Franco Calderone: “Accogliere chi torna in Sicilia dal Nord in alberghi o caserme”

15 marzo 2020

Il responsabile in Sicilia del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, Franco Calderone, dice che il blocco dei treni disposto dal Governo nazionale serve a poco, se è vero che ci sono le autostrade e i trasporti marittimi. Da qui la proposta di utilizzare alberghi o caserme dismesse come luoghi di quarantena per chi arriva in Sicilia

“L’Istituto Superiore della Sanità ha lanciato l’allarme su un possibile aumento dei contagi da Coronavirus al Sud a causa dei rientri di massa dal Nord. Una prospettiva che, come denunciano i governatori, sarebbe drammatica vista la condizione del sistema sanitario del Mezzogiorno. Ma la verità è che questi rientri non si possono fermare”.

Lo dice Franco Calderone, responsabile in Sicilia del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, movimento fondato dal giornalista e scrittore meridionalista, Pino Aprile.

“L’unico modo per salvaguardare la salute pubblica in Sicilia come nel resto del Sud – dice sempre calderone – è accogliere chi arriva dal Nord in strutture protette per il tempo della quarantena. Penso ad alberghi, con cui stipulare apposite convenzioni, a caserme dismesse o a qualsiasi altra struttura ritenuta idonea. Questo è un provvedimento che la Giunta regionale dovrebbe adottare immediatamente se vuole davvero salvaguardare la nostra salute”.

“Ci sono, infatti, due considerazioni da fare – afferma sempre il responsabile in Sicilia del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale -: la prima riguarda il blocco dei treni a lunga percorrenza decisa ieri dal Governo nazionale che, a ben vedere, può essere aggirato utilizzando altre tratte ferroviarie o autostradali. Inoltre, i traghetti continuano ad arrivare in Sicilia e lo stesso vale per gli aerei, seppur in numero minore. Insomma, chi vuole, trova il modo di arrivare in Sicilia”.

“L’altra considerazione- aggiunge Calderone – riguarda le esigenze di chi torna: ritrovarsi soli, magari senza soldi, senza più lavoro, in città blindate e lontano dalle proprie famiglie, non è augurabile a nessuno. La Sicilia deve accogliere i propri figli, ma deve farlo senza mettere a rischio la salute pubblica”.

“Bisogna essere realisti. Non si può pensare che tutti abbiano case che possano garantire l’isolamento totale a chi arriva dal Nord. Per questo sarebbe necessario verificare anche come si è organizzato chi è già arrivato. Non possiamo nemmeno sperare che tutti abbiano senso di responsabilità o capiscano la gravità della situazione. E’ necessario intervenire, perché il sistema sanitario siciliano, già stremato da anni di tagli e di mala gestione, crollerebbe immediatamente e la salute dei siciliani sarebbe a serio rischio. Allora – conclude Calderone – accogliamo, certo. Ma garantendo la salute delle famiglie di queste persone e di conseguenza quella di tutti i siciliani”.

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