Crisi Coronavirus: qualcuno sta aiutando le prostitute o facciamo finta che non esistono?

4 maggio 2020

Ce lo chiediamo perché non abbiamo letto di interventi in loro favore. Certo, ci sono ritardi per partite IVA e Cassa integrazione. Ma per loro, che pure fanno parte della vita di tanti italiani, non ci sembra che lo Stato stia facendo qualcosa. Non sono persone come noi? O ci sbagliamo?   

Magari qualcuno storcerà il naso. Qualche altro dirà che siamo un po’ matti. Qualche altro ancora, magari un po’ oltranzista, ci condannerà all’Inferno. Ciò posto, noi la domanda la dobbiamo porre: qualcuno, in questa crisi del Coronavirus della quale non conosciamo l’evoluzione, si sta occupando di sostenere le prostitute? Ce lo chiediamo perché non ci sembra che, fino ad oggi, ci si sia occupati di queste persone: sono persone in carne ed ossa che non hanno meno diritti di altri lavoratori e lavoratrici.

Ricordiamo che, in Italia, i bordelli sono stati chiusi nell’ormai lontano 1958, grazie alla legge Merlin (legge che porta il nome della parlamentare nazionale socialista, Lina Merlin). I bordelli, o case d’appuntamento non ci sono più (o, quanto meno, sono illegali), ma le prostitute ci sono ancora e lavorano per strada o dove capita. E sono tante.

In tutte le città italiane ci sono prostitute. Che, ovviamente, lavorano in nero, visto che tale attività è illegale. Insomma, non ci sono prostitute con le partite IVA.  E nemmeno prostitute che godono di un contratto collettivo di lavoro. Né vengono assunte da aziende private: se perdono il lavoro – e crediamo che con la pandemia non abbiano lavorato molto – non vanno in Cassa integrazione.

Eppure – lo ribadiamo – ci sono. “Quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie, quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie”, canta il grande Fabrizio De Andrè, l’artista che non perdeva mai di vista gli ultimi.

Esageriamo se diciamo che le prostitute svolgono un ruolo che, in condizioni normali, se assenti, mancherebbe al mondo? Sant’Agostino, forse ricordandosi del suo passato, scrive:

“Togli le prostitute dalla società e ogni cosa verrà sconvolta dalla libidine”.

Sì, ci sono, fanno parte della vita. Eppure, in questa pandemia – almeno in Italia – è  come se non esistessero: come se non fossero mai esistite.

Non ci risulta che siano in fila, con i titolari di partita IVA, per i 600 euro. Né ci risulta che aspettino la Cassa integrazione. Leggendo tutti i Decreti Presidenziali non abbiamo letto di particolari provvidenze in loro favore.

Al massimo alcune di loro potrebbero essere riuscite ad acciuffare il Reddito di cittadinanza: ma questo potrebbe valere per le italiane, mentre per le prostitute non italiane non c’è nemmeno questa possibilità.

Di loro si stanno occupando i ‘protettori’? Speriamo che almeno qualcuno lo faccia!

Insomma, alla fine, lo ribadiamo, le prostitute esistono, sono carne, ossi, stomaco e anima. Qualcuno in Italia, in questo momento di grandissima difficoltà, si occuperà di loro?

Foto tratta da Yahoo Finanza

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