Scuola/ In Italia su 835 mila docenti, circa 150 mila sono di sostegno

2 giugno 2020

La Regione che detiene più cattedre di sostegno, oltre 20 mila, è la Lombardia. Segue la Sicilia (18.108 posti). La Campania e il Lazio si attestano a meno di 16 mila. Distanziate Puglia (11.186) e Piemonte (poco più di 10 mila). Sotto i 10 mila posti ci sono tutte le altre Regioni

In Italia 835 mila docenti, 150 mila di sostegno: un terzo sono supplenti per legge. Anief: saranno sempre di più

dall’ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori)
riceviamo e pubblichiamo

Nel documento prodotto dal Comitato tecnico-scientifico sulle misure di sicurezza per il rientro nelle classi a settembre viene riportato che la scuola, il comparto più grande della Pubblica Aamministrazione, conta 835.489 insegnanti, compresi i docenti di “potenziamento” voluti dall’ultima riforma del Luglio 2005: di questi, 684.880 sono cattedre su discipline comuni e 150.609 di sostegno. Un numero, quest’ultimo, che risulta in fortissima crescita. Sia per la mancata trasformazione dei posti in deroga in organico di diritto, ma anche per i ricorsi prodotti dalle famiglie contro la mancata assegnazione del docente di sostegno e il basso numero di ore settimanali: ricorsi che nel 99% dei casi sono vincenti.

Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori):

“I dati ufficiali dell’Istat ci dicono che ormai il 10% delle famiglie con disabili decide di rivolgersi in tribunale, per rendere attuabile l’assegnazione del docente di sostegno o di una parte delle ore settimanali indicate dall’équipe psico-pedagogica a seguito dell’esame approfondito e obiettivo delle necessità pedagico-formative dell’alunno. Molti genitori lo hanno fatto nel 2019/20, con il patrocinio dell’ANIEF, aderendo all’iniziativa gratuita “Sostegno, non un’ora di meno!”, la quale contribuisce di anno in anno ad elevare il numero di alunni disabili che ottengono giustizia assieme alle loro famiglie”.

Nella scuola la farsa dei posti liberi, ma inquadrati come se fossero occupati e quindi assegnati necessariamente a supplenza, sta assumendo dimensioni sempre maggiori. Il Ministero dell’Istruzione stesso fa sapere che nei dati sui posti da docente esistenti nella scuola pubblica – aggiornati all’anno scolastico in corso e pubblicati nel documento prodotto dal Comitato tecnico-scientifico sulle misure di sicurezza per il rientro nelle classi a settembre – è compreso sia l’organico dell’autonomia sia l’adeguamento di detto organico alle situazioni di fatto.

POSTI IN DEROGA IN AUMENTO – Per il sostegno nel computo degli oltre 150 mila posti liberi sono compresi anche 50.529 cattedre in deroga, vacanti ma collocate fino al 30 giugno per non pagare gli stipendi estivi ai precari oltre che per non assumerli in ruolo. E il numero dei posti in deroga, dicono da Viale Trastevere, “è in via di aggiornamento da parte degli Uffici periferici”. La Regione che detiene più cattedre di sostegno, oltre 20 mila, è la Lombardia. Segue la Sicilia (18.108 posti). La Campania e il Lazio si attestano a meno di 16 mila. Distanziate Puglia (11.186) e Piemonte (poco più di 10 mila). Sotto i 10 mila posti ci sono tutte le altre regioni.

Il dato di partenza di una cattedra di sostegno su tre destinata ogni anno a supplenza, per via della Legge Carrozza 128 del 2013 che destina alle deroghe proprio questa percentuale, è quindi destinato ad aumentare. Secondo le stime del sindacato ANIEF, l’anno prossimo si potrebbero arrivare quasi 100 mila supplenze su sostegno fino al 30 giugno, portando quindi a quasi il 50% il numero di insegnanti precari che seguono gli alunni con disabilità. Una circostanza che deriva proprio dai ricorsi delle famiglie, che ottengono l’assegnazione di ore settimanali così come aveva disposto l’équipe psico-pedagogica a seguito dell’esame approfondito dell’alunno.

