Il MES e i “professionisti dell’informazione” celebrati in televisione

10 aprile 2020

Una pubblicità che ogni sera ci delizia in televisione ci ricorda che “l’informazione è una cosa seria” e ci invita a valorizzare “i professionisti dell’informazione”. Noi siamo d’accordo: a patto che i “professionisti dell’informazione” informino correttamente i cittadini sul MES. Vediamo qual è il punto

Da qualche settimana una pubblicità in verità un po’ tragicomica (alla fine siamo pur sempre in Italia…) invita gli italiani a fidarsi solo dei “professionisti dell’informazione”. Chi sarebbero questi “professionisti dell’informazione” non l’abbiamo ancora capito: ma abbiamo il dubbio che in questa eletta schiera sia compresa anche l’informazione televisiva.

Se è così – sapete, noi, con il nostro piccolo blog, non possiamo certo competere con i blasonati “professionisti dell’informazione”, specie se televisiva – sarebbe bene far sapere ai “professionisti dell’informazione” che andare in televisione e dire che l’accordo raggiunto ieri sera nel corso della riunione del cosiddetto Eurogruppo prevede l’eventuale applicazione del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) senza le cosiddette “condizionalità”, sotto il profilo strettamente tecnico, è sbagliato!

Così, giusto per fare chiarezza, si potrà parlare di MES senza “condizionalità solo quando si materializzeranno le seguenti condizioni.

Primo: bisogna riscrivere tale Trattato internazionale.

Secondo: va eliminato il riferimento all’articolo 136 del Trattato di Funzionamento dell’Ue, almeno per la parte che riguarda i meccanismi di ‘stabilità’. 

Terzo: va abrogato il Regolamento europeo n. 472 del 2013 che attua il cosiddetto Two Pack, ovvero la ‘sorveglianza’ dell’Unione europea sui Bilanci degli Stati.

Non lo diciamo solo noi: lo ha spiegato molto bene Stefano Fassina, già vice Ministro dell’Economia, in un pregevole articolo pubblicato su HUFFPOST:

“L’adattamento della ‘Linea di Credito a condizioni rafforzate’ (Enhanced conditions credit line) del Mes per offrire il prestito “Pandemic crisis support” è la trappola. Il Mes senza condizioni non esiste in natura, almeno fino a quando: si riscrive radicalmente il testo di tale Trattato internazionale; si elimina il riferimento, contenuto all’art 136 del Trattato di Funzionamento dell’Ue, alle “strict conditionality” per i meccanismi di stabilità; si abroga larga parte del Regolamento europeo 472/2013 attuativo della normativa “Two Pack”. È vero, come viene strombazzato, che nel Rapporto dell’Eurogruppo si prevede “come unico requisito di accesso alla linea di credito… l’utilizzo delle risorse per finanziare i costi direttamente o indirettamente relativi alla Sanità, alle cure e alla prevenzione dovuti al Covid-19”. Ma è scritto anche che: “Le norme del Trattato Mes devono essere seguite.” e “Dopo [la fine dell’emergenza Covid-19], lo Stato membro [coinvolto nel programma] rimane impegnato a rafforzare i suoi fondamentali economici e finanziari, in coerenza con il quadro di coordinamento e di sorveglianza economica e di finanza pubblica dell’Ue.’ In chiaro, vuol dire che la Troika arriva appena termina la crisi sanitaria”.

Chiaro? Finita la crisi chi ha preso i soldi dal MES dovrà fare quello che dice la Troika, proprio come avvenuto in Grecia.

Ebbene, signori “professionisti dell’informazione”, vi sembrano o no notizie interessanti?

Foto tratta da Investireoggi

QUI L’ARTICOLO DI UFFPOST

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