Gigi Mangia: ecco come Palermo ha bloccato un bravo imprenditore della ristorazione

13 luglio 2020

Quella di Gigi Mangia – noto e bravo imprenditore di Palermo, titolare di un ristorante nella centralissima via Belmonte – è una storia emblematica. Vicenda che rispecchia non soltanto lo spirito ‘kafkiano’ del capoluogo della Sicilia, ma l’Italia intera, alle prese con governanti buoni solo ad assumere impegni che non sanno mantenere   

Anche se con un po’ di ritardo – ma il grande Gigi Mangia, noto imprenditore della ristorazione, titolare di un ristorante tra i più noti di Palermo dove, superfluo precisarlo, si mangia benissimo non ce ne vorrà – proviamo a raccontare non la sua storia, ma la sua vita in queste ultime settimane.

Come tutti gli imprenditori penalizzati dalla chiusura causa Coronavirus Gigi Mangia, ristorante nella centralissima via Belmonte di Palermo, ha provato a ripartire. Per tornare a lavorare non ha chiesto la luna: ha chiesto soltanto di poter mettere un paio di tavoli di fronte il suoi locale. Richiesta normalissima, in una zona peraltro pedonalizzata da anni, dove quasi tutti i locali lavorano con i tavoli fuori.

Cosa sia successo non siamo riusciti a capirlo. L’unica cosa che abbiamo capito è che la burocrazia gli ha creato problemi e che lui ha chiesto un risarcimento di 250 mila euro.

Scrive sulla propria pagina Facebook Gigi Mangia:

“Anche dall’altra parte della Sicilia ci si è accorti di questa drammatica situazione. Non è più la vicenda del suolo pubblico concesso o meno, ma desidero dar voce a tutti quei ‘Gigimangia’, quei povericristi che tentano di mantenere vive le proprie imprese nonostante la mancanza di clientela, di liquidità, nonostante si siano obbligati a mantenere in azienda gli stessi collaboratori del tempo pre-Covid, nonostante siano stati costantemente presi in giro da DPCM che promettevano bazookate di soldi e assistenza il sabato, e che il lunedì si rivelavano mera illusione, nonostante una CIG tardiva e, adesso, anche sospesa. Come se non fosse successo nulla”.

Già da qualche settimana Gigi Mangia denuncia l’impossibilità di lavorare causa burocrazia. Sulla sua pagina Facebook rilancia un articolo di SUD PRESS, un giornale on line che noi apprezziamo per le coraggiose inchieste che pubblica.

Nell’articolo di SUD PRESS si racconta che “Gigi Mangia ha deciso di tirare su la testa” per cominciare “una battaglia… Infatti, malgrado le numerose istanze, dall’Amministrazione Comunale di Palermo non è arrivata alcuna risposta. L’attesa, infruttuosa, intanto, ha causato un danno economico a Gigi Mangia che ha visto ridurre a soli 20 posti a sedere la capienza del suo ristorante”.

“Di fronte all’assoluto disinteresse di un’Amministrazione comunale che nuota come un calamaro gigante che ha perso la voglia di mare e ha il solo obiettivo di spiaggiarsi sull’arenile, ho dovuto ricorrere, mio malgrado, alla giustizia amministrativa”, dice Gigi Mangia a SUD PRESS.

“Un momento triste per me – leggiamo sempre su SU PRESS – Palermitano (maiuscolo) che non vuole nuocere alla propria città e ai propri concittadini. Ho sperato fino all’ultimo istante di non dover ricorrere a una simile decisione. Ma ho dovuto tutelare anche gli interessi dei miei collaboratori, dei miei fornitori e della mia azienda, chiedendo un risarcimento per 250.000 euro”.

“Gigi Mangia, infatti – leggiamo sempre nell’articolo – aveva chiesto formalmente all’Amministrazione Comunale di potere usufruire dello spazio esterno antistante al suo locale, in via Principe di Belmonte (area della città pedonalizzata da anni). Ciò per poter usufruire delle disposizioni post Covid che prevedono la possibilità di ampliare i posti a sedere dei locali (ridotti dalle norme di distanziamento sociale anti pandemia) usufruendo degli spazi esterni antistanti ai locali stessi”.

Ma la sua richiesta non ha avuto fortuna.

“Ho deciso di dare mandato a un illustre amministrativista, l’avvocato Giuseppe Ribaudo – racconta sempre Gigi Mangia a SUD PRESS – perché si arrivasse alla giusta e corretta soluzione riguardante la concessione da me richiesta. Non ho potuto far altro che adire le vie legali chiedendo che venga posto in essere un provvedimento d’urgenza. In questa sua voglia suicida – continua il noto imprenditore – il paragone con un calamarone ci sta tutto: l’Amministrazione cittadina corre il rischio che, con la burocrazia, paragonata ai lunghi tentacoli del calamaro, distrugga tutto ciò che si incontra… dai coralli alle alghe, ai pesci ai crostacei ai frutti di mare, tutto travolgendo in questa nuotata suicida”.

“Le istanze presentate sono state diverse – leggiamo sempre nel giornale d’inchiesta – fino a dare il termine perentorio del 28 Giugno come ultimo per ricevere una risposta. Ma stante la totale assenza di qualsivoglia risposta, Gigi Mangia si è visto costretto, tramite l’avvocato Ribaudo, a chiedere un risarcimento per manifesta omissione e violazione dei principi di diligenza dell’azione amministrativa”.

Non sappiamo come finirà questa storia: noi ci auguriamo che finisca bene per Gigi Mangia, imprenditore che abbiamo l’onore e il piacere di conoscere.

Tra l’altro – detto per inciso – Gigi Mangia è un vero imprenditore, grande conoscitore del proprio lavoro (credeteci: la sua cucina merita veramente!) e persona di grande cultura (appassionato di economia politica).

QUI L’ARTICOLO DI SUD PRESS

 

 

 

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