No all’assessore leghista e sì alla valorizzazione dell’Identità Siciliana

14 maggio 2020

In questo scritto il professore Massimo Costa, economista, indipendentista storico illustra cosa dovrebbe fare un assessore regionale all’Identità Siciliana. Sette idee forti per dare forza alla cultura e alle tradizioni della nostra Isola

di Massimo Costa

La nomina di un assessore leghista ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana sta suscitando una giusta ondata di indignazione in Sicilia, alla quale partecipiamo tutti.

Poco importa se, anche senza l’assessore leghista (vedi foto), la bandiera lombarda già sventola a Palazzo d’Orléans, dove sono stati già fatti accordi coloniali.

Poco importa se, nei fatti, più che un leghista doc, ci ritroveremo un democristiano cambiacasacca, che usa la “maglia” leghista come la sua 19ma e che l’anno prossimo la cambierà senz’altro.

Poco importa se, tolto il grandissimo Sebastiano Tusa e l’ottimo Antonio Purpura, negli ultimi anni quella poltrona abbia avuto ben pochi statisti.
Nella vita si vive di simboli e segnali e, senza accorgersene, questa scelta è un vero autogol per il Presidente Musumeci.

I Siciliani non dimenticano gli insulti presenti e passati, l’odio etnico verso di loro, il disprezzo di cui sono stati oggetto da quella bandiera, dai tempi di Bossi. Salvini ha cercato di fare una mutazione genetica, da partito nordista a destra nazionale (scavalcando a destra Fratelli d’Italia), ma – almeno in Sicilia – l’operazione non sembra essere riuscita. Ci sono alcuni supporter e aficionados del nuovo “liberatore” (ahinoi), ma la scelta leghista resta esecrata dalla stragrande maggioranza dei Siciliani.

E del resto, al di là della facciata, l’operazione di trasformazione genetica non gli è neanche riuscita bene a casa sua, perché a Nord della Linea Gotica la Lega è rimasta la stessa, con il suo odio antimeridionale e antisiciliano, che trasuda da tutti i loro media, e con la sua politica predatoria, che continua imperterrita, sia per mezzo dello Stato, sia per mezzo della impossibile “autonomia differenziata” con i nostri soldi. Per quanto si sia fatto per nasconderlo, anche il Siciliano più ignorante fiuta la fregatura e reagisce.

Anch’io ho firmato per questo una delle tante petizioni in tal senso (sicunnu mia cci nn’è troppi…).

MA ORA COGLIAMO QUESTA OCCASIONE PER ANDARE OLTRE, non per tornare ad un burocrate anonimo, ma per dire a Musumeci cosa vogliamo veramente da questo assessorato regionale (di fatto un ministero).
Io ci ho provato.

Per quanto riguarda i BENI CULTURALI il discorso sarebbe troppo lungo. Mi limito a dire che vorrei un assessore che studiasse attentamente tutte le politiche e le azioni intraprese dal compianto Prof. Tusa per la tutela e la valorizzazione del nostro petrolio, i “beni culturali”, e le portasse avanti. Solo qualcosa di nuovo deve essere pensato per la valorizzazione, dato che, per un bel po’, i flussi turistici, anche di élite, per la fruizione di questi tesori, saranno certamente limitati.

Ma è sull’IDENTITÀ SICILIANA (nominalmente istituita dal timido Presidente Raffaele Lombardo, che pure dobbiamo ringraziare almeno per questo) che andrebbe impressa una vera svolta.

Io chiederei all’assessore regionale con delega all’Identità siciliana che almeno:

1. Costituisca un ufficio “ANTI-DIFFAMAZIONE” che monitori attentamente tutto ciò che viene pubblicato o trasmesso dai media italiana riguardante la Sicilia, perseguendo ogni notizia falsa, tendenziosa, o comunque di istigazione all’odio etnico verso i Siciliani e di vilipendio delle nostre istituzioni autonomistiche.

2. Ritorni con una legge regionale sulla BANDIERA, per definirla nella maniera più coerente con la storia del Nazionalismo siciliano, che tolga il “fiocchetto tricolore” dall’asta, che solo noi siamo obbligati a portare, che ne imponga l’esposizione in tutti gli uffici pubblici, anche in quelli statali e in tutti i punti di accesso al territorio della Regione siciliana.

3. Porti avanti una esplicita POLITICA LINGUISTICA, approvando una legge-voto in cui il siciliano è proclamato “lingua regionale” soggetta a tutela, con istituzione di un’Accademia pubblica che ne consigli una versione meno vernacolare e più condivisa, nel lessico, nella pronuncia e nell’ortografia, e con tutta una serie di iniziative che ne promuovano la produzione artistica, letteraria, musicale, etc. con il bilinguismo obbligatorio nelle indicazioni pubbliche, e così via, sia pure con la dovuta prudenza.

4. Introduca in TUTTE LE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO, adattando ai diversi percorsi e fasce d’età, un insegnamento di Identità siciliana sulla Storia Siciliana, sul suo Statuto (e le precedenti Costituzioni), sulla sua letteratura, lingua, arte, spettacolo, musica, beni culturali, etc.

5. Istituisca un SERVIZIO DI EMITTENZA RADIO-TELEVISIVA PUBBLICA, utilizzando una congrua quota del Canone televisivo, per promuovere e dare voce alla cultura e all’identità siciliana, con una quota (anche modesta per iniziare) di programmi e film in lingua siciliana, con trasmissioni di intrattenimento e di approfondimento culturale di primo livello, e con un servizio di informazione giornalistica plurale e indipendente all’altezza delle esigenze di un Popolo europeo di circa 5 milioni di abitanti.

6. Introduca CAMPIONATI PARALLELI a quelli italiani in tutti gli sport, e proponga con una rappresentanza sportiva siciliana, incontri amichevoli con le nazionali di ogni Paese.

7. Renda festivi (utilizzando le festività soppresse) il 30 marzo, Festa Nazionale del VESPRO e il 2 novembre, Ricorrenza dei “Morti”, dedicando nelle Scuole l’intera giornata del 15 maggio (o la più prossima, se questo è festivo) all’Identità siciliana con iniziative culturali ad hoc.

Avrei qualche altra idea e proposta, però mi fermo qua. Se già avessimo tutto ciò sarebbe un ottimo punto di partenza.

Non credo, purtroppo, che i soliti feudatari-democristiani, vestiti o no di drappi verdi o altri colori estemporanei, abituati a concepire la politica solo come gestione di voti o consenso, siano in grado di concepire e portare in atto progetti così alti (francamente non credo di aver detto nulla di eccezionale, il minimo contrattuale).

Ma intanto potremmo cominciare a fare circolare le idee e chiederlo a Musumeci; per ora c’è lui nel ‘Palazzo’. Io non voglio un assessore leghista che svenda alla Lombardia i nostri beni culturali come si è fatto con la sanità; ma non voglio neanche che le stesse cose, o una opaca gestione, provengano da un assessore qualunque. L’Autonomia è fatta per essere usata, non per recepire tutto quello che ci ordina lo Stato.

Che ne dite?

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