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Ma come finì con il MES? Come mai non ne parla più nessuno?/ MATTINALE 537

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Da questa ricostruzione di quanto sta succedendo – che noi dobbiamo al FORUM INVESTIRE OGGI e a Radio Radio – viene fuori un’Unione europea che è tutto, tranne che trasparente e democratica. Eppure si parla del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità: cioè di qualcosa che dovrebbe essere a disposizione di tutti i cittadini europei. Le dichiarazioni dell’ex vice Ministro, Massimo Garavaglia. E i grillini?

Ricordate, qualche mese fa, le polemiche al vetriolo sul MES, il Meccanismo Europea di Stabilità? Ebbene, in questi giorni ci sarebbero state riunioni ad alto livello, ma di informazioni ne circolano veramente poche. Nemmeno dalle parti della Lega – che pure, ufficialmente, è contro il MES – arrivano grandi notizie. A parte – e scusate il gioco di parole – il gioco delle parti tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti.

Infatti, se il numero due della Lega (Giorgetti) adesso si dice favorevole ad Unione europea ed euro, il numero uno della Lega (Salvini) ribadisce che l’Europa, così com’è non va.

Ma nessuno dei due – questo è un dato oggettivo – parla più del MES, se non di straforo e senza rilevanza mediatica. Come mai?

Noi proviamo a raccontare come stanno le cose facendo riferimento a quanto scrive FORUM INVESTIRE OGGI.

Partiamo da un articolo del 30 Gennaio scorso.

“Il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) torna a far discutere. La revisione del Fondo salva-Stati, oltre a rappresentare un enorme rischio economico per molti membri dell’Unione europea, Italia compresa, presenta aspetti misteriosi già dalle sue radici”.

Interessante il capitolo su bugie e verità:

COSA RACCONTANO CONTE E GUALTIERI? “Insomma, se il MES appare già di per sé una beffa, la sua riforma è una beffa al quadrato. Ma non è finita qui, perché le trame che hanno preparato questo bel regalo a tutti i Paesi membri dell’Ue è addirittura una beffa al cubo. Il motivo è semplice: nessuno sa cosa è successo quando i rappresentanti del nostro governo sono volati a Bruxelles per farsi valere.
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha raccontato alla stampa una versione dei fatti;
il premier Giuseppe Conte si è accodato;
il presidente dell’Eurogruppo (il centro di coordinamento europeo formato dai ministri delle Finanze dei 19 stati membri che adottano l’euro) Mario Centeno, ne ha fornita una abbastanza diversa”

Chi è che dice la verità? Non si capisce. L’unica cosa certa è che manca la ‘trasparenza’. A questo punto il giornale prova a ricostruire i fatti:

“Quando lo scorso dicembre in Italia infuriava la tempesta perfetta contro la revisione del Mes, Gualtieri si recava all’Eurogruppo per ‘battere i pugni sul tavolo’ e ottenere il rinvio della riforma ‘all’anno successivo’. Il ministro tuonava soddisfatto che non avrebbe mai permesso ‘di chiudere finché non si fosse specificato nelle conclusioni i termini chiesti dall’Italia’. Quali sono questi termini?”.

Centeno dice che non c’è nulla di rilevante:

“Come ho già spiegato ai leader lo scorso dicembre, l’Eurogruppo ha raggiunto un accordo sulla riforma del MES. Non si tratta più di una questione di sostanza, ma solo della necessità di definire alcuni cavilli di natura legale”.

Tornano le domande: qual è la verità? E come mai la politica italiana non parla più del MES? A parte i grillini, che ormai politicamente non esistono più, ci piacerebbe capire che fine hanno fatto gli esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia, che appena qualche mese fa erano ‘sparati’ contro il MES.

Leggiamo ancora sul INVESTIREOGGI:

LA RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI – “… il quotidiano La Verità ha inoltrato una richiesta di accesso agli atti al Consiglio dell’Unione europea. La richiesta era semplice: visionare i verbali e le note di discussione sulla riforma del MES e la ‘completa divulgazione della posizione del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, le sue dichiarazioni e i suggerimenti’. In linea teorica l’accesso agli atti dovrebbe essere garantito sia dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, sia dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Insomma, una risposta era lecita e scontata”.

