Terza pagina

Non è che gli alieni sono in mezzo a noi? Da FRB180916-j0158+65 al film Indipendence Day…

Condividi

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo che racconta l’avventura sulla Terra del popolo dei Siluriani. Oggi ci misuriamo con l’archeologia “alternativa” di Graham Hancock e di John West. Per riflettere sulla Sfinge e sulle Piramidi e i loro rapporti con le costellazioni celesti. Ma anche sulla Piramide di Quetzalcoatl e sulla Città di Chichen Itza’. E sui siti di Angkhor What ed Angkor Thom…

di Maddalena Albanese

Qualche giorno fa I Nuovi Vespri ha pubblicato un articolo dove si racconta del popolo dei Siluriani e della loro stagione sulla Terra. Tutto questo sembra solo un “divertissement” per eruditi in vacanza. In realtà, non è così, almeno per chi ha avuto la fortuna di leggere i libri riguardanti i monumenti delle Civiltà Antiche e i loro significati religiosi e culturali.

Mi riferisco ai libri di archeologia “alternativa” di Graham Hancock e di John West, tanto per citarne alcuni. In questi libri sono descritti con dovizia di particolari, che assurgono quasi a prove scientifiche, i monumenti della Piana di Giza: la Sfinge e le Piramidi e i loro rapporti precisi con le costellazioni celesti. Quasi una specchio sulla Terra della Costellazione di Orione, della Via Lattea e della Costellazione del Leone.

Solo una conoscenza sbalorditiva dell’astronomia da parte di antichi uomini, o una rappresentazione devota e nostalgica della “propria casa” sulla Terra da parte di antichi esseri viventi non terrestri?

Anche a migliaia di chilometri e a migliaia di anni di distanza, nel Messico dei Maya, dove sono state costruite la Piramide di Quetzalcoatl e la Città di Chichen Itza’, e nella Cambogia delle popolazioni Khmer che hanno costruito i siti di Angkhor What ed Angkor Thom, vi sarebbero altre testimonianze suggestive di conoscenze astronomiche notevoli, impensabili per le epoche a cui venivano ascritte.

Sui monumenti messicani degli Antichi Maya, popolo dalle profonde conoscenze di astronomia, più volte i bassorilievi raccontano di uomini seduti dentro strani veicoli ovoidali che spargono lingue fiammeggianti. Ed una delle divinità da essi venerata aveva l’effigie di un dragone.

I nomi di Angkor Wat ed Angkor Thom hanno entrambi un’origine, secondo queste fonti archeologico-fantascientifiche, che fa capo al significato egizio di “Horus vive”. Inoltre i monumenti del sito archeologico di Angkor sembrano ricalcare, nella loro disposizione, la costellazione del Dragone.

Gli Egizi nel 2000 a. C. (o forse un altro popolo, loro antenato, nel 10000 a. C.?), i Maya dal 750 a. C. (data di costruzione delle loro prime città), alla fine del XVII secolo, quando l’ultima città Maya cadde in mano agli Spagnoli, in ultimo le popolazioni Khmer della Cambogia nel XII secolo d. C.: tutte queste Civiltà sono accomunate dalla memoria ancestrale di uno stretto legame con gli spazi siderali.

Forse i Siluriani sono stati veramente sul nostro Pianeta migliaia di anni fa? E magari hanno lasciato una memoria storica nei monumenti e nella tradizione verbale poi trasmessasi in una sorta di diaspora culturale a popoli tra loro lontani, forse con un’origine comune?

Negli stessi giorni in cui ho letto l’articolo sui Siluriani, ho letto, su “AGI” un altro articolo, ripreso da varie testate giornalistiche, tra cui “il Mattino.it”, il “Giornale di Brescia”, “La Repubblica.it”, “Leggo.it”, in cui si parla di segnali radio ricevuti da un radio telescopio canadese. Gli FRB,”Fast Radio Burst”, sono segnali radio spesso ricevuti dai radiotelescopi ed originati dalle profondità dello Spazio.

Quelli citati nell’articolo in questione, in particolare, ricevuti dai radiotelescopi del CHIME (Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment), hanno la caratteristica di essere ritmici. FRB180916-j0158+65, come è stato chiamato il segnale radio di cui si parla nell’articolo, si ripete ogni 16,35 giorni per 4 giorni con uno o due “Burst” l’ora per poi tacere per dodici giorni. Una sorta di ritmo binario intermegagalattico. L’origine sarebbe un punto di una galassia a 500 milioni di anni luce da noi, molto al di fuori della Via Lattea.

Civiltà Aliena che ricontatta la Terra o Stella morente che racconta il suo “canto del cigno”?

La ragione ci dice ovviamente che delle due è la seconda, ma giusto per concludere questo “divertissement”: tutto questo non ricorda l’inizio del film Indipendence Day? Non è che i registi e gli scrittori, sotto le mentite spoglie di fiabe moderne, ci hanno raccontato notizie raccolte da scienziati e studiosi che temevano di apparire folli?

 

Pubblicato da