Emergenza Coronavirus: “No alla ‘scudo’ per chi gestisce le strutture sanitarie pubbliche e private”

6 aprile 2020

Lo scrive in un comunicato l’Associazione dei giuristi Logos e Ius, che si schiera contro l’ipotesi di uno ‘scudo’ civile, penale ed erariale per chi gestisce le strutture sanitarie pubbliche e private. Sullo sfondo i tanti operatori sanitari contagiati che non si potrebbero rivalere. Per non parlare dei familiari dei medici deceduti  

Con il titolo “Nessuno si azzardi a rendere irresponsabili i vertici colpevoli” leggiamo un comunicato dell’Associazione di giuristi, Logos e Ius. Il tema trattato è estremamente delicato, visto i tempi che corrono: lo “scudo” civile, penale ed erariale per chi gestisce le strutture sanitarie pubbliche e private.

“Leggiamo in questi giorni di emendamenti volti a modificare il disegno di legge per la conversione del decreto legge n. 18 del 17.3.2020 introducendo uno “scudo” (civile, penale ed erariale) a protezione dei vertici gestionali delle strutture sanitarie pubbliche e private – si legge nel comunicato -. Questo renderebbe irresponsabili i detti vertici per le eventuali scelte organizzative viziate da incapacità, negligenza o imperizia e vanificherebbe ogni principio di diritto e di giustizia”.

“Oltretutto – prosegue il comunicato dell’Associazione Logos e Ius – il legislatore non può limitare la discrezionalità del giudice con riferimento ad una classe di casi possibili, perché così facendo invaderebbe il potere giudiziario. È inaccettabile che gli operatori sanitari danneggiati non possano agire a tutela dei propri diritti nei confronti delle strutture sanitarie pubbliche o private (tranne che per dolo o colpa grave) in favore delle quali hanno svolto le proprie prestazioni. Scelte così gravi, mentre tutti siamo soggetti a norme restrittive e tenuti a seguirle responsabilmente, rischierebbero di vanificare non solo lo Stato di diritto ma anche la stessa coesione sociale”.

Aggiunge Nadia Spallitta, avvocato:

“Il comunicato dell’Associazione Logos e Ius sullo scudo penale proposto non solo per i medici (che alla luce delle drammatiche condizioni in cui hanno operato potrebbe in qualche modo giustificarsi a tutela dei medici) ma esteso, senza alcuna valida ragione, anche per i vertici amministrativi e sanitari, con evidente danno e lesione dei diritti, anche risarcitori, per i tanti sanitari colpiti dal contagio (e che questo emendamento pretende invece di voler tutelare) implicherebbe una violazione dei principi dello Stato i diritto”.

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