Licenziamenti Igea Banca: interrogazione del parlamentare Miceli (PD) ai Ministri dell’Economia e del Lavoro

12 febbraio 2020

Il ‘caso’ dei dipendenti di Igea Banca licenziati arriva nel Parlamento nazionale. A sollevare la questione è il deputato nazionale del PD eletto in Sicilia, Carmelo Miceli, che ha presentato un’interrogazione al Governo: “Tutelare i posti dio lavoro nel rispetto dei contratti collettivi”

I licenziamenti effettuati da Igea Banca arrivano in Parlamento. Il deputato nazionale del PD, Carmelo Miceli, ha infatti presentato un’interrogazione al Governo e, segnatamente, ai Ministri dell’Economia e del Lavoro.

Nell’interrogazione si ricorda che Igea Banca è una società per azioni fondata nel 2015. Ha sede legale e direzione generale a Roma ed è iscritta all’Associazione Bancaria Italiana (ABI). E’ operativa con quattro filiali: a Roma, a Palermo, a Catania e a Bronte.

La compagine sociale di Igea Banca è costituita prevalentemente da soggetti che fanno capo a ordini professionali, enti istituzionali e da alcuni selezionati imprenditori per un totale di circa mille soci.

Il parlamentare nazionale Miceli sottolinea che, dai bilancio del 2018, presso questa banca operano 82 dipendenti tra dirigenti, quadri direttivi ed impiegati e “che è stato annunciato un progetto di scissione parziale di Banca del Fucino S.p.A. – presente nel Lazio, Abruzzo, Marche e Lombardia con oltre trecento dipendenti – per incorporazione nella controllante in via totalitaria Igea Banca”.

“Nelle scorse settimane – si legge nell’interrogazione – Igea Banca avrebbe assunto 3 dipendenti di cui uno a tempo indeterminato e 2 a tempo determinato”. Secondo quanto riportato da organi di stampa, “dopo qualche giorno, sarebbe stato richiesto a due dipendenti con contratto a tempo indeterminato di rassegnare le dimissioni altresì specificando che, in assenza delle stesse, si sarebbe proceduto al licenziamento senza poter accedere alla possibilità di reintegrazione”.

“Nonostante la mostrata disponibilità alla mobilità sull’intero territorio nazionale ed in qualunque ruolo da parte dei dipendenti a rischio – prosegue l’interrogazione – Igea Banca avrebbe formalizzato il licenziamento per giustificato motivo oggettivo, per ragioni relative all’organizzazione dell’attività imprenditoriale sfruttando un vulnus legislativo senza l’attivazione della prevista procedura di confronto con le organizzazioni sindacali in deroga al Contratto Collettivo Nazionale ABI”.

Miceli ricorda anche i problemi di UniCredit, il polo bancario che ha annunciato ridimensionamenti:

“Dalle cronache di questi giorni è in evidente crisi il fronte occupazionale del comparto bancario ed assicurativo aggravato dal forte ridimensionamento aziendale annunciato da UniCredit S.p.A. e che, specie in assenza di un serio tavolo di confronto con il Governo, con le preposte Autorità, con le associazioni di categoria e con i sindacati, avrà un impatto determinante sugli assetti lavorativi e sulle oltre sessanta filiali – di cui dieci in Sicilia – a rischio chiusura con grave pregiudizio per seimila dipendenti”.

Alla luce delle criticità, Miceli chiede ai Ministri “quali iniziative di propria competenza intendano assumere affinché venga garantita la piena trasparenza e legittimità delle operazioni; il parlamentare chiede inoltre che “si colmino i vuoti legislativi e vengano tutelati i posti di lavoro nel rispetto dei contratti collettivi e delle normative vigenti”.

Commentano i vertici della FABI, il più importante sindacato dei lavoratori bancari d’Italia, che si Igea Banca sta conducendo una battaglia:

“Ci chiediamo: come mai Igea Banca non ha revocato ancora i licenziamenti? Aspetta che della vicenda se ne interessi l’Organizzazione delle Nazioni Unite?”.

 

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