Si ‘svegliano’ i deputati nazionali grillini: stop al Tram a Palermo e sì ai bus elettrici

9 marzo 2020

In un comunicato i deputati nazionali del Movimento 5 Stelle eletti a Palermo paventano un possibile contenzioso con l’Unione europea. E ricordano che le sette nuove tratte di Tram si ‘intersecano’ – è il caso di dirlo – con l’inchiesta giudiziaria aperta sul Comune di Palermo. Insomma, basta Tram e sì ai bus elettrici. Si accorgeranno anche dei disastri provocati dai lavori dell’Anello ferroviario?

Alla buon’ora, dopo che una bufera giudiziaria si è abbattuta sul Comune di Palermo, i parlamentari del Movimento 5 Stelle eletti in Sicilia di risvegliano da un lungo torpore e ritrovano non soltanto la parola, ma anche la voglia di opporsi alla ‘Monarchia assoluta’ che governa il capoluogo della Sicilia e a uno dei punti forti del ‘regno’ del sindaco Leoluca Orlando: il Tram.

“Con una interpellanza al Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, il Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati ha chiesto di mettere in discussione il progetto per le nuove linee del Tram di Palermo “anche al fine di scongiurare un consistente danno erariale”, si legge nel documento.

“Abbiamo interpellato il Ministro Provenzano perché non vogliamo che i 198 milioni di euro inseriti nel Patto per Palermo si perdano in un tunnel amministrativo e giudiziario – afferma il parlamentare nazionale Adriano Varrica -. La Commissione Europea potrebbe aprire un contenzioso, chiedendo la restituzione del finanziamento erogato qualche anno fa per la realizzazione delle prime tratte del Tram a Palermo”.

Per la cronaca, per 15 Km circa di linea di Tram sono stati spesi 320 milioni di euro! A giudicare da quello che si legge nelle spiegazioni, questi fondi sarebbero stati rendicontati sui fondi strutturali europei destinati alla Sicilia: per la precisione sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) della passata Programmazione 2007-2013).

Oggi i grillini scoprono una novità:

“L’art. 57 del Regolamento CE n. 1083 del 2006 – spiega Varrica – tutela la durabilità dell’investimento europeo, vietando modifiche nei primi 5 anni. In questo caso già nei due anni successivi al collaudo, il Comune ha ideato una sostanziale modifica con l’approvazione del progetto delle nuove linee a seguito del concorso di idee. In particolare, si prevede la dismissione del terminal Notarbartolo e la traslazione dei binari, oltre all’eliminazione di barriere e catenarie e alla connessa modifica dei convogli per adattarli alla nuova infrastruttura. Questa situazione – conclude il deputato cinquestelle – merita un’attenta analisi ministeriale che non può prescindere dalla pesante e ulteriore vicenda giudiziaria che vede coinvolto l’ex dirigente comunale, Mario Li Castri, già presidente della commissione giudicatrice del concorso di idee che ha individuato il progetto delle nuove linee del tram, nonché rappresentante del Comune di Palermo nella fase di definizione e avvio del Patto per Palermo”.

In realtà, alcune di queste cose sono note da tempo: a noi le ha raccontate il portavoce dei Verdi Siciliani, Carmelo Sardegna. 

“Nell’interpellanza – leggiamo ancora nel comunicato – sottoscritta oltre che da Adriano Varrica anche dai deputati Aldo Penna, Valentina D’Orso, Roberta Alaimo e Giorgio Trizzino, vengono evidenziate ulteriori criticità nel contenzioso esistente presso la Giustizia amministrativa a seguito del ricorso da parte di Confcommercio e del Comitato #PerPalermo, nelle autorizzazioni ambientali e nelle attenzioni da parte della Commissione Europea”.

“Considerando la complessità della situazione e la rilevanza dell’investimento, abbiamo chiesto – scrivono i parlamentari palermitani del Movimento 5 Stelle – una tempestiva e approfondita istruttoria da parte degli uffici competenti. Abbiamo dimostrato in meno di due anni di Governo di essere in prima linea nello sblocco e nella realizzazione degli investimenti infrastrutturali del capoluogo siciliano (ex fondi Gescal per le periferie, anello ferroviario, cittadella della Polizia di Boccadifalco, polo scolastico di via Cirincione a Brancaccio, riavvio manutenzione strade provinciali), ma riteniamo che in un momento così delicato per la città e per l’intero Paese si debba valutare con attenzione prima di trasformare i quartieri del centro in un nuovo infinito cantiere senza valutare opzioni alternative ben più immediate ed efficaci come, solo a titolo di esempio, l’acquisto di una flotta di autobus ecologici e il completamento della tratta di Tram da Calatafimi fino alla Stazione centrale”.

Anche i grillini, insomma, si sono convertiti ai bus elettrici al posto del Tram.

Foto tratta da Wikipedia

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