Guido Silvestri: il COVID-19 è meno contagioso e meno letale dove fa più caldo

12 aprile 2020

Abbiamo cominciato a seguire – mettendole a disposizione dei nostri lettori – le riflessioni sul COVID-19 di Guido Silvestri, uno scienziato italiano che vive e lavora negli Stati Uniti d’America. Oggi ci soffermiamo sull’influenza del clima (che interessa molto il Sud Italia e la Sicilia) e sulla correlazione tra questa malattia e l’inquinamento

Abbiamo già pubblicato una prima riflessione del professore Guido Silvestri sul Coronavirus, dove ci ha raccontato che “il COVID-19 è un virus senza speranza”.

Oggi mettiamo a disposizione dei nostri lettori il Bollettino del 9 aprile 2020 di questo scienziato molto conosciuto nel mondo, nato a Senigallia, nelle Marche. Ricordiamo che guido Silvestri è docente presso la Emory University di Atlanta ed è tra i fondatori del Patto per la Scienza. E’ impegnato, negli Stati Uniti d’America, nello studio del COVID-19

Queste riflessioni,come scrive lo scienziato, sono state scritte “all’insegna dell’ottimismo e della speranza!”. Leggiamo insieme.

“L’OTTIMISMO CHE VIENE DALLA CONOSCENZA”

Silvestri commenta la riduzione del numero dei pazienti deceduti in Italia. Lo fa illustrando dei grafici che ritrovate sulla sua pagina Facebook.

“1. CALO DEI MORTI DA COVID-19 IN ITALIA.
Il grafico che vedete in alto rappresenta i morti al giorno per COVID-19 in Italia. Le colonne BLU rappresentano il totale dei morti, e quelle ARANCIONI rappresentano i morti al giorno nelle regioni Lazio-Abruzzi-Molise-Campania-Puglia-Basilicata-Calabria-Sicilia-Sardegna (45% della popolazione italiana). Credo che a questo punto due trends siano piuttosto chiari: (1) il numero dei morti per giorno sta calando in modo costante; (2) la temuta ondata dei “morti del Sud” non si è verificata. Continuando di questo passo nel giro di 3-4 settimane la mortalità giornaliera dovrebbe ridursi del tutto o quasi. A mio avviso questo effetto è dovuto alla “triplice alleanza” di isolamento (che penso sia da continuare per altri 15-20 giorni), immunità naturale ed arrivo della bella stagione – ma mentre sul contributo relative di queste cause si può discutere, il trend numerico mi sembra evidente”.

La buona notizia, per l’Italia, è che secondo Silvestri, nel giro di un mese, la mortalità dovrebbe ridursi drasticamente.

Lo scienziato – che vive e lavora negli Stati Uniti – ci dà notizie della situazione in questo Paese:

“2. CATASTROFE AMERICA? NO GRAZIE
Rimane difficilissima la situazione a New York/New Jersey, dove ci sono >50% delle morti di tutti gli USA, e si combatte duramente a Detroit, Chicago e New Orleans. Sostanziale tenuta a Los Angeles, San Francisco, Seattle, Philadelphia, Texas e Florida (oltre che Atlanta). Da notare che la previsione dei morti totali da COVID-19 in USA del prestigioso Institute for Health Metrics and Evaluation (http://covid19.healthdata.org/) della University of Washington, Seattle, è passata dal range 100.000-240.000 del 31 marzo – che aveva fatto gridare alla catastrofe – al range 49.000-136.000 del 6 aprile, al range 31.000-126.000 di oggi (con proiezione media a 60.000). Sono sempre cifre alte, ma più accettabili, ed è per questo motivo, insieme al grande “stimolo” economico da duemila miliardi di dollari approvato la settimana scorsa, che Wall Street sembra aver ripreso fiducia (grafico sotto), il che è molto positivo per tutti noi”.

Insomma, la situazione è difficile, ma non catastrofica.

Il capitolo che Silvestri dedica al rapporto tra COVID-19 e clima a noi sembra molto importante:

“3. IL FATTORE CLIMATICO
Sono molti i segnali secondo cui COVID-19 è meno contagiosa ed anche meno letale dove fa più caldo. Si parte dal gradiente di mortalità sull’asse Nord-Sud che si riscontra in Italia, Spagna e USA, per andare ai dati di South-East Asia, Africa, Middle-East e Central America/Caribbean. Alcuni lettori mi hanno segnalato la possible eccezione dell’Ecuador. A questo riguardo sto cercando da giorni notizie di prima mano. Nel Paese c’è un clima politico instabile in cui molti sembrano usare la crisi COVID-19 per scopi politici. I dati ufficiali parlano di ~4000 casi e ~200 morti (fonti governative validate WHO). Quindi non malissimo. Invece le opposizioni dipingono una catastrofe e diffondono video di provenienza anonima, non verificati, con morti a centinaia per le strade. Sul clima, ricordo anche che Quito non è calda per l’altitudine (2.800 metri) e piove molto da febbraio a aprile. Comunque se qualcuno ne sa di più gliene sarei grato — notizie, non chiacchiere, ovviamente”.

4. CARATTERISTICHE CLINICHE DI COVID-19 IN USA vs. ITALIA
Cominciano a formarsi i primi dati sulle differenze di decorso clinico di COVID-19 tra USA ed Italia. Un dato iniziale su cui riflettere è che l’età media dei morti in Italia è di 79.5 (simile a quella della Cina e del resto d’Europa) mentre negli USA è di “soli” 71.5 anni (e qui in Georgia è di 68 anni). Mentre per la mortalità sopra i 60 anni negli USA valgono i fattori ormai “classici” di co-morbidità (malattie cardiovascolari, malattie respiratory, neoplasia etc), nelle persone sotto i 50 anni i fattori di rischio maggiori sembrano essere obesità, diabete ed anemia falciforme. Da segnalare anche che la mortalità sotto i 50 anni colpisce in modo sproporzionato Afro-Americani ed Ispanici – entrambi gruppi demografici molto rappresentati nella zona di NY/NJ, oltre che a Detroit, Chicago e New Orleans. Importante infine uno studio della Harvard University segnala una correlazione – peraltro senza dimostrazione di causalità – tra mortalità per COVID-19 e livelli atmosferici di particelle PM2.5 (Xiao Wu et al., preprint available on the web)

Grazie ancora a chi segue questa pagina, ed a risentirci presto su questi schermi!”.

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