Nuovo sbarco di migranti: in 80 a Portopalo di Capo Passero

13 aprile 2020

Dopo gli sbarchi di Lampedusa e di Pozzallo, oggi nuovo sbarco di migranti a Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa. Monta la paura tra gli abitanti della Sicilia che, fino ad oggi, hanno affrontato bene l’emergenza Coronavirus. Oggi il dubbio è che, nel nome di un’emergenza umanitaria, si stiano creando i presupposti per un’emergenza sanitaria

Non si ferma l’ondata di migranti in Sicilia. Dopo gli sbarchi dei giorni scorsi a Lampedusa e a Pozzallo, adesso è la volta di Portopalo di Capo Passero, in provincia di Ragusa. E’ qui che, in queste ore sono sbarcati altri 80 migranti provenienti dall’Africa.

Lo sbarco di migranti di queste ore fa seguito agli sbarchi di Lampedusa e di Pozzallo. E fa seguito, anche, a quanto avvenuto in provincia di Agrigento, e precisamente a Siculiana, dove all’Hotel Villa Sikania sono stati alloggiati 72 migranti, tra i malumori degli abitanti di questo Comune.  

A fare paura sono le notizie che arrivano dal Continente africano. E sono notizie ufficiali diramate dell‘Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS):

“Una crescita «esponenziale» di contagi da Covid-19 nelle ultime settimane, con oltre 10mila casi ufficiali e 500 morti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lancia l’allarme per l’Africa, un continente dove il nuovo Coronavirus sta già portando danni enormi a fronte di Paesi non preparati e non attrezzati contro una simile emergenza. Se il virus «è stato lento nel raggiungere il continente rispetto ad altre parti del mondo – avverte l’Oms – l’infezione è cresciuta esponenzialmente nelle ultime settimane e continua a diffondersi». Il SarsCov2 ha raggiunto il continente africano attraverso viaggiatori di ritorno provenienti da Asia, Europa e Stati Uniti. Il primo caso di Covid è stato registrato in Egitto il 14 febbraio. Da allora, un totale di 52 Paesi africani ha riportato casi”.

Da qualche giorno i barconi con i migranti arrivano in Sicilia a ripetizione. E’ pensabile che attraversino il Mediterraneo con imbarcazioni di fortuna? No. La possibile spiegazione l’ha fornita il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna:

“È senza dubbio alcuno la nuova strategia dei trafficanti della morte, che molto probabilmente hanno trasferito da una nave madre ad una imbarcazione più piccola tanti poveri disperati”.

I migranti, insomma, vengono lasciati a qualche miglia dalla costa siciliana dai “trafficanti della morte”: ad occhio e croce, dovrebbe essere la solita organizzazione attiva già da oltre un decennio.

Possibile che nessuna ‘autorità’ si accorge di quello che sta succedendo e che continua a succedere nel Mediterraneo? E tutta la strumentazione tecnologica del nostro tempo- a cominciare dai satelliti – a cosa serve?

La situazione adesso si complica, perché, già nel giro di qualche giorno, i migranti arrivati dall’Africa in Sicilia, in piena emergenza Coronavirus, sono già stati sistemati a Pozzallo e a Comiso, in provincia di Ragusa, e a Siculiana, in provincia di Agrigento. Ma altri migranti, così si sussurra, sono in arrivo, sempre in Sicilia.

Prima domanda: l’Unione europea che fa?

Seconda domanda: il Governo nazionale che fa?

Fino ad ora – questo è un fatto oggettivo – tutti gli sbarchi di migranti provenienti dall’Africa se li è caricati la Sicilia.

Di tutti i Paesi dell’Unione europea che si affacciano nel Mediterraneo, l’unico che sta accogliendo i migranti che arrivano dall’Africa è l’Italia. O meglio, è la Sicilia.

Anche i 156 migranti della nave ONG tedesca Alan Kurdi sono finiti in Sicilia, per la precisione a Trapani. Verranno trasferiti su un’altra nave attrezzata – la motonave ‘Azzurra’ della Gnv – che è stata trovata dal Governo della Sicilia.

Quello che sta succedendo in Sicilia in questi giorni di Pasqua ha già provocato malumori tra i sindaci. Un folto gruppo di primi cittadini della provincia di Agrigento ha già scritto al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Il già citato sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, ha detto a chiare lettere che l’hot spot della sua città è già pieno di migranti e, in più – cosa questa molto preoccupante – c’è un ragazzo egiziano positivo al Coronavirus: ragazzo che a Lampadusa (dove è giunto9, a Porto Empedocle e a Pozzallo è stato in contatto con altri migranti che si trovano in quarantena a Pozzallo.

Il sindaco di Porto Empedocle, provincia di Agrigento, Ida Carmina, ha chiuso il porto della sua città.

Un provvedimento simile ha adottato il sindaco di Siculiana, Leonardo Lauricella, che ha vietato il transito ai migranti.

La situazione è complicata perché nulla si sa si questi migranti che arrivano – lo ribadiamo – da un Continente dove il Coronavirus, come avverte l’OMS, registra una “crescita esponenziale”.

Ci chiediamo e chiediamo: a tutti questi migranti che arrivano dall’Africa e che vengono ospitati in Sicilia sono state fatte le analisi? Non è questo il momento per scendere nei particolari sui cosiddetti positivi asintomatici.

In questo momento i dati certi sono tre.

Primo dato certo: fino ad oggi la Sicilia, grazie alla diligenza dei suoi abitanti che hanno seguito le prescrizioni sul distanziamento sociale (n pratica, restando in casa), e nonostante i siciliani tornati nell’Isola in buona parte dal Nord Italia ha tenuto sotto controllo il Coronavirus.

Secondo dato certo: da qualche giorno i migranti sono piombati in Sicilia; c’è già un giovane migrante positivo al Coronavirus e i possibili effetti si cominceranno a vedere tra una quindicina di giorni a Pozzallo e tra una ventina di giorni per gli altri migranti.

Sempre che ci si fermi qui e non arrivino altri migranti.

Il dubbio – e questo, forse, è più che un dubbio – è che, in Sicilia, nel nome di un’emergenza umanitaria si stiano creando i presupposti per creare un’emergenza sanitaria: ma questo dipenderà dai sindaci della Sicilia.

Foto tratta da Nuovo Sud  

 

 

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