Fatto Quotidiano” fa capire che la rescissione del contratto con chi fino ad oggi ha gestito le autostrade italiane è ormai nelle cose. C’è da crederci? No. Alla fine troveranno un compromesso che salverà capre e cavoli della vecchia politica, PD in testa, e farà perdere ulteriore credibilità (e voti) al Movimento 5 Stelle

Domani, martedì 14 Luglio, si terrà un Consiglio dei Ministri nel quale il Governo di Giuseppe Conte dovrà decidere se revocare o meno le concessioni a chi fino ad oggi ha gestito le autostrade italiane. Da quello che leggiamo qua e là, soprattutto su Il Fatto Quotidiano, il premier del nostro Paese starebbe facendo la voce grossa.

“Presidente Giuseppe Conte – chiede Il Fatto Quotidiano a Conte – è soddisfatto delle proposte di transazione di Atlantia, cioè della famiglia Benetton, per il nuovo assetto di Aspi, cioè di Autostrade per l’Italia?”.

“Per nulla – risponde Conte – e le spiego perché partendo dall’inizio. Due anni fa, dopo il crollo del ponte Morandi, abbiamo avviato la procedura di contestazione, mettendo in discussione la concessione ad Aspi. La mia sensazione è che Autostrade, forte dei vantaggi conseguiti nel tempo e di una concessione irragionevolmente rinforzata da un intervento legislativo, abbia scommesso sulla debolezza dei pubblici poteri nella tutela dei beni pubblici. A un certo punto Aspi si è irrigidita confidando, evidentemente, nella caduta del mio primo governo. Con questo nuovo governo si è convinta di avere forse delle carte da giocare e ha continuato a resistere. Solo all’ultimo si è orientata per una soluzione transattiva. La verità è che le varie proposte transattive fatte pervenire da Aspi non sono soddisfacenti. Lo Stato ha il dovere di valutarle per lo scrupolo di tutelare l’interesse pubblico nel migliore dei modi possibili. Ma adesso dobbiamo chiudere il dossier ed evitare il protrarsi di ulteriori incertezze”.

Insomma, sembra che il capo del Governo sia orientato a mettere in fuori gioco i vecchi gestori delle autostrade. Ma le cose stanno proprio così?

QUI POTETE LEGGERE TUTTA L’INTERVISTA DE IL FATTO QUOTIDIANO A CONTE

A nostro avviso, quella di Conte è tattica. Noi, infatti, non crediamo che, alla fine, si arriverà alla revoca della concessione. Per il PD sarebbe rovinoso. Alla fine – questa la nostra previsione – si dovrebbe arrivare a un compromesso che dovrebbe provare a salvare la faccia al Movimento 5 Stelle e a tutelare gli interessi della vecchia politica (non solo PD).

E quale sarà il compromesso che raggiungeranno? Faranno pagare qualche miliardo in più agli attuali gestori. E, soprattutto, cambieranno le partecipazioni societarie e diranno che i vecchi padroni non hanno più la maggioranza della società. Ovviamente, sarà un mezzo imbroglio che non cambierà nulla e si arriverà allo sputtanamento generale. 

La verità è che questa storia delle Autostrade è ormai arrivata ad un punto di non ritorno. Se dovesse passare la linea del PD (che è quello che succederà con qualche inghippo societario), i grillini, che alle  elezioni europee hanno perso il 50% circa dei voti rispetto alle elezioni politiche del Marzo 2018, perderanno il 50% e forse più dei voti presi alle europee e si attesteranno intorno al 7-8% (meno sì, di più no).

Se invece dovesse passare la linea dei grillini e si andrà alla rescissione del contratto, a perdete voti sarà il PD, partito al quale i voti arrivano ormai da due settori: i nostalgici del vecchio Pci che ormai ‘inghiottono’ tutto (anche perché manca un’alternativa che il PD fino ad oggi è riuscita sempre a bloccare) e i voti legati alla gestione del potere.

In proporzione, a rischiare di più sono i grillini, perché il loro è tutto voto di opinione: e il cedimento su Autostrade sarebbe disastroso. Ma alla fine sarà questo l’esito, perché, come già accennato, il PD troverà un compromesso che il capo del Governo Conte proverà a spacciare per vittoria dei grillini, ma che sarà l’ennesima sconfitta del Movimento 5 Stelle.

 

 

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