J'Accuse

Appello ai consiglieri comunali della Sicilia: chiedete ai sindaci i rendiconti dei buoni spesa

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Lanciamo questo appello perché oggi, al TGR Sicilia, il pianto di una donna di Catania che non ha ricevuto il buono spesa e che, di conseguenza, non può far mangiare la figlia non si poteva sentire! Non si può restare insensibili davanti a questi fatti. Bisogna mobilitarsi e fare qualcosa! 

In queste ore la protesta è andata in scena a Catania: tanti cittadini sono rimasti senza buoni spesa. Precisiamo che, con i buoni spesa, le famiglie acquistano il cibo. Lasciare le famiglie povere senza buoni spesa significa lasciare alla fame essere umani.

Sappiamo – ed è stato un grande errore – che i fondi per i buoni spesa sono stati ‘girati’ dallo Stato ai Comuni siciliani. Ed è stato un grandissimo errore: il Governo nazionale avrebbe dovuto chiedere ai Comuni della nostra Isola la lista delle famiglie bisognose, l’indirizzo o il codice Iban.

Ai possessori del codice Iban – e quindi di un conto corrente bancario o postale – il Governo nazionale avrebbe dovuto effettuare il bonifico; a chi non ha un conto corrente bancario o postale – e in Sicilia sono tantissime le persone, soprattutto tra gli extracomunitari, ma non soltanto – il Governo di Roma avrebbe dovuto inviare una card personalizzata.

Invece i soldi sono stati inviati ai Comuni. Bene: i Comuni hanno erogato tali fondi alle famiglie bisognose? Non lo sappiamo. Ma registriamo proteste in alcuni Comuni: proteste relative, perché forse ora una protesta si può organizzare – come hanno fatto in queste ore a Catania le persone rimaste senza fondi – ma nei giorni scorsi, quando tutti eravamo chiusi in casa, non si poteva nemmeno protestare!

Noi non sappiamo come sia finita questa storia. Sappiamo, ad esempio, che ci sono stati problemi a Palermo e a Sant’Agata di Militello.

Ma possiamo dire che oggi, al TGR Sicilia, una donna intervistata a Catania in piena emergenza Coronavirus che piangeva perché non aveva i soldi per fare mangiare la figlia non si poteva sentire!

Bisogna fare qualcosa. Il servizio – sempre del TGR Sicilia – raccontava che ci sono 2 milioni di euro della Regione siciliana, ma non si possono spendere perché ci sono problemi burocratici! Anche questa notizia non si può sentire: se negli uffici della Regione non riescono nemmeno ad assicurare il pranzo e la cena e chi non ha da mangiare, beh, che vadano a casa: chi non sa fare le piccole cose non potrà mai fare grandi cose!

Noi facciamo appello a tutti i consiglieri comunali della Sicilia: presentate interrogazioni e richieste di accesso agli atti: provate a verificare se i fondi stanziati per i buoni spesa sono stati assegnati a chi ne ha bisogno: non è pensabile, nel 2020, che in Sicilia ci siano famiglie che non possono mangiare!

Lo sappiamo: una legge regionale infame del 1992 – più altre leggi infami di modifica e integrazioni – hanno creato i sindaci eletti direttamente dal popolo che non rispondono a nessuno. A Palermo la consigliera comunale Giulia Argiroffi ha denunciato 58 richieste inoltrate al Comune che non hanno mai ricevuto risposta!

Sappiamo che non è così in tutti i Comuni della nostra Isola: sappiamo che tanti sindaci lavorano per i cittadini: ma ce ne sono altri che si comportano da monarchi assoluti. E allora diciamo ai consiglieri comunali: almeno provate a scoprire come sono andate le cose con i buoni spesa.

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