Sul Titanic

Coronavirus/ Soldi a imprese a famiglie: che bisogno c’è di ricorrere a INPS e Comuni?

Condividi

Ma possibile che, nemmeno in piena pandemia, mentre la gente rischia di morire e di restare senza cibo l’Italia debba complicare la vita a tutti con la burocrazia?  

Le imprese sono ferme e gli appioppano le bollette dell’energia elettrica.

I titolari delle partite IVA per sopravvivere con 600 euro si debbono rivolgere all’INPS.

Le famiglie sono in difficoltà, arrivano 400 milioni di euro dallo Stato e, in Sicilia, 100 milioni di euro dalla Regione.

Dove sono andati i soldi? Ai Comuni.

Ecco i risultati.

Le partire IVA, per ricevere i 600 euro, dovranno sottostare alla burocrazia dell’INPS.

Le famiglie povere, per ricevere gli aiuti, dovranno sottostare alla burocrazia dei Comuni.

Domanda: ma i soldi non potevano essere erogati direttamente ai titolari delle partite IVA e alle famiglie povere?

L’INPS non ha già i dati dei titolari delle partite IVA? Cosa deve sapere in più? Se, per caso, hanno incassato (pagando l’IVA) qualche migliaia di euro in più?

E l’Agenzia delle Entrate non lo sa chi sono i poveri?

Perché il ricorso alla burocrazia? Per evitare che qualcuno si prenda i 600 euro che non gli toccano o i 300 euro che non gli toccano? A questo siamo ridotti?

Nei Paesi seri, davanti a una pandemia, tasse, imposte e bollette si bloccano per davvero. E i soldi arrivano direttamente nei conti correnti di famiglie e imprese!

Ma che figura sta facendo l’attuale Governo nazionale con le bollette che arrivano e la burocrazia infinita per erogare una manciata di soldi per fare sopravvivere le persone?

Anche il Governo regionale siciliano: per forza dai Comuni dovevano passare i 100 milioni di euro? Per complicare (e ritardare) tutto? Non si potevano semplificare le procedure?

La burocrazia anche in piena pandemia con le gente che non ha i soldi per mangiare?

Foto tratta da Zoom24

 

 

 

Visualizza commenti

Pubblicato da