Cura Ascierto: maxi donazione della Cina all’Italia (del Nord?) di Tocilizumab/ Mattinale 473

29 marzo 2020

I dubbi della blasonata sanità lombarda e il giornalismo ‘intelligente’ di Striscia la Notizia non hanno fermato la cura per il Coronavirus sperimentata a Napoli dal professore Paolo Ascierto. La notizia è che, in Italia, il Tocilizumab è finito e in nostro soccorso è arrivata la Cina. E così il Nord Italia fece incetta del “farmaco compassionevole”… Allo studio altri farmaci

Ma il Tocilizumab non era una “cura compassionevole”? (la definizione arriva dalla Lombardia) . Compassionevole o no, la cura contro il Coronavirus messa a punto dalla scuola medica napoletana, con in testa il professore Paolo Ascierto, funziona dalle Alpi alla Sicilia. E siccome la casa farmaceutica che lo produce – la Roche – ha finito le scorte, ecco che interviene la Cina con una maxi donazione: pronte 3045 fiale di Tocilizumab per l’Italia, come racconta in un articolo Il Riformista.

“La Cina – leggiamo su Il Riformista – arriva in soccorso dell’Italia. Pechino ha infatti deciso di donare il Tocilizumab, il farmaco per l’artrite reumatoide che, grazie al ‘protocollo Ascierto’, l’oncologo del Pascale di Napoli che per primo ha avuto l’intuizione di usare il farmaco per le complicanze della polmonite da Coronavirus, è attualmente oggetto di una sperimentazione coordinata dall’Aifa”.

In Italia, ormai, per curare il Coronavirus, tutti chiedono il Tocilizumab. Il farmaco, da qualche giorno, nonostante di dubbi della blasonata sanità lombarda, è quasi introvabile. In questo momento, scrive sempre Il Riformista, in Italia c’è una domanda di circa 4 mila trattamenti, ma la disponibilità di Tocilizumab copre appena la metà della richiesta.

Così è intervenuta la Cina (ufficialmente l’Italia fa ancora parte dell’Unione europea ed è legata agli Stati Uniti, ma stranamente gli aiuti al nostro Paese, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus sono arrivati dalla Cina, dalla Russia, da Cuba, dal Vietnam: in compenso, gli ‘amici’ tedeschi, austriaci, olandesi e finlandesi vorrebbero ‘curare’ l’economia italiana con il cosiddetto MES-spenna-Stati, un ‘farmaco’ che è stato brillantemente utilizzato in Grecia tra il 2011 e il 2015…).

Sì, la Cina sta regalando all’Italia un quantitativo di Tocilizumab pari a poco più di una volta e mezzo del nostro momentaneo fabbisogno.

“La Croce rossa italiana – leggiamo sempre nell’articolo de Il Riformista – ha infatti ricevuto un’importante donazione dagli omologhi cinesi: 3045 fiale di Tocilizumab. Il farmaco è stato successivamente donato all’Aifa e alla Regione Lombardia”.

Capito? La Lombardia dell’ospedale Sacco di Milano e di Striscia la Notizia, che sul professore Ascierto ne hanno dette di tutti i colori, ora si prendono una cospicua parte del dono cinese di Tocilizumab! Ma questo, cari lettori de I Nuovi Vespri, non è ‘meraviglioso’?

Quando sono comparsi i primi segnali del Coronavirus la Lombardia li ha sottovalutati, da “Milano non si ferma” a “Bergamo non si ferma” (incredibile il servizio di RAI 3 su Bergamo e altri centri della Lombardia); la stessa Lombardia è diventata il luogo d’Italia più colpito dall’infezione; la sanità lombarda, quando il gruppo del professore Ascierto, a Napoli, ha messo a punto la terapia con il Tocilizumb ha espresso critiche, tale farmaco è stato definito persino “compassionevole” e adesso che fa la Lombardia? Si becca una parte del carico di Tocilizunab arrivato dalla Cina!

Mitica Lombardia. Coerenti, seri, tutti d’un pezzo. Solo ai lombardi andrà il carico cinese di Tocilizumab? No, per fortuna.

“Le fiale – ci informa sempre Il Riformista – sono state quindi ripartite sull’intero territorio nazionale, mentre la Croce Rossa ha costituito due punti di distribuzione alle farmacie regionali, uno presso il suo Nucleo di pronto intervento di Legnano (che paria sia in Lombardia, forse addirittura vicino Milano…) e uno presso il suo Centro operativo nazionale emergenze di Roma. La stessa Croce Rossa ha poi consegnato il farmaco direttamente a Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Valle d’Aosta”.

Signori, il Nord è servito. Ed è anche giusto, visto che è nel Nord che questa patologia colpisce di più. Un po’ di questo farmaco ‘compassionevole’ arrivato dalla Cina verrà distribuito anche alle Regioni del Sud che ne hanno bisogno? Siamo sicuri di sì.

P.s.

Per la cronaca esiste un altro anticorpo monoclonale anti-interleuchina 6 che si chiama Sarilumab. A quanto abbiamo letto qua e là, si sta cominciando a valutarne l’utilizzazione.

In più abbiamo anche letto qualche cosa a proposito degli anticorpi anti-interleuchina 1 (Anakinra).

E poi ancora di un farmaco – il Baricitinib, che potrebbe agire bloccando i meccanismi di ‘aggancio’ del virus sulla cellula umana.

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DE IL RIFORMISTA

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