Alitalia abbandona Trapani. La Sicilia smetta di essere ‘colonia’ e guardi oltre l’Italia e oltre la Ue che affossa l’Italia/ MATTINALE 538

9 giugno 2020

Certo, la ‘botta’ è tremenda. Nel pieno di una spaventosa crisi economica Alitalia abbandona lo scalo aereo di Trapani. E’ una dramma, certo. Ma anche un’opportunità. In Sicilia, prima della crisi del Coronavirus, non stava per nascere una compagna aerea siciliana? Perché non ragionarci su, magari cercando investitori internazionali al di fuori dell’Eurozona?

Soldi, soldi, soldi. Nel tempo del liberismo imperante contano solo i soldi. Se i siciliani, ormai da un anno, lamentano costi dei biglietti aerei inaccessibili (ricordate gli impegni solenni del vice Ministro siciliano, il grillini Giancarlo Cancelleri? solo chiacchiere, fino ad oggi), ora dallo scalo aereo di Trapani è arrivata la doccia fredda: in piena crisi economica provocata dal Coronavirus, l’Alitalia ha deciso di salutare tutti:

“Le rotte da e per Trapani – questa la dichiarazione di Alitalia che leggiamo in un articolo de la Repubblica – presentano per Luglio e Agosto un numero di prenotazioni inferiore del 60 per cento rispetto all’anno scorso, nonostante i voli siano in vendita a tariffe particolarmente favorevoli (a partire da 61 euro a tratta, tasse aeroportuali incluse). Abbiamo quindi chiesto all’aeroporto un sostegno per mantenere nel periodo estivo i voli Trapani-Roma e Trapani-Milano, la cui redditività è fortemente penalizzata dalla riduzione del traffico a seguito degli effetti del Covid-19. L’aeroporto non ha ritenuto di favorire una più equa distribuzione dello sforzo economico, pertanto Alitalia ha ritenuto inevitabile concentrare i propri servizi sull’aeroporto di Palermo”.

Già, Palermo. Da dove partire per Roma o per Milano, senza una prenotazione, costa un ‘botto’ di soldi. E altri soldi ci vogliono per tenere Alitalia a Trapani. Senza soldi l’aeroporto di Trapani-Birgi non va più bene per Alitalia.

Lo strappo si è consumato ieri. Da luglio stop ai voli Trapani-Roma Fiumicino e Trapani-Milano Linate. Decisione improvvisa. Una ‘botta’ tremenda per i vertici dell’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani.

Su Facebook leggiamo la dichiarazione di Salvatore Ombra, presidente dell’Airgest:

“A pochi giorni dalla riapertura ufficiale dopo il lockdown dell’aeroporto della Provincia di Trapani, la compagnia aerea #Alitalia, attraverso una call conference con noi durata pochi minuti, ha improvvisamente e unilateralmente comunicato di cancellare da luglio le proprie rotte, quotidiane, da #Trapani Birgi verso #Roma Fiumicino e #Milano Linate, nonostante i biglietti già venduti. Alitalia ad oggi non ha mai firmato il contratto con il Comune di #Marsala, che le avrebbe garantito, in modo più rapido e diretto, oltre 1.600 mila euro grazie alla legge regionale 24/2016”.

Ombra riporta le parole pronunciate dai vertici di Alitalia:

“Non siamo in grado di guadagnarci e allora andiamo via”.

“Con queste poche parole – scrive sempre il presidente dell’Airgest – ci hanno liquidati in un veloce incontro svoltosi alla presenza di Andrea Benassi, revenue management di Alitalia e Gianluigi Lo Giudice, vice presidente Ground Operation. La notizia della fuga di Alitalia da Trapani giunge dopo alcuni miei interventi polemici sulle politiche del governo nazionale a vantaggio della cosiddetta compagnia di bandiera, che avrebbero messo in fuga le low cost e fatto schizzare in alto il prezzo dei biglietti. Non voglio pensare che sia una vendetta, ma la tempistica è sospetta ed è fuori da ogni logica. La compagnia Alitalia così ampiamente sostenuta dallo Stato non può abbandonare senza conseguenze un aeroporto e il suo territorio”.

