Massimo Costa: perché il mondo senza denaro contante diventa un incubo

21 giugno 2020

Massimo Costa di professione fa l’economista. E quindi conosce molto bene tale argomento. Così, con una serie di esempi concreti, illustra perché è importante continuare a vivere con il denaro contante. Per motivazioni economiche, ma anche perché il denaro contante significa libertà 

di Massimo Costa

Ho pensato di condensare in poche righe i molti motivi che dovrebbero dissuadere dal vietare l’uso del contante. Molti, infatti, attratti dall’illusione che con il contante sparirà ogni evasione, corruzione, reato, e forse anche ogni peccato, forse non hanno riflettuto su alcune cose elementari. Vediamole.

1. La moneta bancaria è “coniata” (virtualmente) da privati, le banche commerciali, ai quali stiamo garantendo una rendita colossale, rendita che poi viene usata sistematicamente per sovvertire gli ordinamenti democratici.

2. L’art. 178 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, garantisce (con tutto il male che possiamo dire dell’euro) che le banconote in euro sono le uniche aventi corso legale: è possibile vietare per legge l’uso della moneta legale? E quando il limite scende, come dal prossimo 2021, a livelli irrisori, non è come togliere valore legale alla moneta legale? È vero che c’è un’altra moneta legale, quella emessa virtualmente dalla banca centrale europea, ma possono detenerla solo le banche. È normale che la moneta legale in un sistema sia detenuta solo dalle banche?

3. A ogni transazione, per quanto si abbassino le commissioni, una parte del denaro sparisce e prende la strada della banca, con il contante NO. Se, per esempio di scuola, a ogni transazione la banca trattenesse 10 centesimi, per ogni 100 euro emesse dalla banca, dopo 1000 transazioni queste sono sparite. Ma siccome all’emissione le 100 euro sono prestate dalla banca che li crea (questa infatti non “vende” la moneta che conia ma la dà in “locazione”, prestandola), il primo che le prende a prestito (lo Stato con i BTP, il privato che fa un mutuo, etc.) alla scadenza dovrà restituire tutto più l’interesse. Quindi al termine di un ciclo più o meno ampio la banca vorrà restituito 105 per ogni 100 emesse. Ma anche i 100 nel frattempo saranno spariti con le commissioni. E quindi? E quindi il sistema va matematicamente in debito con la banca. Se sparisce il contante e la moneta bancaria è l’unica in circolazione questi soldi da restituire non c’è da dove prenderli se non a prestito dalla banca. Quindi al secondo giro devo chiedere 100 come prima per vivere e 105 per restituirle. Così, prima o poi, si indebitano tutti, si impone l’austerità e le banche sono felici ma i gonzi dicono che se sparisce il contante “non c’è problema”. Poi ci dicono che “siamo vissuti al di sopra delle nostre possibilità”? Ma così il debito è matematico!

4. Anche sul mito dell’evasione fiscale… intanto è un mito. La vera evasione si fa ormai in ben altro modo. Ma c’è di più. La piccola evasione di necessità è un freno a uno Stato avido che altrimenti porterebbe le aliquote al 90%. Non lo fa perché sa che altrimenti la gente farebbe tutto in nero. Lo stesso con le banche: non esagerano (ma insomma…) con le commissioni perché se no la gente ripiega sul contante. Una volta che invece li intrappoliamo non potranno più scappare. Potranno confiscare loro la quota di denaro che vogliono e questi non avranno più alcuno scampo.

5. Persino la legge dice che non siamo proprietari dei nostri c/c ma solo creditori. Proprietario delle somme depositate è la banca. In caso di fallimento (per ora) garantisce la BdI fino a 100.000 (ma le devo chiedere e non si sa quanto tempo passa), mentre oltre si va in bail in, cioè li perdo.
Se invece ho il contante chi può toglierlo? E se il contante non c’è più come possiamo difenderci se la quota garantita scende per legge a 50.000, poi a 20.000…? In una parola, se non c’è il contante l’uomo non è più il proprietario del proprio denaro ma solo il concessionario. E, in ogni caso, che strano credito è un credito che “non si può riscuotere mai”?

6. In democrazia, diciamo in una buona democrazia che funziona, con un buon controllo sui poteri forti, sembrerebbe non ci sia nulla da temere. Ma come facciamo a essere sicuri che sarà sempre così (ammesso e non concesso che già oggi siamo in una democrazia perfettamente trasparente)?
Se per qualunque ragione, lecita o illecita, le banche o lo Stato tolgono (a un dissidente?) tale concessione, quella persona è immediatamente un uomo morto che non può nemmeno comprarsi il pane.Ma chi vi garantisce che, dato questo immenso potere a Stato e banche, non ne faranno MAI un cattivo uso? Moneta elettroncia significa tracciabilità perpetua. “Non c’è niente di male” dirà il solito ingenuotto. Ma la tracciabilità è come un collare elettronico messo a tutti i sudditi. E il telecomando dato a chi? Allo “Stato”. Per quanto sia importante il principio di legalità, mai dare troppo potere ad un ente astratto, dietro il quale alla fine ci sono persone concrete. È come dare le chiavi di casa. Per quanto il consegnatario sia persona fidata… oggi o domani potrà finire nelle mani sbagliate. Non ti vaccini? Non ti arruoli nel servizio “patriottico”? Hai espresso idee non gradite? Ritiri i figli dalla scuola perché non accetti il programma di rieducazione deciso chissà dove? Zac! Da domani non fai più la spesa, non puoi andare in farmacia, pagare l’affitto, prendere un caffé: sei MORTO!

7. Si dice che la moneta elettronica costa meno, ma per chi? Per le banche di sicuro, e capisco… ma quanto costa la gestione della moneta elettronica? Il costo di produzione per la BCE del contante è ripagato dal valore nominale. Finché il sistema non è al pieno impiego l’emissione monetaria ripaga tutti i costi di gestione del contante. C’è un costo di gestione per le banche, che comprime i loro margini di profitto. E pazienza… Mentre il denaro elettronico, che ha un costo quasi nullo per le banche, ha un costo tangibile, più o meno alto per gli utenti, ma questo non sarà mai nullo.
E infatti, per esperienza diretta, al di là di tante chiacchiere, quanto ci “costa” tenere una banconota?

8. E infine c’è il diritto alla riservatezza, che purtroppo ormai interessa a pochi, ma per me è l’aspetto più importante. Io non voglio che qualcuno sappia TUTTE le mie transazioni finanziarie perché è come se sapesse tutto della mia vita. Pensate che io sono pure per le schede telefoniche anonime come era un tempo. Ma ormai ci hanno “educato” all’ideologia del controllo e la libertà non sappiamo neanche apprezzarla più.

Secondo me è ora di organizzare una massiccia PETIZIONE popolare, da non fare strumentalizzare a nessuno, puntando a un milione di firme, per fare saltare questa intollerabile compressione della libertà individuale.

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