Il federalismo fiscale italiano? A uso e consumo delle Regioni del Nord contro il Sud!

5 marzo 2020

Quando tre politici responsabili, nei rispettivi partiti, per le questioni legate al Mezzogiorno scrissero una denuncia per segnalare che le regole per il federalismo fiscale erano state scritte tutte da persone del Nord, il comunicato venne censurato dall’ufficio stampa del PD…

di Michele Eugenio Di Carlo*

Vincenzo Rizzi, già consigliere comunale di Foggia, scrive:

“Ci voleva un virus per dimostrare che l’autonomia regionale è una totale idiozia”.

A stretto giro risponde una combattiva e preparata Elena Gentile, già assessore regionale in Puglia ed ex parlamentare europea:

“Ho sempre sostenuto che l’introduzione del titolo V fosse una follia… ora
fortunatamente molti ne prendono atto, ma non si scardina facilmente un sistema di potere. Io che ho partecipato alla conferenza Stato-Regioni posso assicurare che il blocco degli interessi delle regioni del Nord è difficilmente scardinabile perché il Sud pesa poco. Io sempre in minoranza nel denunciare le diseguaglianze tra Nord e Sud. Neanche tutti i governatori del Sud erano impegnati in questa battaglia. E questo ragionamento riguarda anche i trasporti, la formazione… “.

Gravissime e dirette le affermazioni dell’ex parlamentare di Cerignola che confermano quanto da sempre andiamo denunciando sull’inadeguatezza dei nostri parlamentari a tutela degli interessi della terra da cui sono stati eletti.

Il giornalista del Mattino Marco Esposito nel testo ‘Separiamoci’ spiega bene come sia necessaria “una politica dei meridionali per i meridionali”, anche perché i cosiddetti partiti nazionali solo a parole, e non
sempre, “dicono di avere a cuore le sorti del Mezzogiorno”.

Quando nel 2009 Umberto Ranieri del PD, Ciro Scuotto di SEL, Marco Esposito per l’Italia dei Valori, tutti e tre responsabili nazionali per il Mezzogiorno, scrissero una denuncia per segnalare che le regole per il federalismo fiscale erano state scritte tutte da persone del Nord, il comunicato venne censurato dall’ufficio stampa del PD.

Ritornando ai parlamentari – ricordiamolo – avrebbero dovuto perlomeno indignarsi per il silenzio dei media nazionali sul Rapporto Eurispes 2020 (ben 840 miliardi sottratti al Mezzogiorno dal 2000 al 2017),
invece al silenzio della stampa nazionale hanno aggiunto il loro.

I nostri studi, i nostri articoli da meridionalisti del M24A per l’equità territoriale hanno trovato pieno conforto nel recentissimo Rapporto Italia 2020 dell’Eurispes, l’istituto di Studi Politici, Economici e Sociali
degli italiani. Il silenzio di stampa e parlamentari è un vero attacco al diritto dei nostri cittadini ad essere informati e una resa di chi ci rappresentata ai poteri forti che governano l’Italia a sola trazione nordista.

Evidentemente, come ripetiamolo da tempo il conflitto non è più ideologico, destra-sinistra, ma geografico, Nord-Sud, se le parole deflagranti del presidente dell’ Eurispes Gian Maria Fara sono passate
inosservate col silenzio complice di stampa e parlamentari:

“Sulla questione meridionale, dall’Unità d’Italia ad oggi, si sono consumate le più spudorate menzogne. Il Sud, di volta in volta descritto come la sanguisuga del resto d’Italia, come luogo di concentrazione del malaffare, come ricovero di nullafacenti, come gancio che frena la crescita economica e civile del Paese, come elemento di dissipazione della ricchezza nazionale,
attende ancora giustizia e una autocritica collettiva da parte di chi – pezzi interi di classe dirigente anche meridionale e sistema dell’informazione – ha alimentato questa deriva”.

*Cofondatore del M24A per l’Equità territoriale

Foto tratta da Il Quotidiano del Sud

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