Emergenza Coronavirus, onore ai medici e agli infermieri, ma non dimentichiamo chi lavora in banca

31 marzo 2020

Tra i lavoratori che in questa emergenza Coronavirus sono impegnati nonostante i rischi – oltre ai medici, agli infermieri, ai trasportatori, ai commercianti di generi alimentari – ci sono anche i bancari. Che lavorano, spesso, senza le protezioni previste dalle disposizioni vigenti. Non lo dimentichiamo

di Carmelo Raffa
coordinatore della FABI siciliana

Bancario, chi? Banche impegnate a anticipare in questi giorni la Cassa integrazione ai lavoratori sospesi. Banche impegnate a bloccare rate mutui. Banche impegnate a svolgere un servizio sociale essenziale. Ma chi sta al fronte? I generali o i soldati? I banchieri o gli amministratori?

Sarebbe una pia illusione trovare in prima linea i big e in particolare in questo momento triste e pericoloso per la loro salute, nonostante dispongano del prezioso materiale sanitario a cominciare dalle mascherine FFP3.

E così in prima linea ci stanno gli impiegati e i quadri, sono stati lasciati ad operare e a soddisfare le esigenze sociali della clientela nella maggioranza dei casi non dotati di alcuna mascherina e neanche dei disinfettanti, cioè di quanto previste dalle disposizioni vigenti.

La FABI e gli altri sindacati continuano a denunciare ciò all’ABI e alle singole Banche.

Negli ultimi giorni qualcosa si è cominciata a muovere per quanto riguarda la dotazione delle mascherine, ma nel contempo già da domani si paventa il pericolo di un sovraffollamento di persone agli sportelli per il pagamento delle pensioni e nei prossimi giorni, grazie al populismo di figure istituzionali poco accorte nella comunicazione, gli istituti di credito potrebbero subire l’afflusso dei lavoratori in Cassa integrazione.

Pagamento pensioni, Cassa integrazione, rate mutui da sospendere, etc. sono operazioni che debbono attuarsi in tempi brevissimi ma con le cautele sanitarie previste per il Coronavirus.

Chi di dovere e quindi banchieri e amministratori si organizzino per un servizio celere, ma nel contempo non aggravino la situazione già pesante dei Quadri e Impiegati che continuano a svolgere un lavoro sociale in prima linea.

Per questa grave disgrazia sanitaria non ci sono dubbi che i primi ringraziamenti vanno ai Medici e agli operatori sanitari. Ma nessuno potrà sottovalutare gli sforzi e i rischi che corrono tanti lavoratori del settore agro alimentare e quelli che sono costretti a rendere servizi essenziali quali i postelegrafonici e i bancari in prima linea anche loro in questi difficili giorni di emergenza Coronavirus.

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