Quando il Governo Letta penalizzò le Università del Sud per favorire quelle del Nord

6 maggio 2020

La sottrazione di risorse alle Università povere (quelle del Sud) per favorire le università ricche (quelle del Nord, che non sono affatto le migliori) ha determinato la migrazione di studenti (e di risorse finanziarie) dal Sud al Nord. Una vergogna infinita e uno scandalo ignorato 

di Michele Eugenio Di Carlo

Sentire che tanti nostri studenti universitari, e i propri familiari, in questi giorni si lamentano di dover pagare affitti mentre le università sono praticamente chiuse, mi fa proprio male e mi costringe a riferire quello di cui pochi sono a conoscenza.

Fu un provvedimento del governo di Enrico Letta e della ministra dell’Istruzione di allora, Maria Grazia Carrozza, a penalizzare fortemente le università del Sud con una sorta di decreto ammazza università meridionali che ha dato soldi alle università ricche e li ha sottratti a quelle povere. Badate bene, non a quelle migliori, a quelle più ricche.

Lo scrive peraltro l’amico Pino Aprile nel suo ultimo testo “L’Italia è finita”, come sempre una miniera di informazioni. Tanto che l’economista barese Gianfranco Viesti – ricordo che è anche cittadino onorario della città di Vieste – ne scrisse un libro di denuncia: “La laurea negata”, arrivando a dire che tanto valeva farle chiudere.

Un decreto che andò a peggiorare le già antimeridionali norme dei precedenti ministri Profuno e Gelmini. Ora uno studente meridionale su due (8 su 10 in Basilicata) sceglie un università del Nord e questo comporta l’ennesimo esborso di miliardi che passano da Sud a Nord, quasi non bastasse la tristissima e abominevole emigrazione sanitaria.

Questa politica di sottrazione di fondi e di risorse al Sud è stata condotta senza interruzione e indifferentemente da governi di tutti i colori, destra, centro e sinistra. Ma pochi di noi se ne sono accorti, perché la politica ormai è diventata il regno degli incapaci e degli ignoranti.

La manipolazione politica-mediatica al servizio dei poteri finanziari e politici nord-centrici, quotidiana da almeno 35 anni (vedere i dati riportati dagli studiosi di processi comunicativi Cristante e Cremonesini) ci ha invece fatto credere che sia tutto normale. Non lo è affatto!

Nonostante tutto, nonostante la continua e discriminante sottrazione di fondi, molte delle nostre università restano ad alti livelli. Vorrei inoltre ricordare che la prima, grande università italiana è stata la Federico II di Napoli da cui fino al 1861 uscivano la maggior parte dei laureati in Italia. Infatti la Federico II è nata nel 1224, mentre le tanto decantate “Politecnico di Milano” e la super propagandata “Bocconi” sono sorte rispettivamente nel 1863 e nel 1902. Non vi cito neppure poi quelle sorte durante la lunga parentesi leghista e nordista che abbiamo attraversato e da cui non siamo ancora usciti.

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