Il ‘miracolo’ di Nello Musumeci: ha riunito autonomisti, sicilianisti e indipendentisti (contro il suo Governo!)

1 giugno 2020

La manifestazione di oggi a Palermo – promossa dal gruppo Facebook “No Beni culturali alla Lega Nord – Musumeci dimettiti!” è un miracolo politico: è la prima volta, infatti, che autonomisti, sicilianisti e indipendentisti si ritroveranno in piazza insieme. Ci volevano la Lega e Musumeci per riunirli tutti! L’intervista di Ignazio Coppola a Ciro Lomonte. La manifestazione di Roma

Oggi è il giorno della manifestazione contro il Governo regionale di Nello Musumeci. Appuntamento alle 18,00 a Palermo, in Piazza del Parlamento, cioè di fronte il Palazzo Reale, sede dell’Assemblea regionale siciliana.

La manifestazione è stata organizzata dagli iscritti al gruppo Facebook “No Beni culturali alla Lega Nord – Musumeci dimettiti!”. A questo gruppo risultano iscritte circa 50 mila persone. Già questo è un fatto numericamente importante. Bisognerà vedere quante di queste persone, oggi pomeriggio, si presenteranno a Palermo davanti la sede del Parlamento della nostra Isola.

Tutto, lo ricordiamo, è nato quando il presidente della Regione, il citato Musumeci, ha deciso di affidare, per mera contabilità partitocratica da ‘manuale Cencelli’, l’assessorato ai Beni culturali e all’Identità siciliana alla Lega di Matteo Salvini. A questo punto è scoppiato un putiferio che il presidente avrebbe potuto evitare.

Ma Musumeci non solo non ha evitato lo ‘scivolone’, ma ha praticamente sfidato la piazza, dicendo che a protestare è un’esigua minoranza. Oggi i fatti diranno chi ha torto e chi ha ragione.

Un fatto è certo: se oggi a manifestare saranno almeno mille persone, beh, Musumeci avrà perso. Perché portare in piazza mille persone, in una giornata di festa con l’ombra del Coronavirus non è affatto facile (oggi l’Italia festeggia la Repubblica ed è festa anche in Sicilia, anche se, in verità, la Sicilia, oggi, non ha molto da festeggiare: ma questa è un’altra storia).

OGGI SOLO BANDIERE DELLA SICILIA – Quello che noi sappiamo è che la manifestazione – che ha una matrice chiaramente sicilianista, indipendentista e autonomista – è molto sentita e che oggi, a Palermo, dovrebbero arrivare pullmann da tutta l’Isola.

Sappiamo che ha aderito il Comitato Vespro. ha aderito anche il partito Unità Siciliana Le Api. E anche il Movimento 24 Agosto per L’Equità Territoriale.

Da quello che sappiamo, non saranno ammesse bandiere di partiti politici nazionali: solo bandiere della Sicilia.

“GRAZIE NELLO” – Noi seguiamo da anni l’evoluzione dei movimenti autonomisti, sicilianisti e indipendentisti della Sicilia. Il grande problema è sempre stato quello di vederli tutti insieme. Il ‘genio’ politico del presidente Musuneci ha fatto il miracolo: è riuscito a riunificarli tutti (contro il suo Governo!). Insomma, è il caso di dirlo: “Grazie Nello”.

Nel corso della manifestazione verranno raccolte le firme per chiedere ai gruppi parlamentari dell’Ars – supponiamo a quelli di opposizione – di presentare una mozione di sfiducia al presidente Musumeci. I manifestanti chiedono la rimozione dell’assessore leghista ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà.

Sul quotidiano La Sicilia leggiamo una dichiarazione degli organizzatori della manifestazione di domani:

“Musumeci ha detto di noi che siamo una sparuta minoranza. Ma solo il gruppo Facebook conta un numero di iscritti pari ai voti che la Lega Nord ha preso alle ultime elezioni regionali. Questo partito, che è contro la Sicilia per antonomasia, non ci rappresenta. E non ci sentiamo rappresentati neppure da Musumeci che l’ha accolto a braccia aperte nel governo e ha pure insultato i siciliani”.

L’INTERVISTA DI IGNAZIO COPPOLA A CIRO LOMONTE – Riportiamo la puntata della trasmissione di Ignazio Coppola dedicata alla manifestazione di domani. Ospite della trasmissione è stato Ciro Lomonte, segretario politico del Movimento Siciliani Liberi:

QUI IL VIDEO DELLA TRASMISSIONE DI IGNAZIO COPPOLA CON L’INTERVISTA A CIRO LOMONTE

Sulla manifestazione di oggi interviene anche l’europarlamentare della Lega, Francesca Donato:

“Domani (oggi per chi legge ndr) – dice l’esponente leghista – si celebra la Festa della Repubblica e nelle piazze delle varie province ci saranno diverse manifestazioni. La Lega svolgerà in tutta Italia, Sicilia inclusa, dei flash mob per protestare contro la distanza del governo dai problemi dell’economia reale. Ho appreso però che a Palermo ci sarà anche un corteo di persone contrarie all’assegnazione dell’assessorato alla cultura e all’identità siciliana alla Lega. Sono davvero colpita dalla deriva di intolleranza che la propaganda filogovernativa promuove nei confronti di chi milita nella Lega o la vota in Sicilia”.

