L’Identità siciliana a un leghista e la miopia politica del presidente Musumeci

15 maggio 2020

Il professore Andrea Piraino, presidente  di Unità Siciliana-LeApi, ha ragione: il presidente della Regione, Nello Musumeci, non poteva scegliere un modo peggiore per celebrare il settantaquattresimo anniversario dello Statuto siciliano. La superficialità della vecchia politica può creare i presupposti per un rilancio di una politica ancorata ai veri bisogni della popolazione siciliana  

“Questo settantaquattresimo anniversario dello Statuto siciliano difficilmente potrà essere dimenticato, grazie ad un Presidente della Regione nella migliore delle ipotesi miope”.

Lo dice Andrea Piraino, Presidente di Unità Siciliana-LeApi. Che aggiunge:

“Invece di preoccuparsi di arginare il nuovo disastro annunciato dell’avvento di almeno cinquantamila nuovi disoccupati e dell’aumento della povertà individuale e familiare, invece di lanciare un grande progetto di riforma della Regione per guidarne la rinascita dopo il Covid-19, approfitta della situazione per mettere ‘a posto ‘secondo un mero calcolo di sopravvivenza politica la maggioranza d’aula. Ed ecco un posto in Giunta – all’assessorato che deve diffondere e difendere l’Identità siciliana – per un uomo della Lega, partito la cui azione politica non è mai stata ispirata alla solidarietà nazionale, ma ostile al Sud e alla Sicilia”.

“Eppure nelle scorse settimane – prosegue Piraino – Unità Siciliana-Le Api aveva dato pubblicamente a Musumeci un consiglio politico di grande spessore, suggerendogli l’azzeramento di questa Giunta con la costituzione di un governo di emergenza nel quale inserire le migliori rappresentanze dei settori economico-sociali della Sicilia. Invece, alla vigilia del 74°anniversario dell’approvazione dello Statuto arriva questa bomba istituzionale che saboterà l’intera storia dell’Autonomia siciliana la quale, pur con tutti i difetti noti che vanno corretti, costituisce un dono prezioso che abbiamo il dovere di consegnare arricchito alle generazioni future”.

Se Musumeci voleva passare alla storia, quest’anno ha buone possibilità di riuscire – conclude Piraino -: o per aver celebrato la fine della stagione autonomistica, o per aver subito l’inizio di una rinascenza del Popolo siciliano che finalmente ritornerà ad essere protagonista del proprio destino, spazzando via questa attuale classe politica sempre più ripiegata in se stessa e preoccupata solo della propria sopravvivenza”.

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