Coronavirus/ Stretto di Messina: si lavora per evitare i contagi. Ma l’ORSA fa sapere che…

19 marzo 2020

La nostra sensazione, nel leggere le prese di posizione di Regione e Comune di Messina, è che da quelle parti ci sia un po’ di confusione. Né vanno sottovalutati gli avvertimenti lanciati dal sindacato autonomo ORSA

“Ulteriore stretta, per evitare il diffondersi del contagio del Coronavirus, nel trasporto marittimo da e per la Sicilia”: così si legge in un comunicato della presidenza della Regione siciliana.

“I ministri dei Trasporti e della Salute, su proposta del presidente della Regione Nello Musumeci – prosegue il comunicato – hanno modificato il decreto dello scorso 16 marzo. Due le novità più rilevanti: la prima per il traffico merci e l’altra per i collegamenti nello Stretto. Nel primo caso, continuerà a essere garantito il trasporto delle derrate, ma ‘possibilmente su unità di carico isolate non accompagnate’. Per quanto riguarda, invece, gli spostamenti via mare dei passeggeri da Messina per Villa San Giovanni e Reggio Calabria le corse passano da venti a quattro corse giornaliere di andata e ritorno, ma solo dalle 6 alle 21. Nessuna nelle ore notturne”.

“Gli unici ammessi saranno: gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, gli operatori sanitari pubblici e privati, i lavoratori pendolari, quanti dimostrano comprovate esigenze di lavoro, per gravi motivi di salute e chi si trova in situazioni di necessità. D’ora in poi, inoltre, il porto di imbarco e sbarco del traffico merci a Messina non sarà più la Rada San Francesco ma l’approdo di Tremestieri”.

“Sarà necessaria, infine, la preventiva autorizzazione del presidente della Regione, perché l’Enac possa consentire la partenza e l’arrivo di voli privati nell’Isola. Le disposizioni – conclude il comunicato – resteranno in vigore fino al 25 marzo. Nel frattempo, il governatore Musumeci ha scritto al ministro dell’Interno affinché siano potenziati i servizi di vigilanza in partenza ed in arrivo sullo Stretto.

Le cronache, sempre a proposito della situazione nello Stretto di Messina, registrano una lettera che il sindacato autonomo ORSA  Rsu (a firma di Mariano MASSARO Marcello PUGLISI) ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Responsabile Protezione Civile, al Ministro Infrastrutture e Trasporti, al Presidente Regione siciliana, al Sindaco di Messina, alla Prefettura di Messina, al Comandante Capitaneria di Porto – AMS di Messina.

“In fase di emergenza sanitaria, per limitare al massimo l’esposizione al contagio da COVID-19 (Coronavirus) – si legge nella lettera del sindacato ORSA – il Governatore della Regione siciliana ha emesso l’ordinanza contingibile e urgente n. 5 del 13.03.2020 con la quale recepisce, forse in modo affrettato, anche il protocollo riportato in oggetto, formulato dalle società private di traghettamento che ritengono utile, per la prevenzione, concentrare il traffico dei mezzi gommati presso gli scali del porto storico di Messina e della rada S. Francesco, poiché, secondo l’analisi degli armatori, tali scali favoriscono itinerari più brevi (durata 20’) rispetto al collegamento tra Villa San Giovanni – Tremestieri (durata 50’)”.

“Il provvedimento, però – sottolineano i sindacalisti – non valuta che la scelta di concentrare nel centro città tutto il traffico merci su gomma ed eventuali passeggeri autorizzati alla traversata, favorisce gli assembramenti nel centro cittadino e aumenta i fattori occasionali di esposizione al contagio; pertanto si pone in totale antitesi con i provvedimenti adottati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma anche col ‘Decreto Sicilia’ recentemente emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che in maniera energica vietano ogni forma di ‘affollamento’ soprattutto nei punti nevralgici”.

“Il Porto di Tremestieri – si legge sempre nella lettera – è nato proprio per liberare il centro cittadino dall’invasione giornaliera dei TIR traghettati, per la grande maggioranza, dagli armatori privati. Lo sbarco/imbarco nel porto periferico è coadiuvato dall’adiacente svincolo autostradale che evita ai mezzi gommati pesanti di attraversare la città per immettersi nell’Autostrada A18 (Messina/Catania), A20 (Messina/Palermo). Si vuole significare che risparmiare qualche minuto di navigazione non evita assembramenti sulla nave e sicuramente il gioco non vale la candela se l’alternativa disposta dagli armatori si presta, come dimostrato negli anni, a intasare il centro cittadino, quindi a favorire affollamenti nei luoghi nevralgici e ostacoli alla viabilità che nella contingente fase di estrema prevenzione sanitaria sono assolutamente da evitare”.

“Si ha la sensazione – si legge nella lettera – me è solo una sensazione, che l’obiettivo del protocollo formulato dalle società di traghettamento sia finalizzato al profitto più che alla tutela della salute pubblica. E’ facilmente deducibile, anche per i non addetti ai lavori, che il trasferimento delle operazioni di imbarco/Sbarco negli scali del porto storico e della rada San Francesco, consente agli armatori di trasportare lo stesso carico riducendo il percorso via mare che equivale a un considerevole risparmio di carburante a parità d’incasso da bigliettazione e alla possibilità di effettuare più corse nell’arco della giornata”.

“Per quanto espresso, le scriventi organizzazioni sindacali reputano fondate le preoccupazioni manifestate dall’Amministrazione Comunale di Messina e prendono ad esempio le disposizioni emanate da RFI/Navigazione che nell’immediato ha disposto la riduzione delle corse marittime e la blindatura degli equipaggi, per quanto possibile. Confermando di fatto l‘immediato allineamento ai protocolli di prevenzione e la politica aziendale tesa ad anteporre la tutela della Salute collettiva agli interessi economici aziendali”.

“Per quanto sopra esposto, nell’interesse dei lavoratori e dell’utenza – conclude la lettera – nell’attuale fase di emergenza le scriventi organizzazioni sindacali esprimono totale diniego al trasferimento delle operazioni di traghettamento nel centro cittadino e invitano il Presidente della Regione siciliana a valutare, con attenzione e col senno del dopo, gli effetti collaterali derivanti dall’applicazione del protocollo di cui si è trattato”.

 

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