“A questo punto – scrive sempre Ombra – ogni nostro tentativo di rilanciare l’aeroporto sembra essere vittima di politiche contrarie che non trovano spiegazioni. Lanciamo un appello al territorio, alla stampa, a tutto il personale politico locale, regionale e nazionale, ma anche alle categorie produttive e agli operatori del turismo a scendere in piazza e manifestare affinché questo omicidio non si compia. Chiediamo, innanzitutto, un intervento forte del presidente della Regione, Nello Musumeci, per bloccare questa decisione insana. Programmeremo iniziative di protesta fino a che Alitalia non farà un passo indietro e mercoledì 17 giugno ci sarà un’adunanza popolare all’aeroporto Vincenzo Florio. Tutti i trapanesi stanchi di subire possono venire in aeroporto, dove ci sono le giuste distanze, per farsi sentire e dire basta al soffocamento della nostra economia e della nostra terra.

Il presidente dell’Airgest sostiene che la scomparsa delle compagnie aeree low-cost dal sistema aeroportuale nazionale “senza possibilità di trasportare, come avvenuto nel 2019, circa 200 milioni di passeggeri, perché Alitalia, unica compagnia che rimarrebbe operativa sul territorio italiano, non avrebbe la capacità di sostenere questi numeri”.

I soldi, sempre i soldi, ancora i soldi. Alitalia dice che con Trapani non ci guadagna. E va via. Chiamato in causa, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, interviene con le seguenti parole:

“Apprendo dal presidente di Airgest che Alitalia, la compagnia di bandiera, improvvisamente ha fatto sapere che non intende operare rotte con Roma e Milano da Trapani. Neppure in estate. E’ l’ennesimo schiaffo che si aggiunge a tariffe perlopiù inaccessibili e ai voli ancora ridotti in tutti gli scali siciliani, che stanno rendendo impossibile raggiungere l’Isola e partire. Si tratta di un atteggiamento che, nel pieno della più grave crisi economica del nostra comunità, assume i profili di seria irresponsabilità di cui chiediamo conto innanzitutto al management ed al governo nazionale. I trasporti aerei sono andati fuori controllo e il grido d’allarme delle compagnie low-cost è drammatico. Tutto questo sta indebolendo la nostra ripresa e rendendo difficile la vita dei siciliani. Domani mi aspetto una presa di posizioni del presidente Conte nei confronti di Alitalia, che dal governo centrale sta attendendo aiuto oltre ogni legittima misura. In caso contrario, ma conosco la sensibilità del premier, la Sicilia darà vita a proteste clamorose”.

Che dire? Che, a nostro avviso, la Sicilia dovrebbe guardare oltre. Invece di invocare l’aiuto di Roma – che in questa storia non ci metterà un euro – è bene che la Sicilia guardi oltre l’Europa. In questo momento è in corso un attacco all’Italia, al risparmio italiano, senza precedenti.

L’attuale Governo italiano non sta facendo in modo esaustivo gli interessi dell’Italia. La notizia di ieri – l’aumento delle bollette di luce e gas in un momento di crisi economica drammatica – la dice lunga sull’attuale Governo  nazionale del nostro Paese. Invece di aiutare le famiglie, Conte e compagni vogliono far pagare alla famiglie italiane che ancora resistono le bollette delle famiglie italiane che non possono più pagare.

Non è una novità: è già così per l’energia elettrica. E lo sarà ancora di più e sarà così anche per il gas: le famiglie italiane che hanno da parte i risparmi e quelle che non sono ancora alla canna del gas pagheranno luce e gas delle famiglia senza soldi.

Ma questo non viene fatto – come ieri hanno cercato di far credere agli italiani – nel nome di un’idea socialista: il Governo nazionale sta solo cercando di tutelare le entrate di chi fornisce l’energia elettrica e il gas sulla pelle delle famiglie italiane che possono ancora pagare. 

