Il grano a Pozzallo? Contro gli agricoltori siciliani! Che potrebbero bloccare la vendita del grano siciliano…

29 aprile 2020

Sapete perché a Pozzallo sono arrivate le navi con grano estero? Perché è stato pagato a 20-22 euro al quintale, contro i 27 euro al quintale del grano duro siciliano. Agricoltori siciliani ancora una volta fregati? Non è detto. Siccome nel mondo l’offerta di grano duro si riduce, ebbene, ci sarebbe un modo che consentirebbe ai produttori di grano duro della nostra Isola di vincere la battaglia. Basterebbe che…

Perché sono arrivate le navi cariche di grano estero a Pozzallo? Risposta semplice: per assestare una mazzata agli agricoltori siciliani che producono grano duro. Proviamo a illustrare cosa avvenendo.

Come i lettori de I Nuovi Vespri sanno, noi scriviamo spesso di agricoltura. E monitoriamo, per quelli che possono essere i nostri mezzi, il prezzo del grano duro della Sicilia e, in generale, del Sud Italia che, da anni, è oggetto di una speculazione al ribasso.

Solo che, da poco meno di un anno, complice una con giuntura internazionale, i prezzo del grano duro è schizzato all’insù.

Pensate: per anni il prezzo del grano duro del Sud Italia e della Sicilia è rimasto bloccato a 18-20 euro al quintale. Da poco meno di un anno – come ha previsto il chimico, ricercatore presso il CNR e appassionato di climatologia, Mario Pagliaro, il prezzo del grano duro ha cominciato a salire. 

Nel Mezzogiorno d’Italia ha toccato anche i 30-31 euro al quintale. In Sicilia non è andato mai oltre i 25-25 euro al quintale.

La notizia – che spiega il perché dell’arrivo delle navi a Pozzallo – è che da qualche settimana il prezzo grano duro siciliano pagato agli agricoltori è passato a 27 ero. Mentre i titolari dei mulini lo pagano 30 euro.

E’ a questo punto che è scattato l’allarme tra i grandi protagonisti del mercato del grano duro italiano. Da qui l’arrivo, anche in piena pandemia di Coronavirus – e questo è veramente assurdo! – delle navi cariche di grano a Pozzallo.

Ci siamo informati. E ci hanno detto che il grano estero sarebbe stato acquistato a un prezzo che si aggirerebbe intorno a 20-21-22 euro al quintale. Anche se fosse stato pagato a 22 euro al quintale, sarebbe ben 5 euro in meno dell’odierno prezzo del grano duro siciliano.

Di fatto, è uno schiaffo agli agricoltori siciliani che, dopo anni di bassi prezzi stavano cominciando a guadagnare qualcosa!

Riflettano gli agricoltori siciliani che votano per i partiti politici che danno vita al Governo nazionale: sono questi partiti – PD, Movimento 5 Stelle renziani e Liberi e uguali –  che gli stanno tirando questo scherzetto che gli costerà un sacco di soldi. Se ne ricordino, soprattutto, al momento del voto. 

Lo stesso discorso vale per i partiti politici che danno vita al Governo regionale della Sicilia di centrodestra. L’attuale Governo regionale ha gli strumenti per fermare uno scempio economico e anche di altra natura (ci riferiamo alla qualità del grano duro estero). Ma non lo fa e si limita a una presa per i fondelli.

Cari agricoltori siciliani, quando sarete chiamati al voto ricordatevi che gli attuali governanti siciliani di centrodestra vi stanno penalizzando!   

Due domande finali.

Cosa potrebbero fare a questo punto gli agricoltori siciliani?

Il grano estero arrivato a Pozzallo è di qualità?

Proviamo a rispondere alla prima domanda. Anche se la nostra può sembrare una risposta troppo ottimistica, diciamo che, in questo momento, per la prima volta, il vero potere – in materia di grano duro – è nelle mani degli agricoltori siciliani e del Sud Italia.

Nel mondo – potete cercare sulla rete e verificare la correttezza della nostra informazione – la produzione di grano duro è in flessione e, automaticamente, il prezzo cresce.

La Russia, ad esempio – e queste è una notizia di peso in questo settore – non esporta più grano.

Il prezzo del grano duro crescerà ancora, piaccia o meno a chi ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo in questo settore.

A questo punto – anche in vista della mietitrebbiatura prevista tra Giugno e Luglio – gli agricoltori siciliani (non conosciamo quello che succede nel resto del Sud Italia) potrebbero decidere di tenersi il grano e non metterlo più in circolazione.

Di tenersi e non vendere più il grano duro dell’anno passato che hanno ancora conservato. 

E di conservare anche il grano duro di quest’anno.  

(Le eccezioni dovrebbero essere fatte per i produttori di pasta locale: ma il prezzo lo fisserebbero gli agricoltori).

Il blocco della vendita del grano duro siciliano dovrebbe avvenire avendo cura di informare i cittadini siciliani – la rete oggi lo consente – che i derivati del grano che arrivano sulle proprie tavole non ha nulla a che spartire con la Sicilia!

Il momento aiuta, perché con la pandemia di Coronavirus – che si protrarrà nel tempo – i cittadini siciliani hanno molto più tempo a disposizione per informarsi e per riflettere.

Non sono forse i grandi produttori di pasta e i grandi commercianti di cereali a dire che l’Italia ha necessità di importare grano duro dall’estero perché la produzione italiana non soddisfa la domanda?

Benissimo: stoccando la produzione di grano duro di quest’anno produttori di pasta e grandi commercianti di cereali verrebbero accontentati: potrebbero importare (ammesso che nei prossimi mesi lo trovino) grano estero a volontà! 

Pensate cosa succederà se, per tutto il mese di Maggio, gli agricoltori siciliani bloccheranno il grano duro siciliano.

I siciliani verrebbero informati che stanno mangiando chissà che cosa: e la cosa non dovrebbe fargli piacere: anzi!

Non che non sia stato in buona parte così anche nel passato, perché il dubbio è che il grano duro siciliano venga miscelato con il grano estero. 

Gli agricoltori siciliani si dovrebbero limitare a lanciare la seguente proposta: noi siamo disposti a mettere il nostro grano sul mercato siciliano, a patto che non arrivino più navi con grano estero.

Alla seconda domanda – Il grano estero arrivato a Pozzallo è di qualità? – risponderemo in un secondo articolo.

Foto tratta da Nuovo Sud

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