“Un conto è la dialettica politica sui temi concreti, sempre legittima – aggiunge l’europarlamentare della Lega – altro è contestare il riconoscimento dei diritti civili e politici ad una fascia di cittadini in quanto colpevoli di votare Lega. Questo configura un atteggiamento gravemente discriminatorio e profondamente antidemocratico, il cui esito può essere molto pericoloso. Gli attacchi alla Lega con ogni mezzo, incluso quello giudiziario (come emerso dalle intercettazioni di vari membri del CSM) e la costante campagna di denigrazione ed odio nei confronti di tutti gli esponenti del nostro partito, stanno ricreando un clima da anni di piombo, che potrebbe sfociare in atti gravi e forme di razzismo su base politica sempre più evidenti”.

“Invito tutti i cittadini siciliani – conclude la Donato – a riflettere sui propri valori, perché se ci si mobilita in difesa della cultura e dell’identità siciliana, non si può con questo mettere al bando i membri della cultura, siciliani e leghisti, idonei a tutti gli effetti a rappresentare la sicilianità e a valorizzare il nostro patrimonio culturale e identitario, come la Lega fa da sempre in ogni territorio in cui è al governo”.

LA MANIFESTAZIONE DI CATANIA – C’è anche una manifestazione, a Catania, che non ha nulla a che vedere con la manifestazione anti-lega di Palermo.

“Rifondazione Comunista – leggiamo in un comunicato – parteciperà al presidio in via Etnea, entrata villa Bellini, unitamente a realtà associative e partitiche. Rifondazione Comunista ci sarà per chiedere che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione – i diritti alla salute, al lavoro, alla sussistenza, alla difesa dei più deboli, i diritti di uguaglianza, ecc – siano garantiti in questa fase di emergenza sanitaria e sociale. Una fase che si sta risolvendo, purtroppo, in un aumento esponenziale della disoccupazione e delle disuguaglianze sostanziali. Di fronte all’emergenza sanitaria e alla più grave crisi economica dopo la Seconda guerra mondiale il governo stanzia risorse insufficienti, in grave ritardo per milioni di persone rimaste senza reddito e vara al contempo misure a pioggia alle grandi imprese miliardarie”.

“La nostra opposizione – prosegue la nota di Rifondazione Comunista di Catania – è di natura assai diversa da quella della destra fascio leghista che sostiene le pretese di Confindustria e si batte per difendere le scuole e la sanità privata, per far pagare meno tasse ai ricchi, per aumentare le spese militari e diminuire le spese sociali. L’esatto contrario di ciò che si deve fare: tassare le grandi ricchezze, colpire la grande evasione fiscale, battersi perché la Bce emetta direttamente le risorse indispensabili perché tutti in Paesi sia superata la grande emergenza economica, sociale ed occupazionale senza aumento di debito pubblico, tagliare le spese militari a beneficio di interventi sociali. Il 2 giugno manifestiamo per i diritti fondamentali, sociali e di libertà, di uguaglianza, contro la legge dei più forti contro i deboli, contro la guerra”.

2 GIUGNO: ANDARE OLTRE – Interessante anche il post dell’economista, Antonio Piraino:

“Il 2 giugno ‘Per un fronte comune’ sarà in Piazza del Parlamento per partecipare alla pacifica protesta proposta dal “gruppo’ No beni culturali alla lega Nord’. Spiace constatare – se abbiamo capito bene – che il ‘gruppo Fuori la Lega dalla Sicilia’ non parteciperà. Pazienza. Ci sarà tempo per altre iniziative comuni. La battaglia è lunga e non mancheranno occasioni per capire chi vorrà veramente riscattare la Sicilia”.

“Anche per questo – prosegue Piraono – conviene sintetizzare i nostri obiettivi logico/temporali:

1) No beni culturali alla Lega. È una battaglia simbolica. Per questo non si potrà desistere;

2) No Lega al Governo Regionale! La decisione del Presidente Musumeci è chiaramente strumentale alla Sua riconferma. Bisognerà fargli capire che anche chi è “di destra” non vuole avere rapporti con chi ci ha umiliato sistematicamente e vuole ulteriormente distruggerci economicamente;

3) No a governi con la partecipazione di partiti padronali, come Forza Italia. Abbiamo visto e constatato abbastanza!

4) Proprio per questi no vogliamo dire – ora per allora- No a governi regionali subalterni agli interessi del capitalismo finanziario, che ha distrutto il sistema bancario siciliano, conquistata la grande distribuzione che soffoca il settore agroalimentare della regione, e che proprio in questo periodo sta occupando tutto lo spazio relativo alle fonti rinnovabili, che sono il fondamento del futuro dell’isola.

Non basta liberare la Sicilia da questo Governo.
Occorre coltivare il sogno di una Terra che sappia immaginare una economia giusta, comunitaria, circolare e inclusiva, che rilanci la sua centralità mediterranea!”.

LA MANIFESTAZIONE DI ROMA – Infine – sempre oggi – la manifestazione di Roma del Gilet Arancioni. In queste ore tutta la finta sinistra italiana da salotto e da tastiera si indigna e rimprovera i Gilet Arancioni e il suo leader, il generale dei Carabinieri in pensione, Antonio Pappalardo.

I Gilet Arancioni hanno già manifestato a Milano e oggi, per l’appunto, manifesteranno a Roma.

Non sappiamo se oggi, a scenderà in piazza il popolo, com’è avvenuto a Milano. Se oggi, a Roma, il popolo scenderà in piazza, coloro i quali si professano di sinistra, magari perché sono del PD o di qualche altro partito che si professa di sinistra, prima di parlare o scrivere, dovrebbero rileggere (o leggere) Antonio Gramsci e Giorgio Amendola.

Perché quando il popolo scende in piazza, i rappresentanti dei partiti che si definiscono popolari, dovrebbero essere pure in piazza: se non sono in piazza e criticano una piazza di popolo, è evidente che sono contro il popolo…

Foto tratta da Stretto Web

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