Operatori della movida in piazza a Palermo: “No alle restrizioni che non ci fanno lavorare”

27 maggio 2020

La manifestazione di protesta si materializzerà il prossimo 30 Maggio a Palermo. Appuntamento alle 10,00 davanti la sede dell’Assemblea regionale siciliana

Alla fine gli operatori della movida di Palermo hanno deciso di dire basta alle restrizioni che gli impediscono di lavorare.

“Penalizzati, è una crisi senza precedenti. Dobbiamo ripartire”, si legge in un comunicato che annuncia una manifestazione il prossimo 30 Maggio, naturalmente a Palermo. Appuntamento alle 10,00. Tutti davanti in Piazza del Parlamento, che dovrebbe essere la Piazza antistante l’Assemblea regionale siciliana.

“Si riuniranno tutti sabato 30 Maggio alle ore 10,00 in Piazza del Parlamento, a Palermo – leggiamo sempre nel comunicato -. Per far sentire la loro voce e chiedere alle istituzioni di trovare insieme una soluzione che possa far ripartire il mondo dell’intrattenimento serale e della movida notturna, così da restituire il lavoro a tanti operatori del settore”.

“Il comparto, costituito da numerose figure professionali – prosegue il comunicato – produce annualmente in tutta Italia un indotto di miliardi di euro ed a seguito dell’emergenza COVID-19 è stato il primo a fermarsi e sospendere le attività. Dal 23 febbraio deejay, cantanti, musicisti, band, ballerini, camerieri, barman, addetti alla sicurezza e migliaia di altre persone che ruotano attorno al mondo delle discoteche e dei locali notturni hanno perso il lavoro. Molti non hanno ricevuto sussidi o ammortizzatori sociali e non ce la fanno più andare avanti”.

“I titolari dei locali – leggiamo sempre nel comunicato – hanno chiuso le proprie attività continuando a sostenere affitti e altri costi gestionali. Dentro questo settore ci sono migliaia e migliaia di famiglie senza più reddito e senza più lavoro”.

“Siamo stati dimenticati – dicono gli operatori del settore sostenuti dal sindacato Silb – comprendiamo che bisogna mettere in atto condizioni e misure di sicurezza, ma dobbiamo ripartire. Chiediamo alle istituzioni di trovare, insieme a noi, una soluzione che permetta la riapertura, un tavolo tecnico attorno al quale studiare insieme una ripartenza in piena sicurezza. Siamo aperti e disponibili a collaborazioni, ma non possiamo più rimanere chiusi”.

“La manifestazione – conclude il comunicato – rispetterà tutte le norme di sicurezza: i partecipanti indosseranno le mascherine e manterranno il distanziamento sociale, a conferma che imprenditori, liberi professionisti e dipendenti del settore chiedono un confronto pacifico con le istituzioni. Insieme, in sinergia per restituire lavoro e dignità a novantamila operatori in tutta Italia”.

Da quello che si capisce il malumore serpeggia in tutta Italia. Hanno ragione? A nostro avviso, hanno ragione da vendere. Per una serie di motivi che proviamo a sintetizzare.

In primo luogo, perché il Governo nazionale, le Regioni e i Comuni non hanno aiutato gli operatori di questo settore. Molti protagonisti della movida sono stati abbandonati. E la responsabilità, in primo luogo, è di un Governo nazionale che continua a tenere l’Italia ‘impiccata’ a un’Unione europea di strozzini.

Il secondo motivo abbiamo cercato di illustrarlo ieri: il Governo nazionale, le Regioni e i Comuni non possono riaprire le attività economiche, impedendo ai titolari di tali attività economiche di lavorare a pieno ritmo. I bar, i ristoranti, le trattorie, i pub, per tirare la carretta, debbono fare ‘numeri’; se non fanno ‘numeri’lavorano in perdita. Non c’è bisogno di essere economisti per capire questo: è sufficiente immedesimarsi in chi gestisce queste particolari attività.

Il Governo nazionale, le Regioni e i Comuni hanno dato il via alle attività, ma hanno il timore che il Coronavirus non sia scomparso. Hanno ragione? Sì. Ma se hanno questo timore perché hanno fatto riaprire bar, ristoranti, trattorie e pub? Cosa pensavano il Presidente del Consiglio, i presidenti delle Regioni e i sindaci? Che aprendo a metà, con pesanti limitazioni, i titolari di tali esercizi commerciali avrebbero ripreso a guadagnare e a pagare le tasse?

Non è così: se questi esercizi commerciali non opereranno a pieno ritmo – soprattutto con le movide – non ce la potranno fare mai.

Governo nazionale, Regioni e sindaci vorrebbero prendersi i meriti delle riaperture se tutto andrà bene e scaricare le responsabilità sui ‘operatori e cittadini indisciplinati’ se le cose dovessero andare male se il virus dovesse tornare a colpire.

Ma così facendo non faranno ripartire questo segmento di economia e gli operatori non potranno pagare le tasse.

La soluzione? Non la conosciamo. Ma la proposta degli operatori della movida ci convince: la politica ha deciso di riaprire? Bene: se ne assuma tutte le responsabilità e trovi una soluzione – sicura – con gli operatori di questo settore.

 

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