Dipendente di Almaviva risultata positiva al Coronavirus: Calderone attacca la Regione e il sindaco di Palermo

16 marzo 2020

In effetti, il responsabile in Sicilia del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, Franco Calderone, ha posto la questione sicurezza nei call center sette giorni fa. Si è rivolto alla Regione e al Sindaco di Palermo. Ma è stato ignorato. “E ora cosa diranno i nostri politici?” 

“Avevamo lanciato l’allarme e ci hanno snobbati. Ora cosa diranno i nostri politici? E’ meglio che tacciano perché la responsabilità di quanto sta succedendo in Almaviva è tutta loro”.

Così Franco Calderone, responsabile in Sicilia del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, commenta l’ammara notizia che arriva dal call center palermitano, dove una lavoratrice è risultata positiva al Covid19.

“Avevamo invitato il sindaco di Palermo a seguire l’esempio del primo cittadino di Rende che ha chiuso i call center, e ci ha ignorato. Nonostante fosse l’unica soluzione possibile. Lo stesso vale per le istituzioni regionali che hanno fatto finta di non vedere quale pericolo stessero correndo i dipendenti. E adesso? Abbiamo ricevuto il ringraziamento di alcuni dipendenti di Almaviva e di altri call center per la nostra denuncia. Ci hanno raccontato le loro angosce, ma sono e siamo rimasti inascoltati. E adesso?”.

“Questa ragazza, positiva al Coronavirus – prosegue Calderone – ha fatto un corso di formazione insieme con altri venti persone. Che, a loro volta, sono venute a contatto con tutti i dipendenti della sede di via Cordova a Palermo che ora sono nella sede in via La Malfa, sempre a Palermo. Ma non cambia nulla. Il contatto c’è stato. Non solo. Ad oggi i dipendenti sono ancora al lavoro in sede e la soluzione dello smart working, che dovrebbe partire domani è assolutamente tardiva”.

“Abbiamo la sensazione – dice sempre responsabile in Sicilia del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale – di trovarci dinnanzi ad una classe politica del tutto inadeguata anche di fronte a questa emergenza. Questo vale per il sindaco di Palermo e per chi si accorge solo ora del problema Almaviva: come alcuni compagni di strada del sindaco Leoluca Orlando, ma anche per il Governo regionale che continua a pietire misure concordate con Roma, quando in base allo Statuto siciliano avrebbe potuto già da tempo chiudere i collegamenti con l’Isola, disporre della Polizia di Stato e chiedere l’impiego delle forze armate. Invece il presidente della Regione Nello Musumeci ha perso solo tempo. Il risultato è che in Sicilia si può ancora arrivare con i traghetti, con l’intercity da Roma e con gli aerei. Ribadiamo la necessità di predisporre strutture protette per obbligare alla quarantena chi arriva da fuori e lo stesso vale per chi è arrivato nei giorni scorsi, perché sono poche le case che possono garantire un vero isolamento”.

In effetti sette giorni fa – era il 9 marzo – Franco Calderone è stato tra i primi a porre la questione Coronavirus nei call center:

“Mentre tutte le istituzioni sanitarie ci dicono di evitare i posti affollati, nessuno si preoccupa di quello che succede nei call center, dove i dipendenti si ritrovano ammassati anche in questi giorni“, ha detto sette giorni fa.

Lo stesso Calderone è tornato sulla vicenda il 13 Marzo, quando il sindaco di Rende, in Calabria, ha sospeso le attività dei call center. E si è rivolto al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

Ma non è successo nulla. Oggi si apprende che una dipendente del call center di Almaviva di Palermo è finita in ospedale.

Foto tratta da L’Opinione della Sicilia

 

 

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