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Orban? Un dittatore. Invece la dittatura sanitaria italiana è democratica?

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Il filosofo e commentatore marxista, Diego Fusaro, si sofferma sul “bipensiero” orwelliano in voga ai tempi del Coronavirus: ci si preoccupa giustamente della svolta autoritaria dell’Ungheria e, poi, raramente si ha da eccepire rispetto a quanto sta, analogamente, accadendo in altri Paesi d’Europa, tra cui l’Italia stessa…

di Diego Fusaro

“Pieni poteri, oppositori fermati e addio diritti. Così Viktor insegue il sogno dell’Orbanistan”: così titolava il quotidiano sabaudo “La Stampa” il 16.5.2020.

L’argomento non è nuovo, in effetti: nei mesi scorsi si è lungamente discusso, con giusta preoccupazione, sull’involuzione autoritaria dell’Ungheria, favorita dal contesto emergenziale. Ciò che stupisce, già da tempo, è il “bipensiero” orwelliano che, anche in questo caso, ha preso il sopravvento: ci si preoccupa – giustamente, ribadisco – per la svolta autoritaria dell’Ungheria e, poi, raramente si ha da eccepire rispetto a quanto sta, analogamente, accadendo in altri Paesi d’Europa, tra cui l’Italia stessa.

Orban ha chiesto pieni poteri al suo Parlamento: altri sembrano averli presi senza neppure chiederlo al loro Parlamento.

La verità è che, come già si è evidenziato, stiamo assistendo a una brusca sterzata autoritaria in seno al globalcapitalismo, che si sta riorganizzando verticisticamente. E forse si avvia addirittura a mettere in congedo l’epoca delle “democrazie borghesi”, quelle incardinate – pur nella loro imperfezione – su diritti imprescrittibili della persona, parlamenti e divisione dei poteri.

In luogo delle vecchie democrazie borghesi, sta prendendo forma un nuovo regime sanitario, che – in Ungheria come in Italia – sembra fondarsi sul controllo totale delle vite e sulla sospensione dell’attività politica nel suo complesso. Le ragioni di sicurezza e di salute pubblica si impongono come prioritarie, quando non come esclusive: in loro nome, il nuovo potere, sempre più platealmente post-democratico, si arroga il diritto di imporre ogni tipo di limitazione delle libertà fondamentali, nel caso italiano sancite dalla Costituzione (essa stessa palesemente violata nella lettera e nello spirito).

Tra marzo e aprile di questo 2020, ne abbiamo fatto quotidiana esperienza: in luogo delle tradizionali pratiche parlamentari e della consolidata divisione dei poteri, abbiamo assistito, con impotenza incredula, al susseguirsi ininterrotto di decreti emergenziali e DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri). Il potere esecutivo ha, così, soppiantato il potere legislativo e disarticolato la stessa divisione dei poteri, cuore di ogni matura democrazia.

Sovrano – diceva Schmitt nella “Teologia politica” – è chi decide sullo stato d’eccezione. L’emergenza Covid19 e lo Stato d’eccezione sono stati il dispositivo fondamentale che ha reso possibile la svolta autoritaria, quale si è manifestata in questa legislazione emergenziale e nelle annesse pratiche di controllo panoptico, di distanziamento sociale e di “lockdown”.

Foto tratta da Quotidiano.net

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