Signor Vittorio Feltri, lasci stare Foggia e il Sud Italia e vada dove le pare!

21 aprile 2020

L’autore di questo articolo replica al direttore del quotidiano ‘Libero’, che Domenica scorsa, in un editoriale, invece di occuparsi del suo Nord sempre più inquinato e con un sistema politico e amministrativo incapace di fronteggiare l’emergenza Coronavirus, ha, tanto per cambiare, attaccato il Sud. Raccontando un cumulo di bugie 

di Michele Eugenio Di Carlo*

Signor Vittorio Feltri, Domenica scorsa, ancora una volta su Libero, il giornale che dirige, mi è toccato amaramente leggere l’ennesimo suo articolo dal titolo ‘Senza fretta ma il Nord se ne andrà’.

Come le capita spesso, non è riuscito a evitare riferimenti alla città di Foggia e al Mezzogiorno più in generale. Lei si è detto stupefatto per il fatto che la Repubblica ha titolato un suo articolo ‘Italia, quanta fretta’ e nel sentirsi in dovere di giustificare tale fretta ha parlato della realtà di “un popolo operoso e generoso”: quello settentrionale, che “desidera rimpadronirsi delle proprie redini e continuare nella propria esistenza di persone perbene, non di gregari”.

Non le è mai venuto in mente che, dati gli scandali e le corruzioni degli ultimi 20 anni, questo popolo del Nord – condivisibile che sia operoso, generoso e perbene – non sia anch’esso soggiogato da potenti poteri finanziari e da una classe politica nord-centrica che ha completamente fallito?

Possibile signor Feltri che, parlando del popolo del Nord, non trova di meglio che addebitare al Sud una mentalità così limitata che vede la Pianura Padana e le Prealpi “abitate da uomini e donne che pensano solo al denaro”?

Eppure, come spesso le capita, si sbaglia signor Feltri: non è nell’operoso popolo della Pianura Padana che vediamo un Nord che bada solo a profitto e fatturato sino a farsi male, ma nel sistema economico e finanziario che si è strutturato sulla base di una classe dirigente altolocata, incapace ensenza alcuna etica, con a suo supporto un’informazione imbavagliata e succube.

Poi, signor Feltri, giunge persino alle minacce, scrivendo che “i ‘nemici’ nostri però non devono esagerare, perché prima o poi i bollenti spiriti bossiani rischierebbero una nuova edizione”.

Ma di quale edizione sta parlando, signor Feltri? Di quella che ha prodotto dal 2000 al 2017 la sottrazione al Mezzogiorno di ben 840 miliardi (Rapporto Italia 2020) e che ha fatto dire al presidente dell’Eurispes Gian Maria Farache“sulla questione meridionale, dall’Unità d’Italia ad oggi, si sono consumate le più spudorate menzogne. Il Sud, di volta in volta descritto come la sanguisuga del resto d’Italia, come luogo di concentrazione del malaffare, come ricovero di nullafacenti, come gancio che frena la crescita economica e civile del Paese, come elemento di dissipazione della ricchezza nazionale, attende ancora giustizia e una autocritica collettiva da parte di chi – pezzi interi di classe dirigente anche meridionale e sistema dell’informazione – ha alimentato questa deriva”?

Ecco signor Feltri, non sente il dovere di fare un minimo di autocritica per tutte le prime pagine che ha dedicato “amorevolmente” al Sud? Spieghi almeno perché lei, e tutti i suoi colleghi del sistema informativo nord-centrico, non avete detto una sola parola sul rapporto Eurispes (vuole che le ricordi la sua autorevolezza a livello europeo?) e sulle dichiarazioni del suo presidente.

Lei evidentemente preferisce scrivere di un Nord che si starebbe ribellando alla “dittatura romanfoggiana”e di un Sud di “ingordi manutengoli” che deve stare attento “ a non tirar troppo la corda” perché corre il rischio “di rompere il giochino che fino ad ora” gli avrebbe “consentito di ciucciare tanti quattrini” dalle sue tasche e da quelle di “instancabili lavoratori”.

Ma di che sta parlando signor Feltri? A Foggia e provincia negli ultimi 30 anni il sistema politico-finanziario a cui lei tiene tanto ha tolto tutto, tanto che la Capitanata risulta agli ultimi posti per occupazione giovanile a livello europeo. E lei, che non ci assolve dall’essere addirittura portatori di luoghi comuni e pregiudizi e dall’avere “una preoccupante mancanza di cultura autentica”, dall’alto del suo piedistallo culturale dovrebbe sapere – ma non sa – che Foggia per decenni, grazie alla transumanza, alla Regia Dogana delle pecore e alla Fiera, è stata la seconda città dell’area continentale del Regno di Napoli.

Signor Feltri, anche la “minaccia di non fornire più un euro agli spreconi che amministrano male lo Stato”? Ma non si rende conto che i peggiori spreconi di risorse pubbliche sono quelli che lei sembra sostenere e difendere apertamente? Tangentopoli, il Mose, l’Expo, le pedemontane, i raddoppi autostradali e ferroviari inutili, la sanità privata a spese di quella pubblica e, per finire, gli ultimi devastanti e riprovevoli episodi legati all’epidemia in corso non le dicono proprio niente?

Ma la smetta!

Sappia che il Mezzogiorno d’Italia senza il sistema da lei difeso finalmente potrebbe riprendersi, non più costretto a servirsi di beni, servizi e prodotti fabbricati altrove e che ci costano peraltro milioni in termini di emigrati.

Signor Feltri, le sue conclusioni poi le rimandiamo al mittente: siamo noi del Sud che senza la vostra presenza ingombrante e asfissiante camperemmo alla grande, proprio perché saremmo liberi di produrre beni, servizi e prodotti che servono al nostro territorio con un ritorno economico tale, peraltro, da far tornare finalmente a casa i nostri emigrati, dopo più di cent’anni di assurdo e drammatico andar via.

Liberi finanche di avere giornali, televisioni e talk show nostri, che parlino del nostro territorio, della nostra cultura, dei nostri bisogni.
E la “regolata” se la dia lei e i suoi simili.

*Segreteria nazionale M24A per l’Equità Territoriale

Foto tratta dal Corriere dell’Umbria

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