L’attacco tedesco all’Italia, Massimo Costa: “Commerzbank non c’entra, tutto parte dal Quarto Reich”

3 aprile 2020

Sull’attacco speculativo contro i BTP italiani abbiamo posto alcune domande al professore Massimo Costa, che nella vita fa l’economista. Il docente universitario dice pane a pane e vino al vino e illustra le tre possibili alternative 

E’ di ieri la notizia dell’attacco speculativo della  Commerzbank all’Italia. La grande banda tedesca ha esortato gli investitori a vendere i BTP italiani perché tra un po’ diventeranno “spazzatura”. Abbiamo posto alcune domande al professore Massimo Costa, docente di discipline economiche presso l’università di Palermo.

Allora, professore, perché questo attacco all’Italia in un momento così delicato? Può una grande banca tedesca decidere autonomamente di sferrare un attacco così pesante all’Italia?

“Ho riflettuto sull’intervento speculativo di Commerzbank, la grande banca tedesca che ha definito ‘spazzatura’ i titoli italiani. A ben pensarci, le banche sono imprese, hanno solo il compito di pensare al profitto, non sono né enti pubblici, né associazioni caritatevoli. Certo, ci sono imprese ‘illuminate’ che tengono alla ‘corporate social responsibility’. Ma ce ne sono anche di spietate, e certo le banche non sono sempre filantropiche, né possiamo pretenderlo dalle banche tedesche; in ogni caso devo dire che credo poco alla filantropia imprenditoriale, specie del grande capitale speculativo. Fosse per loro…”.

Quindi?

“Quindi la Commerzbank è come lo sciacallo: si butta sulla ‘carne morta’ per legge di natura, per istinto. Il disegno, se c’è, non viene da essa. Viene dal livello politico, cioè dal Governo tedesco, dalla Commissione, dalla BCE, che poi sono tutti in fondo lo stesso soggetto: il Quarto Reich”.

Qual è la notizia, allora?

“La ‘notizia’, se così si può dire, è che per i tedeschi la salvezza economica dell’Italia non è nella funzione-obiettivo. L’Italia è solo una preda. A questo punto solo una persona in malafede può ancora pensare che la UE, questa UE (di ‘altre Europe’ non ne ho notizia), possa avere ancora qualche futuro”.

A questo punto diventa fondamentale il Consiglio Europeo in programma il 7 Aprile…

“In quel giorno si vedrà solo una delle tre alternative possibili:
– la Germania bluffa e, di fronte alla prospettiva di perdere i servi, concederà loro qualcosa di sostanziale (ciò che non li libererà, ma continuerà a consentir loro una vita da servi);
– l’Italia, con i 10 giorni dell’ultimatum del capo del Governo, Giuseppe Conte, ha bleffato; alla fine, alla Tsipras, si venderà in cambio di debito più o meno edulcorato, da pagare in comode rate nei prossimi 99 anni a sangue di papa;
– nessuno bluffa e la UE finisce per sempre”.

E lei cosa spera in cuor suo?

“Il cuore mi fa sperare per la terza alternativa, la mente mi fa temere per la seconda. Al momento non mi pare ci sia altro da aggiungere, purtroppo”.

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