Antonio Fricano: “La proposta di Massimo Costa? Va appoggiata. Giusto partire dai territori”

2 luglio 2020

“Dobbiamo impegnarci tutti, gli Indipendentisti in primis – dice Antonio Fricano – a stimolare nei territori dove siamo presenti la formazione di Vere Liste Civiche Siciliane… bisogna aprire a tutti quei cittadini siciliani del luogo che abbiano a cuore il territorio e la Sicilia”

Nei giorni scorsi il professore Massimo Costa ha lanciato una proposta a tutti i Siciliani di buona volontà in vista delle imminenti elezioni amministrative: provare a costituire – partendo dai Comuni della nostra Isola – una classe politica siciliana che sostituisca a poco a poco quella nazionale. Con l’obiettivo di liberare la Sicilia dal dominio coloniale di Roma. Da qui l’idea di creare una rete libera di candidati nei Comuni siciliani legati da un denominatore comune: il rilancio della nostra Isola.

Ieri abbiamo pubblicato un approfondimento su questa proposta. Oggi poniamo alcune domande ad Antonio Fricano, indipendentista storico e tra i promotori del Comitato Vespro.

Allora, Fricano, come giudica la proposta lanciata qualche giorno fa dal professore Costa?

“Penso sia una proposta molto interessante che cade anche in un momento particolare che sta mostrando molti segni di risveglio nei cittadini siciliani. Una proposta che raccolga nel territorio cittadini siciliani non legati a partiti italiani che decidono di mettersi in gioco per dare ai cittadini siciliani un’alternativa ai partiti italiani ed alle finte liste civiche che gli stessi partiti politici italiani utilizzano per nascondersi e per creare confusione. Mi sembra un’ottima proposta per dare un’alternativa al partito dell’astensione che, purtroppo, dura un giorno e poi ‘restituisce’ maggioranze ai soliti, noti partiti che hanno finora governato la Sicilia. Insomma è sicuramente una proposta da valutare attentamente”.

Come passare dalla fase propositiva a quella operativa?

“La Sicilia e i Siciliani, specie in questo ultimo anno, hanno mostrato in varie circostanze che si stanno svegliando. Ma ora c’è bisogno, per quanto possibile e dove possibile, di cominciare a tessere una rete di Siciliani dentro le amministrazioni. Secondo me dobbiamo impegnarci tutti, gli Indipendentisti in primis, a stimolare nei territori dove siamo presenti la formazione di Vere Liste Civiche Siciliane. Personalmente ove e dove la proposta venga accolta mi attiverò a coinvolgere le organizzazioni Indipendentiste e gli indipendentisti del territorio che conosco per aiutare, coadiuvare, appoggiare e partecipare a qualsiasi candidatura che si rispecchi in valori legati al territorio siciliano, senza legami con partiti politici italiani responsabili di tutto lo sfascio della Sicilia. Sfascio che si può ‘riassumere’ nella nuova diaspora dei nostri giovani figli. Da una Communitas Siciliana dei territori potremo poi dare l’assalto alle istituzioni regionali ed italiane e cambiare per sempre il futuro della Sicilia e dei Siciliani, residenti ed emigrati”.

Bisogna aprire anche ad altri movimenti – magari d’ispirazione autonomista – o rimanere nel solco del sicilianismo puro?

“A mio parere, in questo caso, bisogna aprire a tutti quei cittadini siciliani del luogo che abbiano a cuore il territorio e la Sicilia. A mio avviso bisogna allargare il campo e far partecipare chiunque abbia a cuore il proprio paese, la propria cittadina e la Sicilia tutta. L’importante è che non siano, come ha ben detto bene il professore Costa, ‘riciclati della politica o di mestiere’ e che non siano legati a partiti italiani. Bisogna aprire alla società civile che è stanca e non vota più. In questo ‘serbatoio’ ci sono tantissime persone per bene e preparate che possono fare il bene della Sicilia. Padri e madri di famiglia che interpretino la politica come la loro famiglia: la famiglia del loro paese, della propria città e della Sicilia intera”.

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