Palermo/ “Specchio specchio della mie brame, che è il più Giusto del reame?”. Sei tu assessore Giusto Catania…

7 maggio 2020

Ormai al Comune di Palermo va in scena l’operetta oscena di una ‘presunta’ sinistra allo sbando che brancola fra Tram, parcheggi e urbanistica “all’antica”. Scoperti e umiliati dall’incedere della verità dei fatti – una verità ormai in contrapposizione frontale con le loro parole – gli esponenti di questa morente sinistra senza sinistra provano a non lasciare niente di ‘invendicato’ colpendo chi ha il solo torto di averli costretti a guardarsi allo specchio: la ‘cattiva Giulia Argiroffi!  

Cosa rimane della ‘presunta’ sinistra di Palermo oltre al Tram, ai parcheggi, ai cancelli, alla munnizza lungo le strade della città e alle ripicche? Veramente poco. Ieri, per esempio, quello che resta di questa formazione in via di decomposizione politica ha prodotto una sceneggiata che definire di cattivo gusto è poco. Pensate un po’: un Consiglio comunale a maggioranza di centrosinistra riunito per occuparsi della presunta incompatibilità di una consigliera comunale – Giulia Argiroffi – che ha il solo torto di avere ‘sgamato’ e denunciato tutte le magagne dell’attuale amministrazione comunale di Leoluca Orlando.

Ammesso che questa incompatibilità ci sia – e non c’è – non dovrebbe essere un giudice a pronunciarsi su un argomento del genere? Invece no: invece hanno convocato una seduta del Consiglio comunale per occuparsi dell’incompatibilità di una consigliera comunale!

Ci chiediamo e chiediamo: questa seduta è stata convocata ufficialmente? Cioè: verranno pagati i gettoni ai consiglieri comunali (90 euro lordi cadauno)?

Noi non abbiamo assistito a questa seduta. Immaginiamo che erano presenti il segretario generale, i vigili urbani, i commessi e il personale dei gruppi consiliari.

Per curiosità: quanto è costata la seduta del Consiglio comunale di Palermo di ieri ai cittadini?

Su un argomento serio come il 5G il Consiglio comunale di Palermo è ‘latitante’. E cosa fa invece? Si va a riunire per ‘condannare’ una consigliera comunale che ha fatto venire fuori cose incredibili, tra speculazioni e altre ‘operazioni’.

A quanto pare il protagonista di questa seduta è stato l’assessore comunale Giusto Catania il ‘comunista’. Commenta Giulia Argiroffi:

“La ridicola seduta di ieri ha dedicato 6 ore a discutere sul mio carattere, in una vergognosa gogna mediatica costruita sul nulla, giungendo alla conclusione che non piaccio a Giusto Catania e che Giusto Catania non apprezza il mio lavoro (conclusione di cui sono piuttosto orgogliosa). Ho chiesto e ottenuto che lunedì si discuta in aula del contenuto delle interrogazioni e richieste accesso gli atti che non hanno ottenuto riscontro entro i termini perentori previsti dalla legge e declinati nello Statuto del Comune di Palermo e nel Regolamento del CC, e che se ne giustifichi pubblicamente il mancato riscontro. Si tratta di atti che riguardano tutta la consiliatura, alcuni sono del 2017. E si tratta di richieste per le quali, in molti casi, sono state inoltrate sollecitazioni e denunce… La mancata risposta ad un’interrogazione nei tempi da parte del sindaco è motivo di decadenza dello stesso (sempre per legge)”.

“Inoltre – prosegue la battagliera consigliera comunale – premettendo che sempre per legge il consigliere comunale ha libero e indiscriminato diritto di accesso immediato alla documentazione e alle informazioni, senza alcun dovere di spiegare il motivo del proprio interesse, alcune delle mancate risposte conservano, proprio nella componente tempo, un ulteriore danno intrinseco, comportando maturazione di diritti economici da parte di terzi, potenzialmente traducibili in danni erariali (per esempio 4 milioni di euro anticipati per la progettazione del tram, il cui incarico sembrerebbe illegittimo) e avendo accumulato in alcuni casi fino a 8 mesi di ritardo oltre ai 30 giorni previsti dalla legge”.

A questo punto Giulia Argiroffi affonda la ‘lama’:

“Ci piacerebbe capire come mai Catania, assessore competente, non reputi importante il rispetto dei tempi in questo caso… Avrà forse cose da nascondere? Cose grosse visto le cifre e gli interessi in gioco? In altri casi gli atti riguardavano richieste di accertamenti su possibili incompatibilità: per esempio dell’assessore Di Dio o dei presidenti Norata e Butera. Oppure il delicatissimo tema delle indagini geologiche propedeutiche all’appalto per l’anello ferroviario, quello infinito, proprio per carenza nelle indagini e nei progetti preliminari. Oppure il vergognoso tema dell’edificio di piazza Leoni, quello legato alla storia delle sorelle Pilliu. O il misterioso PRG e la sua misteriosa consegna all’assessore Arcuri (Emilio Arcuri, ormai ex assessore comunale ndr), avvenuta quasi due anni fa. Tante cose su cui pretendiamo chiarezza. Tante!”.

QUI LE RICHIESTE E LE INTERROGAZIONI DI GIULIA ARGIROFFI PER LE QUALI LEI STESSA DENUNCIA IL MANCATO RISCONTRO.

Non c’è da vergognarsi a non rispondere a tutte queste richieste di chiarimenti?

Su PALERMOTODAY leggiamo una presa di posizione del coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Borrelli:

“Sono sconcertanti gli attacchi della sinistra palermitana nei confronti della consigliera comunale Giulia Argiroffi che non avendo argomenti per attaccarla sul piano politico lo fa su un aspetto che riguarda una sua presunta incompatibilità”.

“Perché il Comune – doce sempre Borrelli – ha impiegato 2 anni per verificare i requisiti di incompatibilità della consigliera tra l’altro con un procedura avviata da una richiesta del consigliere comunale della sinistra Giusto Catania nel maggio del 2018? La Argiroffi in ogni caso si era già dimessa dall’incarico di direttore tecnico di lavori di una società, incarico che secondo il testo unico sugli enti locali non produrrebbe motivi di incompatibilità”.

“Giulia Argiroffi – continua l’esponente dei Verdi – è una consigliera minacciata a causa delle sue battaglie contro la speculazione edilizia in una città come Palermo che nei decenni ha pagato un prezzo elevato in termini distruzione di territorio. Giulia si è opposta a varianti del Piano regolatore che non erano elaborati in nome di un principio che dovrebbe essere tanto caro alla sinistra come quello dello stop al consumo di suolo, aveva denunciato il ruolo del dirigente Li Castri, poi arrestato, e la vicenda dei piani particolareggiati con lottizzazioni abusive di via Miseno a Mondello. Di fronte a tutto ciò cosa fa la sinistra palermitana? Attacca Giulia Argiroffi: semplicemente sconcertante. I Verdi esprimono la solidarietà alla consigliera comunale e purtroppo – conclude Bonelli – dobbiamo constatare che c’è qualcosa che gira al contrario nella sinistra palermitana”.

 

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