Zaia: i cinesi mangiano i topi vivi. E della leggenda dei veneti che mangiavano i gatti ne vogliamo parlare?

29 febbraio 2020

Ma come gli viene in testa al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, di parlare così dei cinesi? ‘Sti leghisti sono veramente particolari. Meno male che nessuno ha riferito al Governo della Cina delle leggende che girano sulle zone povere del Veneto dove i gatti erano a rischio-pentola…  

Ormai noi dai leghisti ci aspettiamo di tutto e di più. Così l’ultima trovata di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, esponente di spicco della Lega di Matteo Salvini, non ci stupisce affatto.

“La mentalità che ha il nostro popolo veneto, a livello di igiene – ha dichiarato Zaia ad Antenna 3 – è quella di farsi la doccia, di lavarsi spesso le mani. L’alimentazione, il frigorifero, le scadenze degli alimenti sono un fatto culturale. La Cina ha pagato un grande conto di questa epidemia che ha avuto perché abbiamo visto tutti i video di cinesi che mangiano topi vivi”.

Che dire di questa incredibile affermazione? Che il Governo cinese – e a ragione – si è risentito?

Certo, poi lo stesso Zaia ha cercato di metterci una pezza:

“Mi spiace che qualcuno abbia montato una polemica su questo, non ho mai detto che i cinesi non si lavano. E mi scuso se ho ho urtato la sensibilità di qualcuno, anche per i rapporti personali, noti e testimoniati, che ho con la comunità cinese. Mi spiace – ha aggiunto Zaia – d’essere stato da alcuni frainteso, e da altri volutamente strumentalizzato. La mia era una riflessione che non voleva offendere nessuno; si riferiva alla montagna di materiale e video, molti dei quali fake, che pesano sulla reputazione di questo virus”.

Tranquillo, presidente Zaia, ormai la ‘frittata’ è fatta. noi ci limitiamo a ricordare che anche i veneti – se proprio dobbiamo entrare un po’ a gamba tesa in questa storia crudele – non è che ‘babbiano’ (sa, scriviamo dalla Sicilia: ‘babbiare’, nella nostra lingua, significa scherzare).

Lei, presidente, ha citato i topi. Noi invece ricordiamo una tradizione delle zone più povere del Veneto dove invece a rischio erano i gatti…

Leggiamo insieme, presidente Zaia, cosa scrive Wikipedia:

“Un detto popolare, codificato in una filastrocca pubblicata nel 1879, soprannomina i vicentini ‘magnagati’, ovvero ‘mangia gatti’, detto che ha dato origine a svariate teorie sulla sua provenienza etimologica ma che nell’immaginario popolare moderno è divenuto anche un simbolo della povertà del territorio e della sua gente nei periodi passati, da ultimo durante la seconda guerra mondiale, quando questo segno di disperazione – cibarsi di questi animali domestici una volta esauriti quelli da cortile – era in realtà abbastanza diffuso in tutta Italia, tant’è che una circolare del Ministero dell’Interno all’inizio del 1943 vietava espressamente l’uccisione di gatti per scopi alimentari, al fine di evitare la proliferazione di topi”.

 

 

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