E’ la stessa logica dell’addio di Alitalia allo scalo di Trapani. I siciliani lamentano biglietti aerei ‘salatissimi’? Ma se il caro biglietti non basta più, se i passeggeri sono pochi, Alitalia lascia Trapani. Così quel po’ di turismo che sarebbe arrivato in questa provincia per compensare almeno un po’ una stagione già compromessa in buona parte dalla crisi economica provocata dal Coronavirus verrà compromessa del tutto.

La possibile soluzione? Non passa dal Governo italiano, come pensa il presidente Musumeci. E nemmeno da un’Unione europea dell’euro che vuole fare fallire l’Italia. In queste ore tutti parlano del Piano di rilancio dell’Italia messo a punto da Vittorio Colao. Si ascolta e si legge di tutto e di più su questo Piano di rilancio dell’economia del nostro Paese: ma, stranamente, non ci sono notizie sulle possibili alienazioni del patrimonio italiano per “rilanciare l’economia italiana”.

Hanno eliminato questa parte del Piano che è stata anticipata nei giorni scorsi da importanti giornali economici? Non si capisce.

L’unica cosa che si capisce è che, per andare a Roma o a Milano da Palermo, ci vogliono da 400 a 500 euro. E che si potrà partire solo da Palermo, perché sua maestà Alitalia – tenuta in piedi, ancora una volta, dai soldi degli italiani – si dimentica della Sicilia.

Musumeci e Ombra lascino perdere Alitalia, l’Italia e l’Unione europea. Guardino oltre. Quello che in questo momento è un dramma economico e sociale potrebbe essere trasformato in opportunità. Basta alzare lo sguardo e, perché no?, cominciare a fare politica estera.

In Sicilia sta nascendo una compagna aerea siciliana? Perché non contattarla, magari insieme a un investitore internazionale non europeo? Solo per colonizzare la Sicilia con il 5G servono le potenze estere? Come già accennato, per ora i siciliani pagano da 400 a 500 euro per recarsi a Milano o a Roma in aereo. Potrebbero pagare 250-300 euro, ma con la certezza di sostenere l’economia siciliana, non l’Alitalia!

Ne avranno la forza e le capacità governanti e imprenditori siciliani? L’alternativa non c’è. A meno che la solita Sicilia subalterna non si accontenti di elemosinare a Roma interventi-tampone che lascerebbero inalterati i problemi strutturali. Ribadiamo: guardino oltre.

Aggiornamento 1

“Sono molto preoccupato per l’allarme lanciato dalla società di gestione dell’aeroporto di Trapani in merito al paventato addio da parte di Alitalia. Siamo di fronte a una situazione che richiede un intervento deciso per tutelare di un aeroporto che rappresenta uno dei tasselli fondamentali da cui ripartire per ogni ipotesi di rilancio economico”.

Lo dice il sindaco di Salemi, Domenico Venuti, che è anche candidato alla segreteria provinciale del Partito democratico, esprimendo “forte timore per il futuro” dell’aeroporto di Trapani.

“Bisogna intervenire in fretta – aggiunge Venuti – e portare il problema su un tavolo che veda insieme le istituzioni a tutti i livelli per cercare di risolvere una questione annosa. L’aeroporto e l’intero territorio della provincia di Trapani – conclude il sindaco di Salemi – meritano rispetto e soprattutto una prospettiva di stabilità dopo troppi anni trascorsi nell’incertezza”. 

Aggiornamento 2:

Dichiarazione di Salvo Fleres, portavoce di Unità siciliana-LeApi: 

“La decisione di Alitalia di abbandonare l’aeroporto di Birgi rappresenta l’ennesimo tradimento della politica centrale nei confronti della Sicilia e dei siciliani che, con le loro tasse, hanno più volte contribuito a risanarne i bilanci. La folle scelta dell’importante vettore aereo italiano costituisce l’ennesima conferma del disinteresse del governo nazionale verso l’Isola e dell’incapacità del governo regionale a sapersi imporre con coraggio e determinazione contro i continui furti ai danni del popolo Siciliano e della sua economia. Nelle mani dei partiti nazionali e dei loro manutengoli locali andrà sempre peggio. La Sicilia non si svende, ma i siciliani devono reagire”.

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti