Emergenza Coronavirus: per ripartire il Sud non può aspettare il Nord!

27 aprile 2020

Raccogliamo questo appello lanciato dalla pagina Facebook Terroni di Pino Aprile Equità Territoriale. Pur con le dovute cautele, bisogna riaprire. Ma il Sud – che fino ad oggi è stato diligente – per ripartire non può aspettare il Nord che ne ha invece combinate di tutti i colori! 

Se non abbiamo capito male, l’Italia ancora tramortita dal Coronavirus riapre nel rispetto delle esigenze della Lombardia e, in generale, del Nord. Il fatto che sopra la Linea Gotica, con l’attuale pandemia, ne abbiano combinate di tutti i colori non conta proprio nulla. Come nel 1860, quando casa Savoia bloccava la coltivazione del riso in Sicilia, perché il riso, nell’Italia appena ‘unificata’ (o quasi) doveva parlare la lingua piemontese, oggi anche la riapertura (o quasi) dell’Italia parlerà la lingua del Nord, lombarda, ma anche veneta, piemontese ed emiliana.

E il Sud? In coda!

Chi ha lavorato male viene premiato. Chi ha lavorato bene viene penalizzato. Dobbiamo dire, a onor del vero, che Pino Aprile, nella sua pagina Facebook Terroni-Equità Territoriale, ha perfettamente indovinato come sarebbero andate le cose. Prima del discorso del Presidente Giuseppe Conte di ieri sera abbiamo letto quanto segue:

“Toc-toc! C’è qualcuno a rappresentare il Sud? E adesso, quello che non ci ha fatto il virus ce lo facciamo fare dal governo ostaggio di alcuni presidenti di Regioni del Nord e Confindustria? Con tutto il rispetto per i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno, che in questa occasione si sono comportati molto meglio dei loro tonitruanti, spesso includenti e persino perniciosi colleghi del Nord, tocca chiedere: e finisce qui? Avete salvato vite umane e le condizioni di una pronta ripartenza, insieme ai vostri concittadini rivelatisi più ligi (“ligi”, capisci’ammè) e rispettosi della clausura (nonostante i penosi sforzi della comunicazione nazionale di dimostrare il contrario). E quindi? E poi? Voglio dire: siete stati bravi, ma a che serve se poi il governo, non avendo il coraggio di opporsi alle pretese di un Nord ancora in preda all’epidemia, decide di bloccare la possibile ripartenza in molti comparti del Sud, solo perché vuolsi così colà dove si puote? Anzi, non si puote ancora fare altrettanto, per cui si ferma la corsa, per farla riprendere quando chi “deve” stare avanti potrà farlo di nuovo.
E voi? Zitti?”.

A onor del vero, noi non ci aspettavamo una penalizzazione così marcata a danno del Sud. Per carità: siamo i primi a dire che il virus è ancora tra noi, che bisogna essere prudenti. Però non si capisce perché tante concessioni al Nord e, ancora, tante restrizioni al Sud.

“Forse, perché non si vuol disubbidire al decreto del governo? – scrive ancora Pino Aprile -. Beh, le Regioni che non potrebbero e fermano chi potrebbe se ne fregano e disubbidiscono: in Lombardia hanno riaperto alla grande migliaia di aziende con ‘autocertificazioni’ che nessuno potrà controllare e se mai lo facessero (ipotesi pura), sarebbe ormai passata la festa e gabbato lo santo; in Veneto idem, ma Zaia lo fa in modo plateale, annunciando la disubbidienza al decreto, per far capire chi è che comanda qui. E chi potrebbe farlo con più ragioni non dice nulla, non (giustamente) pretende, e aspetta? Forse far sentire la propria voce in rappresentanza del Sud, avrebbe senso e peso. La gente del Sud è con voi, cari presidenti, consiglieri, sindaci, parlamentari. Il buon comportamento che ha accomunato il Mezzogiorno e i propri dirigenti, senza continuità, si ridurrebbe a fatto episodico, invece di essere colto per quel che è, nel pieno del suo valore: il Sud può se vuole e sa come fare. E soprattutto, si è stufato!
Sta a voi che sia un nuovo inizio. Usate la forza che vi viene dalle vostre comunità e fatele rispettare: il governo faccia ripartire prima chi può: una settimana non è poco, di qui al 4 maggio”.

Il Nord – almeno fino ad ora – non è riuscito a mettere le mani sui fondi europei destinati alle Regioni del Sud. Sembra che la conferenza Stato-Regioni abbia bloccato il Governo Conte bis. Così, nei giorni scorsi, qualcuno ha messo in giro una bozza ‘malandrina’ stando alla quale il Governo potrebbe ridurre il 34% di spesa pubblica prevista per il Mezzogiorno.

“Quella ‘bozza’, – scrive sempre Pino Aprile – subito condannata e smentita, nelle proposte, dal sottosegretario al Dipe, Mario Turco e dal ministro al Mezzogiorno, Peppe Provenzano, è rimasta, però, senza paternità, non si sa chi l’abbia stilata. E questo dovrebbe allarmarvi, cari rappresentanti del Sud, come spaventa noi. Non si fa di tutta l’erba un fascio, perché ci sono parlamentari del Sud molto attivi, che denunciano, propongono, agiscono (dal senatore Saverio De Bonis, del Gruppo Misto alla senatrice Sabrina Ricciardi, dei cinquestelle, per citarne solo due… ma non è che siano tanti, eh!), si tratta di poche voci, però, se pur forti. Immaginate, cari parlamentari del Sud, non importa di quali partiti, se la ‘proposta’ del Dipe consistesse nel sottrarre soldi destinati al Nord, per girarli al Sud. Ecco, e fate quello che avrebbero fatto loro. È chiedere troppo a chi sta in Parlamento in nome e per conto del Mezzogiorno?”.

“I parlamentari del Sud del PD – scrive ancora Pino Aprile – sul rischio di ‘distrazione con scasso’ dei fondi del Mezzogiorno, per la prima volta hanno dato prova di senso di appartenenza territoriale e fatto un documento congiunto per dire: non si deve fare. E va benissimo, ma: 1) purché non finisca lì (la lettera l’abbiamo firmata…); 2) i parlamentari degli altri partiti facciano altrettanto, su queste cose non può esserci: non siamo dello stesso partito. Ecchissene, fatti vostri, siete la voce e i rappresentanti della stessa gente e degli stessi interessi. L’obiezione non vale. Prenderemo nota degli assenti (per capire, a volte, dove arriva la sudditanza meridionale al Nord: questa sarebbe stata una occasione d’oro per i parlamentari del Sud all’opposizione, per attaccare il governo, in difesa del Mezzogiorno. E la prima mossa hanno dovuto farla inaspettata, visti i pregressi, i parlamentari di un partito di governo? Ecchemaronn!)”.

In effetti, dovrebbero essere tutti i parlamentari nazionali eletti el Sud a difendere il Sud. Che fine hanno fatto?

“Il Sud è cambiato – conclude Pino Aprile – il virus lo ha reso palese; il Nord non è il Nord che crede di essere e ci hanno fatto credere sia, il virus lo ha reso palese. Il vento è un altro e, detto chiaro chiaro: chi sta sull’onda ora, arriva; chi resta nel cavo di ieri affoga. E il salvagente non ve lo tireremo: rispettiamo le scelte”.

Sempre sulla pagina Terroni Equità Territoriale leggiamo una lettera indirizzata Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Mario Turco, al Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano.

