Perché a Renzi non conviene tenere in vita il Governo Conte bis

30 gennaio 2020

La proposta lanciata da Renato Brunetta – un possibile Governo composto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Italia Viva di Matteo Renzi – è meno campato in aria di quanto sembri. Chi avrebbe da guadagnare da questo Governo sarebbero proprio i renziani. Mentre grillini e PD avrebbero tutto da perdere

di Economicus

Non ha creato un grande dibattito la proposta formulata da Renato Brunetta, autorevole esponente di Forza Italia, di un nuovo, possibile Governo che dovrebbe essere formato da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Italia Viva di Matteo Renzi. Eppure la proposta non è campata in aria e potrebbe essere una via di fuga per lo stesso Renzi. Proviamo a illustrare il perché.

Renzi, è noto, ha lasciato il PD perché attorno a lui e al suo gruppo era stata fatta terra bruciata. L’idea dei ‘capi’ del Partito Democratico, politicamente parlando, era quella di farlo sparire a poco a poco. L’ex segretario del partito ed ex capo del Governo ha capito cosa stava succedendo e si è smarcato in tempo.

Renzi e altri ormai ex dirigenti del PD hanno dato vita a un nuovo soggetto politico. E sono diventati l’ago della bilancia della politica italiana. I voti in Parlamento di Italia Viva tengono in piedi il Governo Conte bis, ma potrebbero anche servire per un Governo diverso: un esecutivo, come già ricordato, con Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia.

Una follia? Non esattamente, se consideriamo che, in questo momento, i grillini governano con il partito che è stato, per anni, ferocemente avversato dagli esponenti del Movimento 5 Stelle. In questa legislatura, insomma, di tutto si può parlare tranne che di coerenza.

Quando in politica si prende in considerazione una scelta del genere non bisogna guardare solo all’incoerenza di un possibile Governo, ma agli effetti che la possibile svolta genererebbe tra gli avversari.

Un eventuale Governo Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e renziani arriverebbe nel momento di massima crisi del Movimento 5 Stelle e proprio quando il PD manifesta una flebile ripresa proprio grazie ai voti in uscita da quello che resta dei grillini.

Qualcuno potrebbe pensare: i grillini, tornando all’opposizione, riprenderebbero quota. Ma non è così. Gli elettori hanno abbandonato in massa il Movimento 5 Stelle non per un capriccio, ma perché i grillini, a parte il Reddito di cittadinanza (peraltro gestito malissimo), hanno tradito quasi tutte le idee originarie del Movimento e, soprattutto, hanno tradito il proprio elettorato.

Anche se, tornando all’opposizione, i grillini dovessero riprendere a criticare questa o quella scelta del Governo avversario, è assodato che gli italiani li hanno ormai inquadrati per quello che sono: bravi a parlare, meno bravi ad amministrare e pronti, per convenienza del momento, a dimenticare gli impegni assunti con gli elettori.

In altre parole, i grillini sono ormai entrati in una parabola discendente in ragione di una motivazione molto forte: l’assenza pressoché totale di credibilità politica.

Ma il vero guadagno politico di Renzi, da un eventuale passaggio del PD all’opposizione, è nello scompiglio che si creerebbe nel partito di Zingaretti.

In questi giorni, forti del risultato elettorale ottenuto in Emilia Romagna, i dirigenti del PD cercano di accreditarsi come in ripresa. Ma chi sa leggere bene i risultati elettorali – e dalle parti del PD li sanno leggere benissimo – sa che l’Emilia Romagna non è l’Italia: e sa, soprattutto, che il 32% della Lega e il 9% di Fratelli d’Italia in Emilia Romagna sono un segnale bruttissimo per il centrosinistra.

Oggi, il ‘capo’ della Lega, Matteo Salvini, esce sconfitto in Emilia Romagna a cagione della sua presunzione e della sua arroganza. In questa Regione i comunisti governano ininterrottamente da 50 anni, cioè da quando in Italia sono state istituite le Regioni a statuto ordinario.

In Emilia Romagna per decenni i comunisti, ora post comunisti, prima avevano la maggioranza assoluta, poi con il passare degli anni la maggioranza in coalizioni di centrosinistra. Ma sempre maggioranza.

Se invece di dire “Vinceremo in Emilia Romagna” Salvini avesse detto:

“Se arriveremo al 30% in una Regione tradizionalmente ‘rossa’ per noi sarà una grande vittoria”, oggi – soprattutto con il 9% di Fratelli d’Italia e con la secca sconfitta del centrosinistra in Calabria – il vincitore delle elezioni sarebbero lui e Giorgia Meloni.

Ma il personaggio-Salvini è questo: l’uomo politico che vuole strafare.

Questa digressione su Salvini ci consente di capire qual è la situazione nel PD. In Emilia il Partito Democratico ha vinto perché ha mobilitato tutto quello che poteva mobilitare in una Regione dove gestisce il potere da 50 anni. Questo ci dice due cose.

La prima cosa è che la vittoria di Emilia del PD è una vittoria legata per metà alla tradizione (la mobilitazione) e, per l’altra metà, alla gestione del potere.

La seconda cosa è che il PD non raccoglie più molti elettori ‘ideologici’. Ci sono, certo, ancora tanti elettori di questo partito che pensano al PD come a un partito di sinistra: ma sono sempre di meno. Tant’è vero che i grillini, nel Marzo 2018, hanno preso i voti strappandoli soprattutto al PD.

Ma non è affatto matematico che la fine del Movimento 5 Stelle comporterà il rientro di questo elettorato nel PD.

Cosa vogliamo dire? Che una parte importante di elettorato del PD arriva, oggi, dalla gestione del potere. Questo partito ha perso potere nelle Regioni e nei Comuni: che succederebbe, oggi, se dovesse perdere il controllo del Governo nazionale?

Chi si occupa di politica sa che presentarsi alle elezioni trovandosi al Governo del Paese – cosa che è avvenuta per le regionali in Emilia e Calabria (dove il PD ha perso, ma ha pur sempre il 14% ed è il primo partito) – è un grande vantaggio.

Senza il Governo il PD si ritroverebbe nei guai: e sarebbero nei guai gli amministratori di centrosinistra delle Regioni e dei Comuni.

Renzi ha una grande occasione per assestare un colpo durissimo al PD, un partito dove, dopo la sue dimissioni da segretario, è stato trattato malissimo.

Dalla caduta dell’attuale Governo Conte bis e dalla nascita di un Governo con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia i renziani avrebbero tutto da guadagnare. A cominciare dalla rappresentanza nel Governo, dove andrebbero ad occupare posti di primo piano.

In poco meno di tre anni, da una posizione di forza, Renzi potrebbe regolare fino in fondo i conti con il PD.

Foto tratta da Infosannio – Worpress.com   

 

 

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