Perché non condividiamo le critiche dei ‘sicilianisti’ al Partito di Unità siciliana-Le Api

16 febbraio 2020

Dopo la grande stagione separatista degli anni ’40 e dei primi anni ’50 del secolo passato, le ‘esplosioni’ autonomiste-sicilianiste, nella nostra Isola, si contano sulla punta delle dita. Due – il milazzismo prima e il lombardismo dopo – sono state ‘inghiottite’ dal trasformismo. Noi invece guardiamo con curiosità al Partito di Unità siciliana-Le Api che, in parte, ci ricorda l’esperienza del 1996 

E’ legittimo criticare chi, nel mondo sicilianista-indipendentista, critica il congresso del Partito di Unità siciliana-Le Api? Va bene: come scrivono qua e là i protagonisti dei tanti movimenti sicilianisti e indipendentisti, in questo nuovo soggetto politico non ci sono i protagonisti degli stessi movimenti. E allora? E se vi diciamo che, forse, è anche meglio così qualcuno ci resterà male?

Intanto facciamo una premessa: non abbiamo partecipato ai lavori del congresso fondativo del Partito di Unità siciliana-Le Api che si è svolto a Palermo. Ma seguiamo con curiosità l’evoluzione di questo nuovo soggetto politico. E sapete perché siamo curiosi? Perché, fino ad ora, è l’unico soggetto politico del Sud che ha già annunciato che presenterà un programma e un candidato alle prossime elezioni regionali della Sicilia. Vi pare poco? A noi, no: a noi, al contrario, sembra importante.

Il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, che è nato prima del Partito di Unità siciliana-Le Api, a nostro avviso sbagliando, non ha presentato candidato alla presidenza e liste alle elezioni regionali della Calabria stravinte dal centrodestra. E non si presenterà nemmeno alle elezioni regionali in Puglia – altro errore, sempre a nostro modesto avviso – regalando così campo prezioso alla vecchia politica (sia che vinca il centrodestra, sia che vinca il centrosinistra, i pugliesi non hanno speranza: che non si illudano).

Almeno questo nuovo soggetto politico siciliano ha celebrato il congresso fondativo, non prima di aver raccolto molte adesioni.

Ora, senza offesa. i movimenti sicilianisti, indipendentisti e via continuando, a parte la solita sfilata del 30 marzo, per celebrare la Rivolta dei Vespri siciliani, cosa hanno prodotto?

Diciamolo con chiarezza: sono veramente pochi i sicilianisti-indipendentisti che hanno provato la sfida elettorale.

Un’esplosione sicilianista si verificò alla fine degli anni ’50 del secolo passato con il Governo regionale del democristiano siciliano ‘ribelle’, Silvio Milazzo. Ma durò appena un paio di mesi, prima di essere inghiottito dal trasformismo politico siciliano.

Ci ha provato il leader indiscusso degli indipendentisti siciliani, Giuseppe Scianò, una trentina di anni fa: e non è andata bene.

E ci ha provato, nel 1996, un gruppo di cattolici impegnati in politica che, insieme con alcuni soggetti politici d’ispirazione sicilianista, si sono presentati alle elezioni regionali siciliane di quell’anno, eleggendo un parlamentare in Assemblea regionale siciliana.

Poi le cose sono andate male, è vero: ma è stato, fino ad ora, l’unico, vero  tentativo di dare vita ad un movimento politico autonomista. E non è un caso se alcuni dei protagonisti dell’avventura del 1996 – per esempio il professore Andrea Piraino – si ritrovino nel Partito di Unità siciliana-Le Api.

Qualcuno dirà che stiamo tralasciando l’esperienza del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo. Nato nei primi anni del 2000, questo Movimento, rispetto al milazzismo, ha impiegato qualche anno in più per affondare nel trasformismo, in compagnia del PD di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia e con Confindustria Sicilia di Antonello Montante, Giuseppe Catanzaro e Ivan Lo Bello. Un’esperienza da dimenticare.

Lombardo e i lombardiani stanno anche loro dietro il Partito di Unità siciliana-Le Api? Se è così, peggio per loro: perderanno credibilità.

In ogni caso, è un soggetto politico che guarda alla Sicilia. Quello che succederà dopo, beh, noi non lo sappiamo: ma sappiamo che, in politica, il movimento è già qualcosa, mentre l’immobilismo e il velleitarismo portano verso il nulla.

Foto tratta da Wikipedia       

 

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