USB Sicilia all’attacco di Musumeci: “Ritiri la nomina di un leghista alla gestione dell’Identità siciliana”

21 maggio 2020

“I siciliani – scrivono i sindacalisti dell’USB della nostra Isola – hanno diritto a non subire l’oltraggio alla loro Storia”. E chiedono il ritiro della nomina del leghista siciliano, Alberto Samonà, ad assessore regionale ai beni culturali e all’Identità siciliana

Dall’Esecutivo Confederale Sicilia dell’Unione Sindacale di Base (USB)
riceviamo e pubblichiamo

USB esprime preoccupazione e ferma contrarietà per la scelta di assegnare l’assessorato ai Beni culturali e all’Identità siciliana alla Lega. Un vero e proprio oltraggio alla Storia delle siciliane e dei siciliani. Alla Storia recente, che ha visto la Lega fondare la sua fortuna politica sulla mortificazione dei meridionali, sulla narrazione degli stessi come costo sociale, come ladri di posti di lavoro al Nord, come fannulloni, meritevoli di essere lavati dall’Etna.

A nulla valgono i tentativi di restyling della Lega che, negli anni, ha tentato di cancellare la linea dell’odio semplicemente spostandolo dal Sud ai migranti.

“Non ni manciamu pani scuddatu” (Non ne mangiamo pane scordato).

Un oltraggio alla storia millenaria della Sicilia, mosaico di culture, mescolanza di popoli e laboratorio di integrazione. Un oltraggio a cui si aggiunge, dopo la designazione di Alberto Samonà, il responsabile Dipartimento Cultura della Lega Nord in Sicilia, anche un vero e proprio attacco alle libertà democratiche e un utilizzo strumentale della Sicilia per dare la spallata al Governo, realizzato attraverso la legittimazione di chi non nasconde le proprie simpatie apertamente fasciste, tenta oggi di cancellare le frequentazioni con la massoneria e appare a tutti gli effetti come un intellettuale salottiero ultimamente specializzato negli attacchi social al Governo.

Dal 25 aprile da non festeggiare, in quanto “divisivo”, all’omaggio funebre a Stefano delle Chiaie, passando per la richiesta di intitolazione delle vie ad Almirante, le foto pubblicate con un rogo sullo sfondo e sulle note di Giovinezza, l’elogio di Pontida, il disprezzo per Greta, la fondazione del Circolo politico-culturale Julius Evola.

Un curriculum che il neo assessore, passato dal Fronte della Gioventù ai 5 Stelle e con approdo finale alla Lega, si sta apprestando a rimuovere dai social.

Contro la scelta del Governo Musumeci di dare l’assessorato alla Lega, da subito, si è levata potente la voce di migliaia di siciliane e siciliani. Una voce inascoltata e mortificata.

Viene oggi spontaneo porsi una domanda: in nome di chi si decide in Sicilia? E’ casuale che il Presidente della Regione decida di offrire una ciambella di salvataggio a un partito, la Lega, proprio nel momento del suo massimo fallimento dopo il disastro della sua classe dirigente lombarda nella gestione del Coronavirus? Un fallimento che nasce da una gestione della cosa pubblica contro cui USB ha sempre lottato: la privatizzazione della Sanità, la cancellazione dei servizi sanitari territoriali, lo spreco delle risorse e la genuflessione ai poteri industriali. In Lombardia la società civile chiede il Commissariamento della Regione a guida Lega e in Sicilia si offre un posto al Sole dei Templi.

Una scelta, quella del Governo Musumeci, realizzata da chi ha consegnato alla Sicilia il triste primato dei ritardi nell’erogazione della Cassa integrazione, da chi forse già fulminato dalla via leghista ha lasciato a se stessi migliaia di fuori sede e lavoratori nel pieno della virulenza del COVID al Nord, da chi invoca poteri speciali e l’Esercito.

Le siciliane e i siciliani, animati da un vero e proprio spirito da Vespri digitali, sono stati definiti una “sparuta minoranza”, dei “poveretti con dei problemi”, “la gente per bene sta zitta, sta a casa” dice il Monarca Musumeci.

Il diritto al dissenso messo in discussione, la sdoganazione del fascismo e la mortificazione resa paradigma ci consegnano un progetto di Sicilia che fa un salto indietro di decenni, quella che subisce in silenzio, non partecipa alla vita politica, deve rassegnarsi alle briciole lasciate cadere dai banchetti dei suoi scranni istituzionali.

Musumeci ha superato il segno, ha sfregiato la memoria e la dignità di migliaia di siciliani, non merita di rappresentare il popolo siciliano.

Come Organizzazione Sindacale denunciamo a tutta Italia quello che sta accadendo in Sicilia, dove un popolo sta difendendo il suo DNA meticcio e accogliente dall’ennesima invasione e si sta scrivendo una pagina nera della democrazia. Per noi il fascismo non è un’opinione: è un crimine.

Non staremo certamente a guardare, ci ribelleremo insieme alle migliaia di siciliani che ripudiano la Lega, credono nella Costituzione antifascista e vogliono essere i reali protagonisti della loro Storia, fatta di bellezza ma anche di ribellione.

Peppino Impastato diceva: “La mafia uccide, il silenzio pure”.

Che non cada ancora il silenzio su questa meravigliosa, sfruttata e generosa Terra.

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