Agricoltura ed emergenza Coronavirus: non ci sono più i braccianti agricoli per raccogliere l’ortofrutta nei campi…

7 aprile 2020

L’ipocrisia dell’Italia non ha limiti. In piena emergenza Coronavirus l’attuale Governo nazionale si accorge che mancano 400 mila braccianti agricoli cerca un accordo con la Romania per far tornare in Italia i braccianti agricoli rumeni. Che, ‘ovviamente’, non verranno sfruttati. Sfruttamento dei rumeni e degli africani nei campi agricoli italiani? Mai successo…

Ci voleva il Coronavirus per capire che l’agricoltura italiana va avanti senza braccianti agricoli italiani (oggi li chiamano operai agricoli)? Ma guarda un po’: oggi si scopre che in Italia, causa emergenza sanitaria, mancano quasi 400 mila braccianti agricoli o operai agricoli che, nel Centro Nord del Paese, sono in buona parte rumeni, bulgari, polacchi e, in minima parte, africani, mentre nel Sud prevalgono questi ultimi – gli africani – anche se non mancano i rumeni.

L’agricoltura italiana era in difficoltà prima dell’esplosione della pandemia. L’emergenza Coronavirus ha assestato il colpo di grazia alle aziende agricole che facevano largo uso di operai agricoli stranieri. Ognuno è rientrato nel proprio Paese. Almeno nel Centro Nord Italia è così. E con la situazione che si è creata non è facile venire a capo della situazione.

Così, ad Aprile, in piena emergenza Coronavirus, l’agricoltura italiana scopre di non avere a disposizione braccianti o operai agricoli per raccogliere ortaggi e frutta.

Lo vogliamo raccontare come stanno veramente le cose in agricoltura, o dobbiamo continuare con l’ipocrisia?

Ce lo dobbiamo chiedere o no perché gli italiani non vogliono più lavorare nei campi per raccogliere pomodoro, olive, frutta e via continuando? Forse mancano i disoccupati? Non ci sembra, soprattutto nel Sud. In Italia i tanti disoccupati sono diventati tutti vagabondi? O forse la paga, per lavorare nei campi di pomodoro, è una miseria?

Non dovrebbe essere così. Se andiamo a vedere, legge alla mano, quanto deve essere pagato un bracciante agricolo per una giornata lavorativa, ebbene, ci accorgiamo che un operaio agricolo dovrebbe portarsi a casa ogni giorno non meno di 80 euro, più i contributi. Siamo sicuri che i rumeni e gli africani, in Italia, vengono pagati tanto? non è che vengono pagati meno – magari molto meno – e, magari, è per questo che gli italiani non vanno più a lavorare nei campi?

Non dovrebbe essere così, perché sappiamo tutti che c’è la lotta contro il ‘caporalato’. Ma allora, se c’è la lotta al ‘caporalato’, se tutte le imprese agricole italiane pagano ogni operaio agricolo 80 euro al giorno più i contributi, con tanto di visita medica presso una struttura sanitaria pubblica per ogni per ogni operaio assunto, come fanno le stesse imprese agricole italiane ad essere competitive, se in Italia arriva (in realtà arrivava, perché in questo momento, nel mondo, causa Coronavirus, ci sono altri problemi) un diluvio di prodotti ortofrutticoli a prezzi stracciati? Come fanno ad essere competitivi se nei Paesi che esportano in Italia ortofrutta il costo del lavoro agricolo è venti volte inferiore al costo del lavoro agricolo italiano?

E’ anche grazie a questa contraddizione e a questa grande ipocrisia che l’agricoltura italiana, oggi, è in crisi. Non c’è una politica agricola a sostegno delle imprese agricole italiane che si debbono arrangiare. Non c’è una politica agricola europea a sostegno delle imprese agricole.

Bisognerebbe trovare la soluzione per ridurre il costo del lavoro nei campi, mantenendo le retribuzioni previste dalle leggi. E’ impossibile? No: è solo questione di volontà politica. Si potrebbero utilizzare i fondi europei pagando con questi i due terzi della retribuzione che spetta ad ogni operaio agricolo.

Invece si va avanti alla giornata. Che sta facendo la Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova? Leggiamo sul quotidiano Il Sole 24 Ore che sta provando a trovare un accordo con la Romania per far arrivare gli operai rumeni in Italia. Da quello che abbiamo capito, soprattutto nel Centro Nord Italia.

E l’emergenza Coronavirus? Non si capisce.

Questi operai rumeni, una volta giunti in Italia, verranno pagati a norma di legge? Sicuramente…

E meno male che il filosofo e commentatore marxista, Diego Fusaro, quando denuncia che in Italia si fanno arrivare queste persone per sfruttarle ha torto…

Foto tratta da Avvenire     

 

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