Come andò a finire? “La risposta in effetti – prosegue l’articolo – è arrivata ma è stata a dir poco deludente. Il segretario generale del Consiglio Ue ha allegato le bozze approvate durante la seduta, specificando che l’accesso agli atti ‘non è direttamente applicabile all’Eurogruppo, il quale è una riunione informale dei ministri delle Finanze dei membri dell’area euro’. Quanto viene deciso lì dentro è da considerarsi ‘confidenziale’ e ‘nessun verbale né trascrizione può essere reso pubblico’”.

Avete capito come i signori dell’Unione europea intendono la democrazia? Parlano del futuro di 500 milioni di cittadini, ma le notizie sono “confidenziali” e “nessun verbale né trascrizione può essere reso pubblico”!

E l’Eurosummit: “Le deliberazioni dell’Eurosummit – leggiamo sempre su INVESTIRE OGGI – sono coperte dall’obbligo del segreto professionale”.

“Certo, il regolamento 1049/2001 stabilisce che possono essere rifiutate le informazioni che possono arrecare pregiudizio alla “politica finanziaria, monetaria o economica dell’Ue”.

“Ma quali rischi corre l’Europa? – si chiede sempre INVESTIRE OGGI – . Nel frattempo è impossibile sapere se Conte e Gualtieri hanno davvero sbattuto i pugni sul tavolo, facendo una reale opposizione, o se il rinvio della riforma del MES è stato solo l’ennesimo bluff per far calmare le acque. In attesa di riproporla, identica, in tempi migliori”.

Interessante anche un articolo del 31 Gennaio:

“Sul MES sono circolate diverse ipotesi:
da quella addolcita del ministro Gualtieri, che lo vede solo come un piccolo fondo di garanzia, nel quale comunque noi mettiamo 125 miliardi di euro nostri,
a quella del presidente dell’Eurogruppo Centeno che invece lo considera come un vero e proprio strumento di governo economico vincolante per i singoli Paesi: sulla base del ricatto del default del debiti nazionali il MES può imporre politiche di austerità durissime a solo vantaggio dei creditori. Il fatto che venga imposto il segreto fa temere che in realtà le intenzioni possano essere perfino peggiori…”.

C’è anche una dichiarazione di Salvini che leggiamo solo qui:

“E’ intollerabile che l’Ue impedisca il libero accesso ai verbali delle sedute dell’Eurogruppo in cui si è parlato della riforma del MES. Vogliamo sapere la verità. La trasparenza deve prevalere quando ci sono di mezzo il lavoro e i risparmi di milioni di cittadini”.

Una stoccata il giornale la riserva al Movimento 5 Stelle:

“Ci chiediamo invece quale sia la posizione del Movimento Cinque Stelle, un tempo feroce avversario dell’Europa dell’austerità più brutale, ora docile, se non entusiasta, seguace del PD. Una volta volevano lo streaming per ogni incontro. Sono diventati ora fautori degli incontri secretati? Non sarebbe strano”.

Interessanti le dichiarazioni Massimo Garavaglia, ex viceministro dell’economia e delle finanze, esponente della Lega, su Radio Radio.

Ecco qualche dettaglio su quell’incontro nell’intervista di Francesco Vergovich e Antonello Angelini.

“L’unica cosa che non era un problema era l’inglese, anche se bisogna stare attenti perché alcune parole quando vengono tradotte possono avere significati leggermente diversi. Divieto di prendere appunti? Qualche appunto lo abbiamo preso, non si poteva riprodurre il testo. Quindi fare foto e quant’altro.

Noi avevamo chiesto a Conte almeno la possibilità di leggere qualche carta prima che lui andasse a discutere l’argomento.

Dopo la lettura che abbiamo fatto a Palazzo Chigi con Bagnai, la Castelli, un suo collaboratore e un collaboratore della presidenza del consiglio, in un’oretta, un’oretta e mezza, abbiamo fatto in tempo a leggerlo ampiamente e farci un’idea sufficientemente chiara dei punti critici che poi sono quelli che sono stati successivamente evidenziati. Tant’è che a seguito di questa lettura, quando poi abbiamo relazionato Matteo Salvini, Giorgetti e gli altri che si occupano della questione, l’input che è stato dato era di non procedere per avere un approfondimento più generale di tutta la questione. A questo poi sono seguiti anche atti formali.

In tutta Europa non si parla di salva-Stati, si parla di salva-banche. Perché nel salvare gli stati poi alla fine si salvano le banche. Questa è la sostanza che è nota in tutta Europa tranne che da noi”.

QUI IL VIDEO CON L’INTERVISTA A MASSIMO GARAVAGLIA

 

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Foto tratta da Wikipedia

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