Oggetto: IL SUD NON PUO’ ASPETTARE IL NORD PER RIPARTIRE

Si tratta di una nuova MAIL BOMBING PUBBLICA AL GOVERNO, accompagnata dal seguente avviso:

Cari amici, iscritti e simpatizzanti, in questi minuti stiamo lanciando una nuova mail bombing al governo: per favore ognuno di noi invii questo documento agli indirizzi mail scritti all’interno, possibilmente, compilando il modulo con la propria città di residenza (nella parte alta del modulo) ed il proprio nome cognome (nella parte bassa del modulo). Inviare ognuno dalla propria mail che può essere PEC oppure no, non importa. L’indirizzo della presidenza del consiglio è in PEC ma riceve mail da normali indirizzi mail anche non PEC.
Attiviamoci immediatamente e facciamo fare la stessa cosa con i contatti di ognuno di noi che pensiamo voglia condividere questa nostra azione. È IMPORTANTE PER IL NOSTRO TERRITORIO, LA NOSTRA GENTE !! Gli iscritti al Movimento 24 Agosto – Equità Territoriale hanno già ricevuto apposita comunicazione nelle chat watthsapp di competenza. Forza !!

Ecco il testo della lettera:

Oggetto: IL SUD NON PUO’ ASPETTARE IL NORD PER RIPARTIRE

“Egregi signori del Governo Italiano Conte, Turco e Provenzano,

nell’ambito della crisi che il Paese sta subendo a causa dell’epidemia e con particolare riferimento al Mezzogiorno, dove le condizioni di povertà e di disoccupazione si sono ora ulteriormente aggravate, da cittadino italiano, attivista del Movimento 24 agosto per l’equità territoriale fondato da Pino Aprile, esprimo le mie preoccupazioni in merito a quanto segue:

Le attività produttive del Sud sono state bloccate dal Governo, ma in realtà l’epidemia si è propagata nel Mezzogiorno soprattutto a causa di una fuga di notizie che ha prodotto l’infelice corsa lungo la direttrice nord-sud di decine di migliaia di persone;
L’epidemia comunque non si è sviluppata nel Mezzogiorno anche grazie al rispetto delle regole da parte dei suoi abitanti (nonostante il vergognoso tentativo di interi pezzi dell’informazione di far risultare il contrario) e per il fatto che la quasi totalità delle attività, già limitate dal punto di vista produttivo industriale, sono rimaste quasi integralmente bloccate, diversamente da quanto successo al Nord;
Il Nord, in particolare la Regione Lombardia, ha gestito malissimo l’epidemia e le eventuali responsabilità, saranno vagliate dalla Magistratura, mentre il Sud, pur privo di strutture sanitarie adeguate per le note vicende che i dati dell’ultimo Rapporto Italia 2020 dell’Eurispes, completamente ignorato da stampa e politica (840 miliardi di fondi sottratti al Mezzogiorno dal 2000 al 2017) e dello Svimez hanno messo in evidenza, ha reagito meglio e con maggiore concretezza e responsabilità;
Mentre la situazione epidemiologica è tale che il Sud, contrariamente al Nord, potrebbe già ripartire, sentiamo forte la pressione delle regioni del Nord e della Confindustria lombarda affinché al Sud non venga dato il lasciapassare del Governo per la ripresa anticipata delle attività lavorative, mentre insistono incredibilmente affinché sia dato loro la precedenza nonostante una situazione sanitaria che proprio nelle regioni del Nord non risulta affatto rassicurante.
Signori,

il Nord, i suoi Governatori, i rappresentati di Confindustria, non possono continuare ad ostacolare lo sviluppo e la crescita del Mezzogiorno, mentre addirittura si propone di spendere altrove i FSC destinati al Mezzogiorno e di sospendere la clausola del 34 per cento! Pertanto da cittadino italiano chiedo alle SS.VV. che al Sud venga consentito di uscire dal baratro anticipatamente, visto che le condizioni epidemiologiche sono oggettivamente tali da consentirlo.

Il contrario verrebbe considerato dai meridionali che hanno aperto gli occhi sulla loro condizione economica e sociale un ulteriore elemento di spaccatura in un Paese già profondamente diviso e prova della volontà di volerla portare alle estreme conseguenze.

Distinti saluti!”.

Foto tratta da Blog Sicilia

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