Le proposte del sindacato ORSA per fronteggiare la crisi economica provocata dal Coronavirus

10 marzo 2020

Si tratta di un pacchetto di proposte serie e concrete. E’ inutile girarci attorno: l’economia italiana e, in generale, la vita pubblica e privata stanno subendo provvedimenti necessari, ma che vanno accompagnati da sostegni economici. Il problema – da risolvere subito – dei lavoratori marittimi per i quali la legge non prevede la Cassa integrazione 

In Italia la situazione economica si aggrava. L’emergenza Coronavirus impone sacrifici a famiglie e imprese e blocchi delle attività produttive. Servono interventi concreti e meno chiacchiere in televisione.

Un pacchetto di richieste – precise – arriva dal sindacato ORSA, sigla che sta per Organizzazione Sindacati Autonomi di base. Si tratta di proposte di buon senso. Vediamole.

Si fa riferimento al “Decreto Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 marzo 2020- misure economiche a sostegno dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese italiane”. E’ il provvedimento che “estende all’intero territorio nazionale le misure già previste nell’articolo 1 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 8 marzo 2020, per il contenimento del contagio da COVID-19. In buona sostanza, a far data da oggi, l’intera nazione sarà sottoposta alle misure urgenti per fronteggiare l’epidemia, prima vigenti solo nelle ‘Zone Rosse/Arancioni’ del Nord Italia ove si registra il maggiore numero di Contagi”.

“Nel Decreto del 9 marzo 2020 – scrivono i sindacalisti dell’ORSA – sono dettagliate le misure sanitarie e i divieti necessarie a limitare le occasioni di contagio fra la popolazione ma, di contro, ad oggi, non si registrano nuovi interventi del Governo a sostegno del lavoro, delle imprese e delle famiglie che vanno incontro a una drastica riduzione del reddito, conseguente alle necessarie disposizioni “stringenti” del vivere sociale in tutto il territorio nazionale. Se il primo Decreto del 2 marzo – prosegue la nota del sindacato autonomo – indicava una lunga serie di misure economiche, invece il Decreto dell’8 marzo, che istituiva la cosiddetta zona arancione (la Lombardia e 14 province) si è preoccupato soprattutto delle misure sanitarie, rimandando a un secondo momento quelle a sostegno delle imprese e delle famiglie che adesso sono necessarie per l’intero Paese”.

“Con lettera del 9 marzo 2020 – leggiamo sempre nella nota dell’ORSA – la scrivente Organizzazione Sindacale denunciava al Governo nazionale le ricadute delle azioni di contenimento sull’economia e sul mondo del lavoro. Alla luce del recente Decreto che estende la zona rossa a tutta la nazione, si ritiene del tutto insufficiente lo stanziamento di 7,5 miliardi che poteva essere bastevole per l’emergenza nelle prime regioni focolaio del COVID-19.  Se il Governo dispone, giustamente, di estendere le misure di prevenzione sanitaria in tutto il territorio nazionale, contestualmente deve disporre le relative misure economiche a sostegno dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese italiane coinvolte nello stop alle attività produttive, scolastiche e ricreative. Un primo intervento urgente dovrebbe estendere a tutto il territorio nazionale i provvedimenti che in origine riguardavano solo i Comuni interessati dalle misure urgenti di contenimento del contagio da COVID-19”.

Ecco di seguito le richieste dell’ORSA:

“LAVORO:
 Introduzione di procedure semplificate per presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario per sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.
 Istituzione di Cassa integrazione in deroga per i datori di lavoro del settore privato, incluso quello agricolo, che non possono beneficiare degli strumenti di sostegno al reddito previsti a legislazione vigente.
 Indennità economica da quantificare per i lavoratori autonomi che nella fase di emergenza non possono svolgere la loro attività lavorativa.
 dotazioni informatiche per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, necessarie per consentire lo svolgimento del lavoro agile;
 periodo di malattia o quarantena in permanenza domiciliare del lavoratore, equiparato al periodo di ricovero ospedaliero.

IMPRESE
 Per assicurare liquidità alle imprese: concessione di mutui a tasso zero della durata non superiore a 15 anni per l’estinzione di debiti bancari.
 Sospensione dei termini per il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali in scadenza dal 23 febbraio al 30 aprile 2020, senza che tale sospensione comporti l’applicazione di sanzioni e interessi.
 Sospensione dei termini di pagamento a carico delle imprese per i versamenti dei premi assicurativi e alle camere di commercio.
 Rifinanziamento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.

FAMIGLIA E SCUOLA
 Carta della Famiglia, che consente di accedere a sconti sull’acquisto di beni e servizi anche attraverso riduzioni tariffarie, da destinare anche alle famiglie con almeno un figlio a carico.
 Validità dell’anno scolastico in corso anche per le istituzioni scolastiche che non possono effettuare almeno 200 giorni di lezione, rimanendo chiuse a seguito delle misure di contenimento del virus Covid-19.

SOSPENSIONI E ADEMPIMENTI
 Sospensione dei termini di pagamento delle fatture e degli avvisi di pagamento emessi o da emettere con riferimento alle utenze di energia, acqua, gas e rifiuti.
 Estensione a tutto l territorio nazionale dell’ordinanza della Protezione Civile n. 642 del 29 febbraio 2020 che sospende le rate dei mutui (anche persona fisica non imprenditore) fino alla cessazione dello stato di emergenza, optando tra la sospensione dell’intera rata e quella della sola quota capitale.
 Sospensione dei termini per il pagamento dei premi per l’assicurazione obbligatoria in scadenza dal 23 febbraio al 30 aprile 2020 e i termini per i versamenti dei premi assicurativi in scadenza tra il 21 febbraio e il 30 aprile 2020″.

Le risorse necessarie per il sostegno dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese italiane, sono da individuare anche in deficit. In fase di emergenza sanitaria globale anche i limiti del patto di stabilità, imposti dall’Unione
Europea, vanno posti in ‘quarantena’. Si resta a disposizione per ulteriore collaborazione”.

Un capitolo a parte merita la questione dei lavoratori che operano nelle navi. Se si dovesse andare al blocco dei trasporti marittimi, ebbene, va ricordato che per questi lavoratori non è prevista la Cassa integrazione, come ricorda l’ORSA marittimi. Va da sé che questi lavoratori, là dove dovessero restare senza lavoro se si dovesse arrivare anche al blocco dei trasporti via mare, non potranno restare senza ammortizzatori sociali.

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti