Il Governo socialista spagnolo a difesa degli agricoltori: prezzi dei prodotti bloccati dopo le proteste di piazza

5 marzo 2020

In Spagna i prodotti agricoli non potranno più essere venduti a prezzi inferiori ai costi di produzione. Lo ha stabilito il Governo socialista con un Decreto reale. Mossa astuta: non si blocca la globalizzazione dell’economia, ma si obbligano i commercianti spagnoli a non vendere i prodotti a prezzi inferiori al costo di produzione dei prodotti agricoli spagnoli. Per chi sgarra multe fino a un milione di euro!   

Il Governo socialista spagnolo scende in campo a sostegno degli agricoltori. E lo fa con un provvedimento che prevede multe ‘salatissime’ (fino a un milione di euro!) per i commercianti – rivenditori al dettaglio e grossisti – che mettono in vendita prodotti agricoli a prezzi inferiori al costo di produzione.

L’iniziativa – un Decreto reale (la Spagna, è noto, è una monarchia) – punta a tutelare gli agricoltori spagnoli che, come gli agricoltori italiani, sono massacrati dai prodotti agricoli che arrivano dall’universo mondo a prezzi stracciati!

La mossa del Governo spagnolo è molto raffinata: nessuna opposizione alla globalizzazione dell’economia. I commercianti spagnoli possono acquistare ortaggi, frutta e verdura da qualunque Paese del mondo. Ma debbono vendere tali prodotti a prezzi che non siano inferiori al costo di produzione degli stessi prodotti agricoli in Spagna.

Poi saranno i consumatori spagnoli a scegliere: ovviamente, tra prodotti agricoli spagnoli e prodotti agricoli esteri (spesso di pessima qualità!) sceglieranno quelli spagnoli!

Ribadiamo: mossa geniale! E la prima volta, dopo decenni, che un Governo socialista europeo difende realmente gli agricoltori.

“La nuova norma  – leggiamo su ITALIA FRUIT NEWS, giornale dove abbiamo letto la notizia – rientra in una serie di riforme sulla legge della filiera agroalimentare, progettate per esercitare pressioni sui rivenditori e per rendere i prezzi più equi e trasparenti. Inoltre, queste misure si estendono anche ai rapporti contrattuali, dove dovrà essere garantito che il prezzo concordato tra produttore e acquirente copra i costi di produzione”.

“La nuova legge – leggiamo sempre nell’articolo – tiene conto anche delle attività promozionali che vanno svolte nel reciproco interesse di entrambe la parti per impedire ai rivenditori di ‘travisare prezzo o immagine dei prodotti o di alterare la percezione della loro qualità e valore’. Se prima le infrazioni che svalutavano la filiera erano considerate minori, oggi la legge spagnola le valuta come gravi e soggette a sanzioni”.

“La riforma – ha detto il Ministro dell’Agricoltura, Luis Planas – consentirà ai produttori agricoli e di bestiame di avere una posizione negoziale più forte e di creare un maggior equilibrio nella catena alimentare”.

Lo stesso Planas si dice certo che l’iniziativa non porterà ad un aumento dei prezzi al consumo “purché ciascun membro della catena di fornitura si assuma la propria responsabilità”.

Il Decreto reale del Governo spagnolo arriva dopo grandi proteste da parte degli agricoltori. Il timore delle rivolte degli agricoltori ha portato il Governo alla ricerca di una soluzione: che è stata trovata.

 

 

 

QUI L’ARTICOLO DI ITALIA FRUIT NEWS 

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