La verità sui mirabolanti 400 miliardi del Governo Conte vista dalle banche…

8 aprile 2020

Abbiamo ripreso da Facebook un post di Pietro Torchi. Leggetelo: scoprirete che i 400 miliardi di euro promessi dal capo del Governo Giuseppe Conte non sono tutti rose e fiori. Grazie a questo post abbiamo rintracciato un articolo de Il Primato Nazionale. Dove scopriamo altri problemi legati al Decreto liquidità

Sulla pagina Facebook di Piero Torchi leggiamo il seguente post:

“Sto leggendo in pausa pranzo le agenzie.

La più importante della giornata mi sembra la dichiarazione del Presidente dell’ABI che, ricordo a me stesso, essere l’associazione che raggruppa tutte le banche operanti in Italia che precisa tre cose rispetto al “Decreto Liquidità”:

1) L’istruttoria delle pratiche dei prestiti verrà esaminata con le stesse modalità e condizioni dei fidi ordinari a prescindere dalla garanzia prestata dallo Stato attraverso Sace.

2) Il tasso non sarà pari a zero ma si avvicinerà nei sei anni di durata massima, tra spese, tasso e commissioni al 2%, nonostante in questo momento le banche ottengano denaro a tasso negativo dalla BCE.

3) Per i tempi è coretto di parlare di settimane, se non mesi, perché prima l’UE deve dare il proprio parere positivo vincolante per attivare la garanzia sostituiva dello Stato attraverso Sace, e poi perché trattando le pratiche con un regime ordinario, le banche avranno i tempi ben noti agli utenti.

Il tutto, aggiungo io, mentre oggi, a 48 ore dalla conferenza stampa, il decreto non è stato nemmeno pubblicato e nessuno di noi ha potuto leggere il testo definitivo.

In sostanza alle tre domande fondamentali, non per me, ma per il Presidente dell’ABI la risposta è la seguente:

1) I prestiti saranno a tasso zero? No assolutamente.

2) Le somme saranno disponibili in pochi giorni, o addirittura oggi, come detto in conferenza stampa? No, assolutamente; serviranno settimane, se non mesi.

3) Saranno esaminate le pratiche in via semplificata e rapida? No assolutamente; saranno applicate le stesse procedure e tempi dei fidi ordinari.

Questa è la realtà.

Poi difendere pure la politica, o semplicemente la vostra parte, qualunque essa sia. La realtà per un imprenditore, per i suoi dipendenti, oggi, 8 Aprile, è questa. Senza tema alcuno di smentita”.

Grazie a questo post di Piero Torchi rintracciamo sulla rete un articolo del quotidiano Il Primato Nazionale che riprende un’intervista che il presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), Antonio Patuelli, ha rilasciato al quotidiano MF MILANO FINANZA.

“Patuelli, che dice di condividere l’impianto generale delle misure governative – leggiamo su Il Primato Nazionale – sottolinea come ‘nella comunicazione si è data l’errata sensazione dell’immediatezza della distribuzione della liquidità, il che ha portato molti imprenditori a telefonare alle banche per chiedere come fare per ottenerla’. Non solo perché al momento ci troviamo di fronte ad una bozza non pubblicata in Gazzetta ufficiale, ma anche perché le garanzie della Sace previste dal governo ‘prima di essere applicate, richiedono il via libera dell’Unione Europea. Dove, ricordiamolo, la pratica sarà assegnata non all’ottimo Paolo Gentiloni ma alla signora Vestager, che questa volta speriamo proceda rapidamente. Noi comunque abbiamo già avviato le interlocuzioni con la Sace, per cercare di velocizzare i passaggi che saranno poi necessari’”.

“Insomma – leggiamo sempre su Il Primato Nazionale – gli imprenditori italiani dovranno stare ai tempi di una signora danese, appartenente al partito della ‘Sinistra radicale’, che al momento occupa lo scranno di commissario europeo alla Concorrenza. Dunque in primo luogo aspettare l’approvazione definitiva del decreto, in secundis sperare che la Vestager sia veloce. E poi? Poi ci sono i tempi tecnici delle banche, che non saranno uguali per tutti. Leggete bene: ‘La fase preparatoria riempirà almeno la settimana di Pasqua’, spiega il presidente dell’Abi. ‘Sarà una Pasqua molto impegnativa, ricordiamo che anche noi stiamo utilizzando molto lo smartworking e siamo in una condizione emergenziale e di superlavoro per le misure già varate su moratorie, mutui, anticipo della cassa integrazione, ecc. Verosimilmente si avrà la possibilità di compilazione più rapida per i prestiti coperti da garanzia statale al 100%, mentre sarà sostanzialmente una pratica di fido ordinaria per quelle con garanzia dal 90% in giù'”.

“Insomma, per chi chiederà meno di 25 mila euro e quindi avrà la garanzia statale al 100%, si parla – ci pare di capire – di compilazione tra fine aprile e inizio maggio. E per gli altri prestiti garantiti solo al 90% rimane tutto come prima? Pare proprio di sì, saranno le banche a valutare”.

“Con la garanzia al 100% – spiega Patuelli – non dovranno essere inseriti molti elementi di valutazione, ma comunque qualcuno dovrà approvare la pratica. I direttori hanno autonomia, ma per grosse somme si dovrà bussare necessariamente ad altri uffici. E poi c’è la questione della garanzia al 100% con la partecipazione dei Confidi”.

“Semplicemente – dice sempre Patuelli – una pratica in cui la garanzia dello Stato si affianca a quella di un soggetto privato, come i Confidi, non potrà avere la stessa corsia rapida di una assistita da garanzia pubblica al 100%”.

Commenta Il Primato Nazionale:

“C’è dunque il rischio che ad essere aiutate saranno solo le aziende ‘in bonis’, quelle considerate in grado di restituire un prestito secondo le regole dell’istituto di credito. Su questo Patuelli non chiarisce del tutto:

‘Se il testo definitivo del decreto ci darà la possibilità di aiutare anche la clientela più debole la coglieremo sicuramente. Resta la necessità che l’Ue intervenga per allentare questo calendario sincopato di scadenze di deterioramento, non si può pensare che oggi si possano rispettare gli stessi tempi previsti prima dello scoppio della pandemia’”.

QUI L’ARTICOLO DE IL PRIMATO NAZIONALE

QUI L’ARTICOLO DI MILANO FINANZA

 

 

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