Lo ha detto il direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico di Bari, professore Gioacchino Angarano. Il professore dice di aspettarsi “grandi o piccoli focolai che a loro volta creeranno altri focolai”. La buona notizia è che il fenomeno si attenua se i cittadini rimangono in casa
Il numero di contagi, nel Sud Italia, è basso. Ma è in aumento. E crescono le preoccupazioni per il grande esodo di meridionali che vivevano o studiavano nel Nord e sono arrivati nelle Regioni del Sud. Sulla pagina Facebook Vento da Sud, Vento Brigante, leggiamo un post che accompagna un articolo. Il post è breve, ma incisivo:
“La notizia che non avremmo mai voluto leggere”.
E’ un post che non annuncia nulla di buono. Il titolo dell’articolo accompagnato dal post – pubblicato due giorni fa da neXt – riassume un’intervista che il professore Gioacchino Angarano, direttore, presso il Policlinico di Bari del reparto di Malattie infettive, ha rilasciato al Corriere del Mezzogiorno:
“Il mio reparto tutto pieno. Ci sono molti genitori di giovani tornati dal Nord”.
Chiede il giornalista che intervista al professore Angarano: cosa si aspetta nei prossimi giorni?
Risposta:
“Una grande quantità di contagiati che ha bisogno di essere assistita in ospedale. Già ora abbiamo ricoverato persone i cui figli sono tornati dal Nord nei giorni scorsi: prevedo per questo grandi o piccoli focolai che a loro volta creeranno altri focolai”.
Pessimismo, ma anche un po’ di ottimismo:
“L’epidemia durerà ancora – aggiunge il professore Angarano -. Possiamo però dire che l’isolamento sociale sta certamente rallentando la corsa dei contagi. Vedo strade deserte e gente che passeggia sui balconi pur di non stare in strada. È un segno di civiltà che avrà conseguenze positive”.
Morale: al Sud il numero dei contagi potrebbe crescere a causa dei tanti arrivati dalle Regioni del Nord (che, con con molta probabilità, sono più di quelli censiti): ma l’invito a restare tutti a casa sta rallentando l’aumento dei contagi: la dimostrazione che rimanere a casa e uscire solo per le strette necessità è correttissimo e sta sortendo effetti positivi.
Riteniamo interessante anche una precisazione a proposito del metodo seguito in Veneto, dove sono stati effettuati tamponi a tappeto. cosa ne pensa il professore Angarano?
“Non mi convince – risponde -. Il tampone attesta che sei negativo oggi. Ma potresti diventarlo domani. Più utile è una campagna mediatica perché tutti coloro che hanno febbre e tosse vi facciano rapidamente ricorso”.