Le antenne del 5G al posto degli alberi. Un incubo? No, un dubbio fondato/ MATTINALE 542

13 giugno 2020

Ordance Survey e Surrey a Guildford: “Gli alberi con altezza ricompresa tra i 4 e i 3 metri sono un intralcio, un vero e proprio ingombro per la diffusione del segnale elettromagnetico del 5G che, irradiato dai lampioni della luce, non verrebbe recepito a terra dai nuovi Smartphone!”

A Palermo l’ultimo albero abbattuto si trovava a villa Sperlinga. Era un grande pino. Dicono che era malato. A Palermo, negli ultimi anni, tanti alberi si sono ‘ammalati’. A Palermo, negli ultimi anni, sono stati abbattuti migliaia di alberi. E la strage continua.

A quanto pare questa malattia degli alberi sta colpendo tutto il mondo. E, a quanto pare, le aree del mondo dove gli alberi vengono abbattuti sembrano essere le stesse dove dovrebbe arrivare la tecnologia 5G.

Complottismo? Oasi sana, lo scorso anno, ha dato la parola ad Andrea Grieco, docente di fisica a Milano ed esperto dei problemi legati all’inquinamento elettromagnetico. Leggiamo insieme cosa scrive questo fisico:

“L’acqua, di cui in genere sono ricchi gli alberi e le piante, assorbe molto efficacemente le onde elettromagnetiche nella banda millimetrica. Per questo motivo costituiscono un ostacolo alla propagazione del segnale 5G. In particolare, le foglie, con la loro superficie complessiva elevata, attenuano fortemente i segnali nella banda UHF ed EHF, quella della telefonia mobile. Gli effetti biologici sono ancora poco studiati, però alcune ricerche rilevano danni agli alberi e alle piante sottoposte a irraggiamento da parte delle Stazioni Radio Base (le antenne spesso sui tetti dei palazzi, NdR)”.

“Le inesplorate microonde millimetriche dalle mini-antenne 5G (senza studio preliminare sugli effetti per l’uomo, nonostante le radiofrequenze siano possibili cancerogeni per l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) – leggiamo sempre nell’inchiesta di Oasi sana – trovano nell’acqua e negli alberi un ostacolo nel trasporto dati, non avendo il segnale del wireless di quinta generazione lo stesso campo elettrico né la stessa penetrazione a lungo raggio dei precedenti standard 2G, 3G e 4G. In pratica, l’albero funge da barriera. Le foglie dell’albero assorbono lo spettro di banda del 5G, impedendone l’ottimale ricezione del segnale emesso dalle mini-antenne!”.

Nell’inchiesta si cita l’Ordance Survey, l’ente pubblico del Regno Unito incaricato di redigere la cartografia statale. Dove si legge che il segnale 5G può essere ostacolato da “tutti gli oggetti significativi in ​​genere” con altezza “oltre i 4 metri”. Tra questi ci sono le “pareti alte, statue e monumenti più piccoli, cartelloni pubblicitari” e anche – ma guarda che combinazione! – gli “alberi di grandi dimensioni e siepi alte”; questo perché gli arbusti, le foglie e i rami “devono essere considerati come bloccanti del segnale” del 5G come avviene con pietre e cemento.

L’inchiesta cita anche l’Istituto per i sistemi di comunicazione dell’Università britannica di Surrey a Guildford (est Inghilterra). Dove si dice che i “nuovi modi con cui le autorità di pianificazione locali possono lavorare con gli operatori di reti mobili per offrire enormi opportunità future per le comunità locali (…) è ridurre le altezze dei montanti mobili in modo che siano schermati visivamente da edifici e/o alberi, visto che gli alberi rappresentano l’ostruzione più alta e più probabile. Tuttavia, ciò scherma anche i segnali a radiofrequenza e ha sconfitto l’obiettivo di una copertura affidabile” del 5G.

“In definitiva – si legge sempre nell’inchiesta – sia gli studiosi del 5G dell’Ordance Survey che quelli di Surrey a Guildford, convergono sullo stesso punto dicendo apertamente la stessa cosa: gli alberi con altezza ricompresa tra i 4 e i 3 metri sono un intralcio, un vero e proprio ingombro per la diffusione del segnale elettromagnetico del 5G che, irradiato dai lampioni della luce, non verrebbe recepito a terra dai nuovi Smartphone!”.

“In conclusione – questo il finale dell’inchiesta – oltre l’umanità l’elettrosmog è pericoloso per ecosistema e piante. E gli alberi sono un intralcio al grande business del 5G. Certo, da qui a dire che tra Europa e America decine di migliaia di alberi siano stati sicuramente abbattuti per installare nuove antenne a microonde millimetriche ce ne passa, ma è un dubbio fondato e tutt’altro che azzardato su cui le istituzioni sono chiamate a chiarire. Responsabilmente. Senza inutili giri di parole. Anche perché la verità sarà nella prova dei fatti. Su quelle stesse strade senza più verde, spunteranno come funghi antenne 5G dai lampioni della luce?”.

 

Il 5G è l’espressione compiuta, portata alle estreme conseguenze, del liberismo economico, ‘usato’ anche da un Paese comunista come la Cina. Sì, liberismo di Stato usato dai comunisti.

 

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