Garibaldi e i Mille in Sicilia 2/ La storia del primo tradimento: il brigadiere Francesco Cossovich

6 maggio 2020

Seconda puntata di Garibaldi e i Mille in Sicilia. Oggi vi racconteremo i tre giorni ‘fatidici’: il 2, il 9 e 10 Maggio 1860. Quando l’eroe dei due mondi e la sua scalcagnata truppa solca il mare di Sardegna e Sicilia. Ebbene, senza il tradimento del brigadiere Francesco Cossovich, il militare borbonico che avrebbe dovuto intercettare le due navi dei garibaldini, il Piemonte e il Lombardo, Garibaldi e i suoi non sarebbero mai arrivati in Sicilia!

di Manfredi Mosca 

“Non una vela all’orizzonte”, 9 maggio.
 “Nessuna vela sull’orizzonte”, 10 maggio.

Così scrive Cesare Abba. Le due navi, il Piemonte e il  Lombardo, hanno dunque lasciato Talamone e si si sono messe “per l’alto mare aperto”.

Il viaggio è tranquillo, sono soli. Soli?

In quei due  giorni il mare tra la Sardegna e la Sicilia è più trafficato di un autostrada che porta ai laghi la domenica mattina. O meglio, è in corso una gigantesca partita a scacchi

Cavour si è inventato che in Sicilia corrono voci di maltrattamenti alla popolazione. Tutto falso. Ma la bugia serve ai piemontesi per inviare la pirocorvetta Governolo, che  è diretta  a Palermo. Nel mare di Sardegna  incrociano altre due navi da guerra, la Authion e la Malfatano, nonché, ad abundantiam, tra Cagliari e Palermo, tre pirofregate, la Maria Adelaide, la Vittorio Emanuele e la Carlo Alberto.

E poi ci sono gli inglesi, ovviamente. In rada a Napoli c’è l’Hannibal, al comando dell’ammiraglio Rodney Mundy; a Marsala l’Argos e l’Intrepid (ricordatevi questi nomi!), mentre in rada c’è l’Amphion, comandata dal capitano Cokran.

E i francesi? Anche loro danno un piccolo contributo: a Palermo staziona la nave da guerra Vauban.

Re Franceschiello schiera, nel suo piccolo, quattro navi da guerra, la Valoroso, la Stromboli, la Partenope e la Capri.

Ma tutto è nelle mani di un solo uomo, il brigadiere Francesco  Cossovich (ne avete mai sentito parlare nei gloriosi libri di storia?) al quale il luogotenente del Regno delle due Sicilie aveva affidato il compito di intercettare il Piemonte e il Lombardo, le due navi che tutto il mondo  sapeva dove erano. L’alto ufficiale della Marina borbonica si veste da burocrate e scrive al luogotenente Castelcicala di avere “scarsi mezzi a disposizione per assolvere cos’importante mandato, sollecitando con urgenza di colmare le deplorate manchevolezze.

Morale: le navi di Garibaldi navigano in tranquillità, mentre il brigadiere Francesco Cossovich attende rinforzi dei quali non aveva assolutamente bisogno! Rinforzi che non arriveranno mai!

E così le navi borboniche accumularono un ingiustificato ritardo sulle due navi che portavano Garibaldi e la sua fortuna.

Con Francesco Cossovich comincia la serie degli alti ufficiali borbonici messi sotto inchiesta per alto tradimento. Come lui, in questa farsa dell’impresa dei Mille, ce ne saranno tanti, tantissimi. Tutti ricompensati o da ricompensare a ‘missione compiuta’.

Così nasce l’Italia: sui tradimenti!

Cossovich, neanche a dirlo, a ‘missione compiuta’, aderirà alla Marina italiana. Questo avverrà appena quattro mesi dopo lo sbarco di Garibaldi in Sicilia: sbarco che non aveva impedito.

Onore al merito!

Fine seconda puntata (continua)

Foto tratta da Wikipedia

Qui potete leggere la prima puntata della Controstoria dell’impresa dei Mille

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