Licenziati dall’Opera Pia ‘Cardinale Ruffini’: la Curia di Palermo non paga nemmeno in emergenza Coronavirus

4 aprile 2020

“Eppure sia l’IPAB che la Curia arcivescovile di Palermo – dice l’avvocato Nadia Spallitta che li difende – avrebbero le risorse economiche per garantire a questi lavoratori, in un momento così difficile, almeno la sopravvivenza”

Che volete: ogni tanto torniamo sulla vicenda dei dipendenti dell’Opera Pia (che di ‘Pio’, almeno fino ad oggi, non sembra avere molto…), ‘Cardinale Ernesto Ruffini’ di Palermo. La loro storia – incredibile! – la riassume l’avvocato Nadia Spallitta, che li difende. Eh già, perché la vicenda è finita in Tribunale.

“Dopo il licenziamento avvenuto nel gennaio 2018 – ci dice Nadia Spallitta – gli ex dipendenti non hanno avuto accesso alla NASPI, né ad altre forme di indennità di disoccupazione, perché assunti in alcuni casi con pubblico concorso, perché il loro contratto era quello dei dipendenti pubblici degli enti locali, perché per le altre Amministrazioni e per l’INPS l’IPAB è da considerare Ente Pubblico, per cui ai dipendenti non si applica la disciplina del licenziamento collettivo, né il regime della Cassa Integrazione, né agli stessi spetta la NASPI o qualsiasi altra forma di indennità di disoccupazione”.

La cosa è molto strana, perché il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, intervistato da Le Iene, ha detto che l’Opera Pia ‘Cardinale Ruffini’ di Palermo non dipende dalla Regione, ma è un ente privato!

Da qui il paradosso: lo Stato non aiuta i dipendenti licenziati di questa Opera Pia perché considera la stessa Opera Pia pubblica; la Regione dice che è invece un ente privato. Con questo gioco della parti – degno in tutto e per tutto dell’Italia dei nostri giorni – né lo Stato, né la Regione, in un momento difficilissimo (anche per loro è emergenza Coronavirus) intervengono a sostegno di questi lavoratori licenziati.

“Peraltro – sottolinea sempre Nadia Spallitta – il licenziamento è stato ritenuto illegittimo dal Tribunale del Lavoro di Palermo, che ha condannato l’IPAB a pagare a favore degli ex dipendenti 18 mensilità, rapportate all’ultima mensilità globale. Tuttavia l’Ente, presieduto dall’Arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, non ha dato esecuzione alla decisione del giudice e non ha versato alcuna somma pur essendone obbligato. Ne deriva una situazione drammatica per questi lavoratori, senza stipendio, senza indennità, senza le 18 mensilità e senza possibile accesso alle misure previste dai successivi Decreti Cura Italia”.

“Eppure sia l’IPAB che la Curia arcivescovile di Palermo – conclude Nadia Spallitta – avrebbero le risorse economiche per garantire a questi lavoratori, in un momento così difficile, almeno la sopravvivenza”.

Non ci resta che fare i nostri ‘complimenti vivissimi’ alla Curia di Palermo, sempre accanto agli ‘ultimi’, agli ‘umili’, ai ‘bisognosi’ e bla bla bla…

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