L’Ars potrebbe fare una cosa utile: ripristinare alcune vecchie linee ferroviarie dismesse

6 giugno 2020

Lo prevede un interessante disegno di legge presentato dal parlamentare Giorgio Assenza. Trattandosi di un deputato della maggioranza il provvedimento dovrebbe avere l’appoggio del Governo e potrebbe essere discusso e migliorato a Sala d’Ercole. Magari il Parlamento dell’Isola farà una cosa utile e bella. Speriamo

Per fortuna che, ogni tanto, c’è un politico siciliano che si ricorda dello stato ‘delirante’ in cui sono ridotte le ferrovie della nostra Isola. E’ il caso del parlamentare regionale Giorgio Assenza, che in un comunicato scrive:

“Ha più stazioni efficienti il Monopoli che la rete ferroviaria siciliana”.

Il Monopoli dovrebbe essere il celebre gioco che ha accompagnato la vita di tanti di noi. Al ricordo di “Imprevisti” e di “Parco della vittoria” Assenza aggiunge un disegno di legge per la “riqualificazione, intensificazione e rilancio” del settore ferroviario in Sicilia.

L’idea è giusta. Vediamo come la illustra il parlamentare che, a proposito dello scenario un verità un po’ tragico delle ferrovie siciliane, scrive di “cifre che sono uno schiaffo alla Sicilia, ai suoi abitanti, al turismo!”.

“Tutto il Sud del nostro Paese – scrive sempre Assenza – appare penalizzato, anche perché soltanto nel Centro-Nord i tagli sono stati compensati dall’avvento dei treni veloci, delle Frecce, ma la situazione in Sicilia è veramente grave e anche paradossale se, accanto all’insufficienza ponderale generica della rete, prendiamo in considerazione il suo stato di manutenzione e l’età media delle macchine motrici e dei convogli che hanno da tempo superato quella …pensionabile”.

Il deputato ricorda che il tempo che occorre oggi per attraversare la Sicilia in treno:

“Forse soltanto dalle nostre parti, nel 2020, si impiegano ancora quattro ore e mezza per coprire gli appena 250 chilometri della Ragusa-Palermo, al netto dei ritardi per imprevisti che sono piuttosto probabilità come nel Monopoli…”.

La Ragusa-Palermo, alla fine, non è la peggiore. Che dire della linea ferroviaria che collega Siracusa con Trapani? Chi si avventura su questo treno sa che non gli potrebbero bastare 11 ore di viaggio…

“Concedetemi una esagerazione che è però esplicativa – scrive sempre Assenza -: ci sono più stazioni ferroviarie attive in questo gioco che sull’Isola: intere località sono del tutto prive di un servizio passeggeri, che questa proposta di legge, la quale non comporta maggiori oneri per il Bilancio regionale, intende invece nuovamente creare, tenendo conto della domanda potenziale di trasporto e delle cosiddette linee sospese (virtualmente efficienti) e delle linee dismesse (eventualmente da ristrutturare)”.

Assenza è un parlamentare che fa parte della maggioranza. Per la precisione, dovrebbe militare in Diventeràbellissima, il movimento del presidente della Regione, Nello Musumeci. A meno che non abbia deciso di perdere tempo, il disegno di legge dovrebbe arrivare in Aula per essere esaminato e, magari, approvato.

Al fatto che gli eventuali interventi non comportino maggiori oneri per il Bilancio regionale, beh, qualche dubbio lo nutriamo: ma trattandosi di un deputato attento avrà fatto bene i conti.

Assenza ricorda una linea ferroviaria scomparsa:

“La direttissima Trapani-Segesta-Alcamo-Palermo (via Milo) è chiusa da nove anni”.

Noi ricordiamo la linea ferroviaria che, da Castelvetrano, passando da Selinunte, arrivava a Sciacca per poi proseguire fino ad Agrigento. Si procedeva con la vecchia littorina e i panorami erano mozzafiato!

Il parlamentare si sofferma sulle potenzialità turistiche di queste linee ferroviarie smantellate a partire dalla fine degli anni ’80 del secolo passato. Un errore che, in quegli anni, mise d’accordo le allora Ferrovie dello Stato che dovevano ‘risparmiare’ (grazie al ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro del 1981 in Italia, già a fine anni ’80, si viveva con la doppia fobia dell’inflazione e del debito pubblico) e la politica che faceva affari con le autolinee private.

“Le linee dismesse individuate – scrive sempre Assenza – saranno inserite nella programmazione degli investimenti e la priorità del loro ripristino” verrà “determinata in base al rapporto tra il bacino potenziale di utenza e i costi di riattivazione”.

“Le infrastrutture dismesse, inclusi i fabbricati per i viaggiatori e le opere accessorie realizzate per l’esercizio delle stesse, che risultino non ripristinabili – conclude il parlamentare – saranno inserite in apposito elenco al fine di ottenerne il riconoscimento come parte del patrimonio storico, culturale e paesaggistico della Regione e le loro valorizzazione e tutela”.

Riuscirà il Parlamento siciliano a fare una cosa utile? Speriamo bene.

Foto tratta da AgrigentoNotizie

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