Il TAR Sicilia annulla il blocco del 5G a Cefalù. E il Principio di precauzione?

2 luglio 2020

Dire che siamo rimasti basiti è poco. Una questione che è di prevenzione sanitaria diventa un mero fatto amministrativo! Ci auguriamo che il sindaco di Cefalù presenti ricorso al CGA. La dichiarazione dell’avvocato Giuseppe Cannizzo. L’ombra di un Regolamento approvato dalla solita Unione europea dell’euro – non ancora recepito – che, se applicato, calpesterà la competenza dei Comuni. Cari grillini al Governo, aspettiamo di capire cosa farete

Restiamo basiti da una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) Sicilia che ha annullato l’ordinanza con la quale il sindaco di Cefalù ha bloccato l’installazione delle antenne del 5G nel proprio Comune. Restiamo basiti perché non solo a Cefalù, ma in oltre 500 Comuni italiani il 5G è stato bloccato dalle rispettive amministrazioni comunali non per un capriccio, ma in applicazione del Principio di precauzione: Principio che si applica non di fronte a pericoli identificati (in questo caso, infatti, non sarebbe più precauzione), ma di fronte a pericoli potenziali, di cui non si ha ancora conoscenza certa.

Della tecnologia 5G non si conoscono ancora gli effetti sull’uomo, cioè sulla salute umana. Si conoscono, invece, gli effetti sui topi: gli scienziati, infatti, hanno già accertato che il 5G provoca la distruzione del del DNA.

Gli oltre 500 Comuni italiani che hanno bloccato l’installazione delle antenne del 5G lo hanno fatto in attesa che la scienza si pronunci con chiarezza sugli effetti di questa tecnologia sulla salute umana.

E’ per questo che siamo rimasti basiti nell’apprendere la notizia che i giudici del TAR Sicilia hanno dato il via libera all’installazione delle antenne del 5G a Cefalù. Sanno qualcosa che noi non sappiamo in materia di possibili effetti sulla salute umana? Siamo proprio curiosi di leggere il provvedimento adottato dai giudici del TAR Sicilia.

Potremmo aggiungere che il DNA dei topi è molto simile al DNA dell’uomo: ma i giudici amministrativi – che sono di gran lunga più colti e più preparati di noi – questo lo sapranno di certo. Quello che possiamo dire è che ci sono scienziati che stanno studiano gli effetti del 5G sull’uomo.

In ogni caso, ci auguriamo una reazione forte e decisa in tutta Italia, perché questo pronunciamento potrebbe diventare il grimaldello per far saltare le difese che Comuni e cittadini stanno approntando contro l’invasione delle antenne del 5G.

Intanto ci auguriamo che il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, presenti ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA), in Sicilia organo di appello del TAR Sicilia.

Sul Giornale di Sicilia.it leggiamo la seguente dichiarazione dello stesso sindaco di Cefalù:

“Il provvedimento di annullamento si limita a dire che le motivazioni della mia ordinanza contengono ‘numerosi elementi tecnici che necessitano di adeguato approfondimento’. Deve, quindi, desumersi che il fatto che non sia ancora stata scientificamente accertata l’assenza di danni alla salute non sia, secondo il giudice, di per sé, motivazione sufficiente a vietare l’installazione degli apparati”.

Noi abbiamo intrapreso una battaglia non contro il 5G, ma per l’applicazione del Principio di precauzione. E l’abbiamo fatto appoggiando il lavoro svolto dall’avvocato Giuseppe Cannizzo, che sta facendo chiarezza sulle antenne del 5G spuntate a Palermo.

“Per potermi esprimere compitamente – ci dice l’avvocato Cannizzo – debbo prima leggere le motivazioni di questo pronunciamento del TAR Sicilia. A caldo posso dire che sono molto dispiaciuto, perché è stato annullato un provvedimento che punta a tutelare la salute dei cittadini di Cefalù. Il tutto per consentire a chi opera in questo settore di guadagnarci, senza conoscere i possibili effetti negativi sulla salute dei cittadini. Cefalù, rispetto alla battaglia per la richiesta di applicazione del Principio di precauzione, è un Comune esemplare. Mi auguro che la sentenza venga impugnata davanti al CGA”.

Noi invece andiamo al di là e ci chiediamo se, per caso, in questa storia non c’entri un recente regolamento della solita Unione europea dell’euro, al servizio permanente ed effettivo delle multinazionali. Parliamo di un Regolamento, che l’Italia non ha ancora recepito, che dà alle società che operano in questo settore di fare il bello e il cattivo tempo, calpestando le prerogative dei Comuni.

Siamo davanti a una delle solite vergogne di questa fallimentare Unione europea dalla quale l’Italia dovrebbe uscire subito, visto che è sempre schierata dalla parte dei potenti e contro gli interessi e la salute dei cittadini.

I nostri lettori sanno il ruolo che ha avuto la Ue nell’introduzione, in Europa, del grano al glifosato che arriva dal Canada. Ora ha approvato questo Regolamento, perché in tutta l’Europa ci sono proteste contro il 5G.

Questo regolamento, per la cronaca, si richiama al Codice europeo per le comunicazioni elettroniche del 2018, che in Italia non è stato ancora recepito. E che dovrebbe essere recepito insieme con il Regolamento che consentirà a chi manovra il 5G di fregarsene dei Comuni.

Su questo punto aspettiamo i grillini: siccome – egregi grillini – siete al Governo dell’Italia, se tale Regolamento e il Codice europeo per le comunicazioni elettroniche verranno recepiti dal nostro Paese sarà nostra cura avvertire tutti i cittadini.

 

 

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