Non è che la nuova compagnia aerea siciliana si sta trasformando in un ‘carrozzone’ con le ali?

6 febbraio 2020

Già non ci convince molto l’azionariato diffuso. Figuriamoci un azionariato diffuso con la presenza della Regione siciliana. Il nostro timore è che questa esperienza – che di per sé è positiva e va sostenuta – possa trasformarsi in un ‘carrozzone’ con le ali…

Fino ad ora non siamo intervenuti sulla nuova compagnia aerea siciliana. Il progetto, è chiaro, è utile per la nostra Isola, anche se non ci convince molto l’azionariato diffuso. Ma l’iniziativa, sia chiaro, è molto più importante dei nostri dubbi. Adesso, però, nel leggere qua e là che la Regione siciliana sarebbe interessata al progetto, beh, i nostri dubbi diventano preoccupazioni.

Siamo contrari a una società pubblica, anche nel settore dei trasporti aerei? Niente affatto! Il problema è che, in Sicilia, dai tempi della Sofis (cioè dalla fine degli anni ’50 del secolo passato) fino ai nostri giorni il confine tra pubblico e privato non è mai stato chiaro.

La Sofis, per la cronaca, è stata la prima società per azioni italiana partecipata da un soggetto pubblico, cioè dalla Regione siciliana. Non è stata – diciamolo subito – una grande esperienza. E neanche la ripresa di questa formula, dopo lo sbaraccamento degli enti economici regionali (ESPI, EMS e AZASI), a partire dai primi anni del 2000, può essere considerata positiva, con riferimento a Regione siciliana e Comuni della nostra Isola.

Ma non divaghiamo. Torniamo alle società per azioni partecipate dalla Regione siciliana e dai Comuni. Giuridicamente sono società di capitali, quindi private. Morale: assumono chi vogliono, come vogliono e quando vogliono.

Il problema è che a pagare è sempre ‘Pantalone’: cioè è sempre la pubblica amministrazione, Regione e Comuni: cioè gli ignari contribuenti siciliani.

Questa storia delle assunzioni a ruota libera nelle società regionali e comunali è un ‘cancro’ che erode una parte consistente delle risorse pubbliche della Sicilia.

Qualche tempo fa un nostro amico ci ha segnalato alcune anomalie che vanno in scena nella SAS, una società regionale dove si continua ad assumere a ruota libera. In questa società sono finiti i dipendenti di altre società regionali poste in liquidazione. Fin qui nulla di strano.

Noi ci mettiamo sempre nei panni di chi lavora e magari lo ritrova anche passando da una società regionale all’altra. Ma ci dicono che alla SAS ne succedono di tutti i colori, con possibili, strani ‘sorpassi’ dei nuovi sui vecchi dipendenti.

Ecco il punto: non è che la nuova compagna aerea siciliana deve per caso diventare una SAS con le ali?

Noi, lo ribadiamo, non siamo contrari alle società regionali: al contrario, le società pubbliche, se gestite bene, possono diventare grandi risorse: IRI e ENI, nella prima Repubblica, era esempi formidabili di Partecipazioni Statali che il mondo ci invidiava: e ce li invidiavano tanto che, alla fine, sono state in parte distrutte con Tangentopoli. Operazione che, alla fine, ha favorito Francia e Germania.

L’IRI – che ormai non c’è più – era un gruppo all’avanguardia nel mondo, altro che le ‘mangiatore’ volute nella Seconda Repubblica dalla finta sinistra italiana!

Da quello che si capisce – spiace scrivere queste cose – non ci sembra che i protagonisti della possibile compagnia aerea siciliana abbiano le idee molto chiare: un po’ si parla di azionariato diffuso, ora c’è la Regione siciliana interessata: ma interessata a che se l’attuale Governo regionale non sembra affatto contrario alla privatizzazione dell’aeroporto Fontanarossa di Catania? 

Ricordiamo, a chi l’avesse dimenticato, che ai tempi del Governo regionale di Raffaele Lombardo è stata costituita, dalla Regione siciliana, una società per il trasporto via mare: Mediterranea Holding di navigazione srl, società oggi in liquidazione (a proposito: i fondi investiti dalla Regione che fine hanno fatto?). E che dire del fondo Cape, altra società della Regione siciliana. Due esperienze non certo esaltanti.

A nostro avviso, una compagnia aerea siciliana, visti i trascorsi della Regione, dovrebbe fare capo a un gruppo imprenditoriale privato, possibilmente senza azionariato pubblico. Potrebbe anche andare bene l’azionariato pubblico, anche se noi manteniamo i nostri dubbi su tale formula.

Ma un eventuale miscuglio azionariato pubblico-Regione siciliana a noi sembra un grande papocchio!

Foto tratta da Wikipedia  

 

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