TANTI ALUNNI IN PIÙ, ORGANICO DI DIRITTO QUASI FERMO – L’incremento è confermato dalla serie storica ufficiale di alunni iscritti ad un corso scolastico e di cattedre di sostegno. Nell’anno scolastico 1997/98, la presenza di alunni con sostegno era appena dell’1,40%; dieci anni dopo era arrivata all’1,95%; nell’anno scolastico 2012/13 al 2,50%; nel 2017/18, si è raggiunto il 3,10%. I termini numerici rendono ancora di più l’idea delle percentuali: nell’anno scolastico 1997/98, gli iscritti disabili certificati erano poco più di 123 mila; nel 2018 siamo arrivati ad oltre 280 mila; l’anno prossimo si supereranno i 300 mila iscritti disabili.

Tuttavia, il numero dei docenti di sostegno in organico di diritto è solo lievemente aumentato: nel 2007 erano 56.164; nel 2013 erano 67.795; nel 2015 si è passati a 90.032; dal 2017 ad oggi l’organico di diritto si è collocato a 100.080 cattedre. L’anno prossimo si avrà un incremento di sole mille cattedre. Nello stesso periodo abbiamo invece assistito al boom dei posti in deroga: tra il 2014 e il 2018, si è passati da 28.863 a 65.890. E con il nuovo anno scolastico, secondo le proiezioni ANIEF, si potrebbero sfiorare i 100 mila contratti con scadenza 30 giugno 2021.

LE AULE DI GIUSTIZIA DICONO SÌ – L’aspetto assurdo di questo fenomeno, dell’incremento delle ore settimanali di sostegno agli alunni con disabilità previsto dal loro programma didattico-pedagogico, è che non passa per il legislatore o per le decisioni dell’amministrazione, che continuano piuttosto a contrastarlo, ma dalle aule di giustizia. Lo ha detto la Cassazione nel 2019, con la sentenza n. 25101, per la quale non è possibile fare modifiche una volta che il piano individualizzato dell’alunno disabile è stato stabilito. E che quindi l’amministrazione scolastica non ha alcun titolo a modificare la quantità di ore assegnate: ogni volta che ciò accade, purtroppo spesso, va in contrasto con il diritto dell’alunno a una pari opportunità scolastica.

In passato, anche la Corte Costituzionale, che con la sentenza n. 80/2010, era stata chiara, dichiarando inammissibile fissare un limite numerico ai docenti di sostegno. Come pure le Sezioni Unite della Cassazione, con sentenza n. 25011 del 2014, hanno chiarito come “il diritto all’istruzione è parte integrante del riconoscimento e della garanzia dei diritti dei disabili, per il conseguimento di quella pari dignità sociale che consente il pieno sviluppo e l’inclusione della persona umana con disabilità”.

Il Ministero dell’Istruzione di queste forti prese di posizione dei giudici, però, non sembra volerne sapere. Nemmeno della sentenza di quest’anno del TAR Sicilia, la 140/19, che impone di rivedere la consistenza dell’organico di sostegno: una passività, quella dell’amministrazione, che ha convinto l’ANIEF a presentare ricorso conto lo schema di decreto ministeriale sugli organici sul sostegno agli alunni disabili.

PIÙ DOCENTI CON SPECIALIZZAZIONE – ANIEF si sta battendo anche per l’assegnazione dei posti di sostegno ad un numero sempre maggiore di docenti con specializzazione. Per questo il sindacato continua a chiedere di attivare “percorsi universitari abilitanti in modalità telematica riservati al personale docente con almeno 24 mesi di servizio con contratto a tempo determinato sulla stessa tipologia di posto, o con contratto a tempo indeterminato al fine di favorire il passaggio di ruolo”: lo ha fatto anche nei giorni scorsi, facendo presentare modifiche emendative ad hoc al DL Cura Italia n. 18 del 17 marzo 2020 e con precisi emendamenti anche al decreto legge n. 22 sulla Scuola che entro sabato 6 giugno dovrà essere approvato definitivamente dalla Camera.

Foto tratta da Scuolainforma

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